BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!
E buon martedì! Come state? Spero bene! Oggi sono qui con voi per presentarvi una nuova uscita tutta marina, che con il mio blog finisce per essere anche in tinta tra l’altro. Per la lettura debbo ringraziare la casa editrice Mondadori, e Martina per aver organizzato l’evento in questione. Ecco che ve ne parlo subito:
Titolo: Voce del mare
Autore: Natasha Bowan
Data di uscita: 24 maggio 2022
Pagine: 252
Link d’acquisto: https://amzn.to/3t5CE06
Trama: Un tempo, quando era ancora umana, Simi pregava gli dèi. Ora che è una sirena, una Mami Wata, è al loro servizio, anche se non riesce a rinunciare ai ricordi della sua vita precedente. Il suo compito, come quello delle sue sei sorelle, è di cercare e raccogliere le anime degli uomini e delle donne gettati in mare dalle imbarcazioni cariche di schiavi dirette al Nuovo Mondo; e, dopo averle onorate, fare in modo che possano tornare, benedette, alla loro terra d’origine. Ma un giorno, quando da una di quelle navi viene buttato in acqua un ragazzo ancora in vita, avviene l’impensabile. Simi decide di portarlo in salvo, contravvenendo così a una delle più antiche e inviolabili disposizioni divine. Per fare ammenda, sarà costretta a recarsi al cospetto di Olodumare, il Creatore Supremo, ma per poterlo incontrare, dovrà prima affrontare un viaggio pieno di ostacoli, nel corso del quale incontrerà terre ricche di insidie e creature leggendarie e si ritroverà ancora una volta a sfidare gli dèi, mettendo a rischio non solo il destino di tutte le Mami Wata ma anche quello del mondo così come lo ha conosciuto fino ad allora.
RECENSIONE
La storia ha inizio in fondo al mare. Simidele è una Mami Wata, una sirena dalla pelle color ebano e dalla capigliatura riccia, scura. Le Mami Wata hanno un compito importante nel loro habitat: accogliere i morti nel mare ed accompagnare il loro spirito affinché faccia un viaggio piacevole. Simidele è divenuta una di esse da poco ed ha ancora dei ricordi della sua precedente vita da umana e, nonostante sia così devota a Yemoja, vorrebbe tanto avere l’opportunità di tornare indietro; infatti sono dei vecchi ricordi a perseguitarla. In un attacco ad una nave cade in mare un giovane schiavo, ma questo è ancora vivo e non morto come tutti gli spiriti che Simidele deve accogliere. Nel suo salvare questo giovane ragazzo, Simidele mette nei guai se stessa, Yemoja e tutte le Mami Wata. E’ per questo che dovrà recarsi a Oludumare per cercare di risolvere la situazione.
Riuscirà nell’intento? Cosa scoprirà sul ragazzo che ha salvato? Riuscirà a compiere il suo destino e rendersi finalmente conto di quanto è importante il suo compito di Mami Wata? Cosa succederà lungo il suo viaggio, pericoloso e impervio?
Sento la corrente che mi trascina e, per un istante, sono tentata di lasciare che mi poti via con sé, ma poi mi ricordo della nave. Lo scricchiolio del vascello riecheggia nelle profondità, poi l’acqua si infrange e sibila sotto il peso di un corpo che affonda. Una donna, la pelle di un bruno scuro nell’acqua. Non appena le afferro la man, mi sale la rabbia al pensiero di un’altra morte celata dal mare. La tengo sempre più stretta; il suo corpo urta contro il mio i nostri capelli s’intrecciano. “Che tu possa essere in pace, sorella”. Lascio le dita della donna e mi volto, senza guardare il suo corpo che affonda negli abissi. Una figlia, una moglie, una madre. Le mie lacrime si mescolano al sale dell’oceano.
