BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!
Altro giro, altra corsa. Sono di nuovo qui per voi e stavolta, sono qui a parlarvi di un nuovo libro che spero possa incuriosirvi. Secondo di una serie, preceduto da Le guerriere dal sangue d’oro, viene pubblicato da Mondadori editore – che ringrazio per avermi permesso la lettura in anteprima. Ringrazio anche Miriam, per aver organizzato l’evento in questione. Ecco a voi che ve ne parlo:
Autore: Namina Forna
Titolo: Le guerriere che sfidarono l’oscurità
Genere: Fantascienza e Fantasy
ISBN: 9788804756705
Pagine: 336
Prezzo: € 20,90
In vendita dal 31 gennaio 2023
Link d’acquisto: https://amzn.to/3DDEsD7
Trama: Sono passati ormai sei mesi da quando Deka ha liberato da un sonno secolare le antiche divinità di Otera, scoprendo al contempo la verità su di sé e il proprio scopo nel mondo. Ora nel regno imperversa la guerra, ma la battaglia è soltanto all’inizio. Esiste infatti una forza oscura, sinistra e senza pietà, che minaccia l’umanità intera e Deka e le sue sorelle di sangue devono fermarla a tutti i costi. Ma, a mano a mano che sviluppa nuove abilità, la ragazza è costretta a fare i conti con una verità scomoda: lei potrebbe essere al contempo la chiave per la salvezza di Otera ma anche la sua più grande minaccia. E questo non è l’unico segreto che le dee le hanno tenuto nascosto.
RECENSIONE
La storia riprende poco dopo dove l’abbiamo lasciata con il primo volume, precisamente sei mesi dopo. Deka aveva liberato da un sonno di secoli le divinità di Otera, imprigionando l’imperatore, potendo scoprire verità antiche su se stessa e sulle persone che la circondano. La guerra imperversa e le alaki, nonostante in pericolo costante, se la cavano meglio di quanto pensano almeno fino a quando una forza oscura non si abbatte sul continente e minaccia ogni singola creatura, impossessandosi degli uomini e rendendoli simili alle alaki. E’ tutto piuttosto difficile e i segreti su Deka, così come su tutte le altre cose che lo circondano e le sue stesse madri finiscono per cambiare tutto quello in cui lei ha sempre creduto.
Cosa succederà ad Otera? Cosa cambierà nel corso delle varie battaglie per la libertà? Cosa scoprirà Deka, assieme alle sue sorelle? Cosa le stano nascondendo e cosa sanno le madri? E’ vero tutto ciò che si dice e ciò che accade nel Regno? Come possono sconfiggere davvero la loro minaccia?
«C’è un detto, Deka: quando gli dèi danzano, l’umanità trema. E in questi giorni si sta ballando molto. Per fortuna, come Nuru, puoi dire la tua riguardo alla direzione della danza.» Si avvicina con una luce determinata negli occhi. «Voglio che tu ricordi una cosa mentre prosegui questo viaggio, Deka: sappi sempre per chi stai combattendo. Le tue sorelle di sangue sono la tua famiglia, la tua casa.
La trama della storia si mantiene molto sul vago, regalando molti punti di domanda che ci attenderanno nel corso della lettura. La vaghezza ci sta e l’apprezzo – anche perché ci sono tante trame che praticamente ci illustrano mezzo volume – ma per delle piccolezze si poteva rendere leggermente più chiaro su cosa differisce dal primo volume e per cosa le donne Alaki si trovano a combattere, ancor più forti e determinate di prima, nonostante tutte le certezze sembrano sgretolarsi un movimento dopo l’altro.
La copertina che viene utilizzata per il volume italiano e scelta da Mondadori si mantiene sulla scia del primo volume ma posso ben dire e confermare che , rispetto all’originale, sono davvero inquietanti se non orribili. Senza offesa cara Mondadori, ma l’avete vista la copertina originale? E’ davvero uno spettacolo e rende esattamente come uno si aspetta Deka, sotto ogni aspetto possibile. E’ una cosa che ormai non si può ravvedere, per cui ci accontentiamo del risultato pervenuto e dal giudizio sulla copertina italiana mi astengo. Per quanto riguarda il titolo si tratta di una traduzione che, anche qui differisce totalmente da ciò che viene mostrato dall’originale: The Merciless Ones che la traduzione sta per “Gli/Le spietati/e”. Non so come ne sia uscito il lungo titolo che ne è fuoriuscito però si mantiene, come per quanto riguarda il discorso della copertina, sulla scia della stessa.
