BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!
Vi sono mancata? Devo essere sincera, mi siete mancati 🙂 Così, eccomi di nuovo qui con voi e vi porto una nuova recensione. Ho iniziato a leggere questo libro qualche mesetto fa ma non ero mai riuscita a terminarlo per via di altre letture che si sono sommate nel frattempo e perchè il libro non mi ha catturato come dovevo. Quindi nelle varie difficoltà il termine di questo volume è scivolata in questo periodo e sono riuscita a terminarlo. Un libro per cui ringrazio La Nave di Teseo per la lettura. Ecco qui:
Titolo: Less
Autore: Andrew Sean Greer
Prezzo: 19.00 euro
Pagine: 292
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Trama: Problema: sei uno scrittore fallito sulla soglia dei cinquant’anni. Il tuo ex fidanzato, cui sei stato legato per nove anni, sta per sposare un altro. Non puoi andare al suo matrimonio, sarebbe troppo strano, e non puoi rifiutare, sembrerebbe una sconfitta. Sulla tua scrivania intanto languono una serie di improbabili inviti da festival ed editori di tutto il mondo. Domanda: come puoi risolvere entrambi i problemi? Soluzione: accetti tutti gli inviti, se sei Arthur Less. Inizia così una specie di folle e fantasioso giro del mondo in 80 giorni che porterà Less in Messico, Francia, Germania, Italia, Marocco, India e Giappone, riuscendo a frapporre migliaia di chilometri tra lui e i problemi che si rifiuta di affrontare. Cosa potrebbe andare storto? Tanto per cominciare, Arthur rischierà di innamorarsi a Parigi e di morire a Berlino, sfuggirà per un pelo a una tempesta di sabbia in Marocco e arriverà in Giappone troppo tardi per la fioritura dei ciliegi. In un giorno e in un luogo imprecisati, Less compirà i fatidici cinquant’anni: questa seconda fase della vita gli arriverà addosso come un missile, trascinando con sé il suo primo amore e anche l’ultimo.
Dall’autore di Le confessioni di Max Tivoli e Storia di un matrimonio, una commedia romantica, una satira sul tipico occidentale all’estero, una riflessione sul tempo e sul cuore dell’uomo.
RECENSIONE
La storia ha inizio come tante altre storie. Arthur Less è una persona come tante, che se ne sta seduto sul divano di pelle in attesa che venga chiamato da una donna dell’ufficio stampa. Lui è a New York da tre giorni dove aspetta di intervistare il noto autore di fantascienza H.H.H. Mandern.
In realtà lui si trova lì per fuggire a una decisione troppo grande in quel momento: l’uomo con cui Less ha passato nove anni si sta per sposare, con un altro uomo e lui non sa se accettare o meno l’invito al matrimonio perchè – in entrambi i casi – a lui sembra troppo strano o troppo stupido. Così tra le varie scartoffie che ha sulla scrivania decide di accettare qualsiasi cosa lo porti lontano da casa e da quella decisione disarmante di cui la prima tappa è proprio New York. Arthur per fuggire da se stesso affronta diversi viaggi che fra colloqui, presentazioni e interviste lo porteranno in giro per il mondo. Ma ciò che lui pensa essere una fuga è al tempo stesso una profonda ricerca di se stesso.
Cosa succederà durante il viaggio al nostro caro Arthur Less? Cosa scoprirà e cosa porterà con se di questa lunga avventura? Cosa troverà lungo il suo percorso?
Come ha scritto Frank: È un giorno d’estate, e la cosa che voglio di più al mondo è essere voluto. Un altro tuono scuote Less dai suoi pensieri. Ma non è un tuono; è un applauso, e lo scrittore giovane lo sta tirando per la manica della giacca. Perché Arthur Less ha vinto.
La trama è ben scritta e rende la storia appieno solo che avrei evitato di specificare cosa succede in Germania o in Francia. Insomma, in questo libro in alcuni punti è già difficile proseguire ed avere uno spoiler così non aiuta, non credete?