La trama è ben costruita, ben scritta anche se abbastanza lunghina in realtà per la storia in sé. Mi sarei pronunciata il minimo, almeno per quanto riguarda la storia generalmente e avrei stretto sulla parte finale della trama in cui ci si dilunga in cose abbastanza inutili e che possono benissimo essere poi trovate una volta che si va a leggere il volume.
La copertina è stata mantenuta così come l’originale e trovo che sia la struttura della copertina che l’insieme del volume, della composizione grafica del volume sia molto molto carina. In primo piano possiamo vedere Simidele, la bellissima Mami Wata in forma di sirena che ci osserva profondamente. Al collo si intravede la sua collana, che le rende riconoscibile e tale; il colore generale utilizzato rende davvero molto bene e nel complesso la trovo molto molto bella. Il titolo dalla sua fa la sua parte, anche se non è stato letteralmente tradotto dall’originale ”Skin of the sea” che letteralmente sta per Pelle del mare. Ovviamente potete comprendere bene che il significato letterale non avrebbe avuto alcun senso e per questo sia stato trovato un escamotage piuttosto decente, sia ne significato generale che nel contesto vero e proprio.
L’ambientazione è l’Oceano e le terre africane e per l’epoca ci troviamo a metà del 1400, la storia tratta principalmente le tratte degli schiavi ed è questo che hanno a cuore le Mami Wata, così come l’autrice stessa che le introduce in questo periodo anche per via della mitologia africana che viene inserita all’interno del volume.
«Dimmi, Simidele. Ti fidi di me e credi nella missione che ti ho affidato?» Yemoja mi fissa, i riccioli scuri che ondeggiano nella brezza. Annuisco. La mia fede nell’orisha non conosce limiti, ma è sempre più facile abbandonarsi alla sua guida nelle acque aperte, quando i miei ricordi si dissolvono, trascinati via dalle maree.
I personaggi all’interno del volume non ce ne sono poi molti, anzi. Ci si concentra quasi esclusivamente su Simi, la protagonista e voce narrante del volume, e di Kola, il ragazzo che lei ha salvato e che andrà in viaggio con lei verso Oludumare. Fin dal primo momento nessuno dei due sa come comportarsi con l’altro non avendo uno mai visto una Mami Wata e l’altra non sapendo come comportarsi con gli esseri umani dopo essere stata tale e dopo aver ricevuto questo compito, che le consente di avvicinarsi a loro solo da morti. E’ un crescendo che mano a mano si sviluppa all’interno della storia e che ci consente di conoscere entrambi i personaggi, così come tutti coloro che girano attorno.
Simi è divenuta da poco una Mami Wata ed ha continue visioni sulla sua vita passata: ricordi di sua madre, della sensazione di vivere sulla terraferma e quant’altro. Sogna tutt’ora di poter tornare ad essere umana, cosa che non le capiterà mai più. Le è proibito parlare con gli umani, innamorarsi di loro o salvarli ma quest’ultimo non è riuscito a comprenderlo del tutto visto che quando Kola finisce in mare, vivo, tenta di salvarlo. E’ una ragazza/sirena davvero speciale, determinata sui suoi obiettivi ma comunque fragile. E’ un personaggio che nella sua composizione generale ci consente di sentirla davvero molto vicina a livello emotivo e l’ho apprezzata molto per questo, per la sua caparbietà e per il suo senso di responsabilità nonostante cerchi comunque un passato che non potrà più avere.
Kola è un ragazzo misterioso, come capita a quasi a tutti i volumi di questo tipo. Fin dal primo momento risulta essere un tipo chiuso ma curioso e ligio al dovere verso la sua famiglia. Infatti ha un legame davvero profondo con i suoi fratelli e sente di doverli aiutare e di dover tornare al suo villaggio natio, nonostante sia più volte che rischia la morte e nonostante inizialmente non sembri molto riconoscente a Simi, più che altro pretende di dover tornare a casa. Questo sicuramente spiazza un pochino ma è il suo egoismo, in parte, a renderlo tale poi ai fini della storia.