L’ambientazione è la medesima del volume precedente e ci muoviamo nel regno di Oera, nulla di più nulla di meno, tra città e lande in cui avverranno combattimenti; l’epoca essendo un fantasy non è determinata espressamente ma si prospetta, per questo secondo volume, sei mesi dopo del precedente volume.
Le dee sono vasti corpi eterei fatti di energia e luce di stelle, ognuno così grande da poter contenere un intero universo, eppure così piccolo da stare sul suo trono dorato. Sono illimitate, contraddittorie. E sono le mie madri.
I personaggi di questa storia, come per quanto riguardava il primo volume, sono differenti fra loro e bene o male conosciamo già tutti quelli che incontreremo. Difficilmente ci sarà qualcuno di nuovo fra i ranghi sia delle alai sia degli jatu. Ci sono sempre Britta, migliore amica di Deka, Belcalis compagna d’armi al Watu Bera, Ixa l’animale mutaforma di Deka, Keita l’uruni di Deka e ormai anche ragazzo che tende a proteggerla seppur sappia difendersi da sola, Mani Bianche e chi più ne ha più ne metta.
Deka, in questo secondo volume della trilogia, è molto più consapevole di cosa ha davanti a sé e di cosa è diventata oltre a tutto ciò che diventerà visto che è in continuo cambiamento. E’ un personaggio in continua evoluzione e si mostra molto più sicura di cosa, autoritaria e forte, coraggiosa e impavida seppur le sue insicurezze siano ancora ben insediate al suo interno. E’ un personaggio che non si lascia trasportare dalla corrente, anzi si pone tante domande e finisce per portare con sé i suoi più cari amici a combattere per la stessa causa. E’ un personaggio ben determinato e caratterizzato in maniera equilibrata e sono felice di aver letto di lei, di averla conosciuta. A volte non sembra una figlia delle dee e delle madri, non sembra e non è solo una Naru, ma una donna determinata a farsi valere e rispettare.
«È proprio lì, appena oltre il tempio. Potrei saltare in groppa a Ixa e arrivarci in meno di un’ora, se volessi. Ma ogni volta che mi ci avvicino mi sento soffocare, come se avessi un peso sul petto. Allora torno indietro» sussurra a fatica. «Torno sempre indietro…» C’è un tale dolore nella sua voce. «Oh, Keita, perché non me l’hai detto?» chiedo tristemente, guardandolo negli occhi. Non lo sapevo. Ci sono così tante cose di lui che non so. (…). «Non hai fatto niente. È solo che…» Distoglie lo sguardo, sospira. «Sei così forte, Deka. Non solo fisicamente, ma anche emotivamente. Tu, Belcalis, le altre… Avete sofferto tanto, eppure, quando arriva il dolore, semplicemente respirate e andate avanti. Sempre avanti. Anch’io volevo essere così.»
Il perno centrale di questa storia risiede tutto dietro la salvezza di Otera. Strane minacce incombono in città e nell’intero paese che continua a non vedere le donne di buon occhio, seppur il tutto sia cambiato molto dopo gli ultimi avvenimenti dati dal volume precedente. Eppure una nuova minaccia incombe e tutto sta nel cercare di capire dove risiede e dove si trova la verità, la giusta risposta a tutto questo. Quali consapevolezze raggiungeranno e cambieranno Deka ulteriormente, lungo il corso di questo volume?
Lo stile utilizzato dall’autrice è il medesimo del volume precedente, scritto in prima persona dal punto di vista della protagonista Deka. Ci troviamo in spedizione – quando tutto ha inizio – e qualcosa sta per cambiare sia dentro Deka, sia in ciò che sta accadendo all’interno del paese. Il libro è un crescendo di eventi, infatti per buona metà del volume il tutto risulta lento e poco godibile, visto che ci si sofferma molto sulle spiegazioni delle divinità, sul cosa sta accadendo di strano, sulle politiche interne delle Madri, delle Dee e di Oyomo stesso.