La copertina la trovo davvero molto carina nonostante non sia nulla di che. Resta però come l’originale e in linea con la storia stessa perchè non è particolarmente originale ma ha comunque il suo fascino nascosto. Il titolo è semplice ed è il cognome del protagonista che è poi il centro su cui ruota tutta questa storia, quindi c’è solo da domandarsi: perchè no?
Per quanto riguarda l’ambientazione posso dirvi che Arthur Less – come avrete anche letto dalla trama – viaggia per il mondo quindi è inutile specificarvi uno o l’altro posto, perchè Less viaggia ovunque! L’epoca è senz’altro moderna. Arthur Less è un uomo di oggi che si trova a fare i conti con i suoi cinquant’anni, facendo un bilancio della sua magra esistenza da scrittore fallito e da partner inconsistente.
La musica tace. Il faro li investe; Less sbatte gli occhi (un fastidioso sparpagliarsi di falene retiniche). Tra il pubblico qualcuno tossisce. “Kalipso,” inizia Less. “Io non ho diritto di raccontare questa storia…” E la piccola folla ascolta. Lui non li vede, ma per quasi tutta l’ora l’oscurità rimane muta. Ogni tanto si accende la brace di qualche sigaretta: lucciole da locale notturno pronte per l’amore. Nessun rumore. Less legge la traduzione tedesca del proprio romanzo, il russo quella del suo. Gli sembra che parli di un viaggio in Afghanistan, ma Less non riesce a concentrarsi. È troppo confuso dal mondo alieno in cui si trova: un mondo in cui alle persone interessano gli scrittori. È troppo distratto dal pensiero di Freddy all’altare. A metà del suo secondo brano sente un rantolo seguito da un improvviso subbuglio.
I personaggi di questa storia non sono poi molti e l’unico su cui la storia si concentrerà del tutto è il nostro fantomatico protagonista, un personaggio qualunque ma con un animo che potrebbe somigliare a chiunque di noi. Un uomo come tanti ma che lascia l’impronta nel suo piccolo mondo affrontando finalmente la sua vita.
Arthur Less è un tipo che sta per compiere cinquant’anni. Ha scritto la sua opera Kalipso, in cui non crede molto neanche lui. E’ un tipo perennemente innamorato ed ha amato tanti uomini ma l’unico che ha nel cuore non è riuscito a rimanere con lui troppo a lungo. Arthur Less è un uomo alto, con i capelli biondo/brizzolati con il profilo da lord inglese. Ha l’aria innocente e ha sempre l’espressione persa ed assorta. E’ un uomo che non è mai riuscito ad essere stronzo o cattivo, anzi è tutt’altro che questo. E’ un uomo in piena crisi di mezz’età e si trova ad affrontare un viaggio attorno al globo cercando di partecipare a quante più conferenze e eventi sparsi per il mondo pur di non affrontare la sua vita, pur di non doversi mettere davanti al fatto che sta invecchiando da solo e non avrebbe mai voluto la sua vita così come sta andando. Arthur Less non è un personaggio complicato, un eroe o chissà cosa. Less è uno come tanti altri, particolare ma al contempo fragile e piccolo nella sua esistenza su larga scala, come ognuno di noi.
“È che sei un cattivo gay.” Less si ritrova senza parole; questo attacco lo coglie alla sprovvista. “Noi abbiamo il dovere di mostrare le cose belle del nostro mondo. Il mondo gay. Ma tu nei tuoi libri imponi ai personaggi delle sofferenze senza riscatto! Se io non ti conoscessi, mi verrebbe da pensare che sei repubblicano. Kalipso era bello. Grondante di dolore. E però masochista da non credere! Un naufrago che rimane spiaggiato su un’isola dove ha una relazione gay per anni, e poi però se ne riparte alla ricerca della moglie! Tu devi fare di meglio. Per noi. Per offrirci dei modelli che ci siano d’ispirazione, Arthur. Devi puntare più in alto. Mi si stringe il cuore a dirti queste cose, ma andavano dette.” Finalmente Less riesce ad articolare qualcosa: “Un cattivo gay?” Finley accarezza un libro sullo scaffale. “Non sono l’unico a pensarla così, sai. È una cosa di cui si è parlato.” “Ma… ma… ma si tratta di Ulisse,” protesta Less. “Ulisse che ritorna da Penelope. È la storia che va così.” “Non dimenticarti da dove vieni, Arthur.” “Camden, Delaware.” Finley gli tocca un braccio, e si sprigiona una specie di scossa elettrica. “Si scrive quello che non si può fare a meno di scrivere. È così per tutti.”