«Simidele. Ascoltami. So che sistemerai le cose. Ciò che è fatto è fatto. Non possiamo cambiare il passato, solo imparare da esso. Quello che succederà dopo dipende solo da te».
Il perno centrale della storia è tutto incentrato sull’errore di calcoli, se così vogliamo chiamarlo, di Simidele. Avendo salvato Kola mette a repentaglio ogni cosa, sia il suo essere Mami Wata, sia il viaggio che questa cosa la porta a compiere. E’ una storia che si incentra su un viaggio in mare alla ricerca della redenzione, del perdono e di tutto ciò che questo comporterà. Una storia di cultura africana e di miti che non conosciamo quasi per niente. Una storia che nonostante sia un retelling de La Sirenetta di Andersen, riporta tanti nuovi riferimenti che fanno riflettere il lettore, pagina dopo pagina.
Lo stile utilizzato è semplice e di piacevole e scorrevole lettura, vista in prima persona dal punto di vista di Simidele. La lettura del volume, nonostante non sia già molto grande di suo, si riduce drasticamente vista la fluidità con cui il tutto si muove e si vorrebbe che la storia non finisse con così tanta facilità.
L’epicentro del volume che è quello che poi mantiene tutto e crea curiosità e stimoli all’interno della lettura sono il world Building che è davvero ben strutturato e interessante, così come la mitologia africana, la schiavitù e il fatto che finalmente ci sia anche una sirenetta nera. E l’inclusione in questo volume è davvero grandiosa così come è fantastico la mitologia Yoruba e il contesto africano che apre le porte a qualcosa che non conoscevamo e che rende interessante la lettura fin dal principio. Si fa davvero fatica a lasciar andare il libro e lo trovo unico nel suo genere, non tanto per la sirenetta e il discorso del retelling che ovviamente è abbastanza ripetitivo a lungo andare, ma il fatto che sia tutto così originale, nuovo, fresco e introduca tematiche importanti e sono anche ben sviluppate.
Il finale si mantiene quasi aperto così da consentire un seguito che inizialmente non doveva esserci e che, invece, è stato poi realizzato e di cui potremo leggere se verrà portato in Italia anche quello. E’ una storia che ci fa sognare e che ho apprezzato molto se non fosse per l’innamoramento dei due, cosa che avrei preferito si mantenesse differentemente. Ma conoscendo il classico, si sa dove sarebbe andato a parare, quindi la meraviglia non è stata neanche troppa in realtà, ed è proprio per questo che magari cambiare le carte in tavola e mantenere un’amicizia piuttosto che un amore avrebbe reso ancor più sorpresa al tutto.
Tieni bene a mente l’obiettivo di questo viaggio e nonlasciarti… travolgere dai sentimenti. Per nessun essere umano.
(…)
Appartieni al mare ora. E’ proibito.
Il libro è una piccola perla sia per chi ha amato il grande classico de La Sirenetta di Andersen ma anche per chi si ritrova nel culto e nel mito africano, nella mitologia yoruba, sia per tutti quelli che vogliono scoprire delle credenze che non conoscevano e vogliano approfondire qualcosa che non si conosceva così apertamente. Consiglio senza alcuna esitazione la lettura del volume, così immersiva e delicata, tale da rendere questo viaggio unico nel suo genere.
Natasha Bowan ci regala un volume che, seppur tratti un retelling di una storia conosciuta e famosissima, finisce per essere sensazionale e originale in tutte le sue forme. Una vera storia immersiva nel cuore dell’oceano che ci consentirà di conoscere il mare, gli uomini e i miti africani nella loro bellezza, regalandoci una storia di una ragazza che sogna di riscattarsi e di poter vivere in un mondo decisamente migliore.
Il mio voto per questo libro è di: 4 balene e mezzo.
Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
Seguite le altre recensioni, spero possiate apprezzare:
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Sara ©