Le tematiche affrontate, continuano sulla scia del primo volume che ci riporta alla vecchia Otera e ai vecchi problemi che si erano già presentati: le donne denigrate che ora sono potenti e forti e che sembrano addirittura nascondere profondi segreti. La medaglia sembra quasi essersi rovesciata e ora sono gli uomini, jatu o meno, ad avere un qualcosa di diverso, di strano, di magico. Questo tema è ancora presente seppur in maniera del tutto marginale in questo volume che porta alla scoperta di nuove abilità, nuovi avvenimenti all’interno della regione e terribili problemi.
Ho apprezzato molto i temi e il world building che l’autrice sviluppa in maniera egregia e immersivi, tanto da permetterci di immaginare benissimo le scene e dove ci si trovi, con scene nitide e ben composte che difficilmente non si riesce ad immaginare. In ogni scena mi sono sentita parte del tutto e mi sono dentita immersa nel mondo costruito dall’autrice, che trovo davvero un punto a favore enorme, visto che nei fantasy a volte non accade che il mondo finisca per essere così coinvolgente.
La cosa che non mi ha fatto impazzire, purtroppo, è stata la lentezza con cui il volume e la storia si sviluppa. Per non parlare delle abilità di Deka e delle altre ragazze che sono in continua evoluzione e sembrano non avere una fine. Possibile che sia così ricca di poteri? Che abbia tutte queste abilità? Che si rivelino, casualmente, nel momento in cui se ne ha bisogno? La cosa mi lascia del tutto perplessa e la cosa mi ha colpito, entro certi limiti, debbo essere onesta. La lentezza del volume, poi, non aiuta perché tutte queste informazioni, – nomi, razze, eventi e divinità, così come la serie di informazioni descritte nel volume, finiscono per confondere quasi il lettore ad un certo punto. O almeno io mi sono sentita soverchiata di tante nozioni, tante cose che mi hanno lasciato un po’ basita e non del tutto convinta come avrei sperato. Quindi un buon secondo volume, una lotta in preparazione e tanti avvenimenti ma tanta carne suo fuoco che ad un certo punto non si riesce a snodare come dovrebbe e apre le porte per l’ultimo volume che spero faccia i fuochi d’artificio e non finisca per essere ripetitivo, come in alcuni casi ha finito per essere questo (tipo spedizioni e simili e ricongiungimenti o sempre con amicizia e simili). Non so se il fatto che queste alaki difficilmente riescano a morire, non sia una parata dell’autrice per far sì che i personaggi principali e coloro che li circondano non muoiano mai. Cosa che nei combattimenti e in cosa stanno facendo, risulta quasi assurdo, quindi staremo a vedere cosa accadrà…
«Un’ultima cosa, Deka: assicurati di dare un nome alle cose.» Mentre la guardo, confusa, mi spiega: «I nomi sono ciò che dà potere alle cose. Anche agli dèi». Si avvicina. «Per esempio, se ti chiamo dea, allora lo sei. Non dimenticarlo mai.» Deglutisco, turbata anche solo dalla parola. «Ci proverò, karmoko.» Mani Bianche annuisce. «Ora vado. Come sai, usare i miei guanti richiede energia. Parleremo di nuovo, Deka. Resta in vita fino a quel momento.» «Cercherò di non morire» dico, con i pensieri ancora nel caos. «Tu fai lo stesso.» «Lo farò» assicura Mani Bianche.
Questo secondo volume è stata una lettura piacevole ma lenta, non scorrevole come credevo. Spero che il volume finale sia uno sprint forte e determinato che spinga i lettori a voler scoprire come Deka affronti il tutto. Una serie che, sommariamente, mi sento di consigliare e spero che il volume conclusivo non si faccia attendere e non deluda le aspettative create con questi due.
Namina Forna ci porta di nuovo ad Otera, tra Oyomo e le madri, con la Nuru Deka che ha in pugno la forza necessaria per essere quasi l’arma di sé stessa. Una storia ricca di pathos, azione e combattimenti che vedranno in lotta uomini e donne, per un mondo decisamente migliore di ciò che c’era originariamente. Siete pronti a volare su Ixa e a far parte del gruppo della Nuru?
Il mio voto per questo libro è di: 4 balene.

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
Seguite le altre recensioni che hanno pubblicato come me, oggi, parlando sui loro siti di questo volume. Vi aspettiamo tutte assieme, ovviamente. Ecco a voi:

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Cosa ne pensate? Potrebbe piacervi questo secondo volume? Fatemi sapere, io come sempre vi aspetto qui ovviamente.
A presto,
Sara ©