Il perno centrale è Arthur Less stesso. Il protagonista si trova in una crisi di mezza età: sa di essere uno scrittore fallito e di aver perso l’amore della sua vita, che sta per sposarsi con un altro e lo invita al matrimonio. Cosa fare allora? Arthur non si pone davanti le scelte della sua vita cercando di farne tesoro, anzi, parte in una lunga avventura che lo poterà in vari eventi in varie parti del mondo e che gli permetteranno di riflettere sula sua vita.
Lo stile utilizzato è semplice come la storia stessa. Non ci sono eventi particolari o eccessivi, anzi la storia si mantiene in una struttura piuttosto plastica e contenuta. Inizialmente non riuscivo a trovarmi con il protagonista nel modo più assoluto e allo stesso tempo non sono riuscita a digerire parti della storia domandandomi come abbia fatto questo libro a vincere dei riconoscimenti importanti.
Così ho deciso di prendere la storia così come veniva e nono nonostante non sia poi un granché ha comunque il suo fascino e lascia al lettore una lezione di vita. La storia di Arthur Less è una storia comune, di tutti i giorni, e forse è questo che spiazza tanto e ci fa porre la domanda del dove si trovi effettivamente la bellezza di questo libro.
Arthur Less è il classico cinquantenne in piena crisi di mezz’età con i stessi dubbi di quando si è adolescenti ma con tante consapevolezze e diversi bagagli in più. Less fugge dalla vita di tutti i giorni per non doverla affrontare, per non affrontare gli eventi e la sua età che avanza e al fatto che lui stesso sa di non poter far nulla per rimediare ma al tempo stesso una volta entrato nel vortice non riesce ad evitare vecchie conoscenze, nuovi incontri tornando con tante consapevolezze in più.
(…) guardatelo. Come potrei non amarlo? Una volta mio padre mi ha chiesto perché fossi così pigro, perché non fossi più ambizioso. Mi ha chiesto che cosa volessi, e anche se allora non gli ho risposto, perché non lo sapevo, e se ho seguito le antiche convenzioni fino all’altare, adesso lo so. È molto tardi per rispondere a quella domanda – e io ti vedo, caro Arthur, caro amore, che alzi il viso verso quella sagoma sulla tua veranda: che cosa voglio? Dopo aver scelto il sentiero voluto da altri, l’uomo che andava bene, la via facile – ecco che mi vedi e sgrani gli occhi – dopo aver avuto tutto questo tra le mani e averlo rifiutato, che cosa voglio io dalla vita? La mia risposta è: “Less!”
Personalmente non posso dirvi che il libro mi abbia catturato perchè in alcuni punti avrei preferito passare ad altro e lasciarlo lì a marcire ma ce l’ho fatta e nonostante non sia poi un granchè nel complesso regala al lettore un qualcosa che vi spiazzerà. Un libro sicuramente non originale ma semplice.
Andrew Sean Greer scrive una storia di un uomo qualunque, un uomo che non riesce ad affrontare di pancia la sua vita ma che si lascia cullare nella paura e nell’insicurezza lanciandosi in un viaggio unico e particolare. Sicuramente è una storia a cui dare una possibilità in cui si rimane travolti da Arthur Less e dalla sua ingenua e malinconica esistenza.
Il mio voto per questo libro è di: 3 balene.

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Sara ©