BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!
E’ un po’ che vi ho portato il Blogtour di questo volume che non ero più riuscita a finire di leggere e finalmente sono riuscita con un po’ di calma a portare a termine e, quindi, a parlarvene anche a voi. Un secondo volume di una serie che spero possa incuriosirvi, edita Mondadori, che ringrazio per la lettura. A voi:

Titolo: Il destino divide
Genere: Distopico
Data di uscita: 26 Giugno 2018
RECENSIONE
La storia ha inizio esattamente dove eravamo rimasti col volume precedente. Sulla nave che li trasporta lontano dal pianeta, Ryzek è prigioniero come Eijeh, tenuto in una cella in isolamento. Quello che però la cancelliera sta per fare all’interno della navicella spiazza tutto l’equipaggio e le sorti cominciano a cambiare quando Cyra ed Akos assieme ai famigliari di lui, scoprono che Lazmet non è scomparso come credevano e pronto ad attaccare senza alcuna pietà.
Cosa succederà fra i Shotet e i Thuvesiti? Riusciranno Cyra e Akos ad eliminare la tirannia e a riportare la pace fra i loro popoli? Cosa scopriranno lungo questo viaggio?
Mio padre non aveva mai mutilato nessun con le proprie mani. Né ordinò mai ad altri di farlo. Usava il suo donocorrente per controllare i corpi e costringere le persone a menomarsi da sé. La morte non era l’unica punizione che si potesse infliggere a una persona. Le si potevano infliggere anche gli incubi.
La trama è ben scritta, semplice e che suscita una certa curiosità anche se lascia uno spoiler non indifferente che avrei cercato di evitare in qualche modo. Nonostante questo ero curiosa di scoprire come l’autrice avesse deciso di terminare questa storia.
La copertina è in linea con la precedente e il mi piace il fatto del fulmine che può avere diversi significati, ovvero, ciò che Cyra può ancora fare oppure l’oscuro oblio che circonda il pianeta misterioso su cui cercheranno aiuto o come il fatto di sorprese in vista che possono sembrare un fulmine a ciel sereno.
Il titolo è la mera traduzione dell’originale, quindi apprezzo che sia stata mantenuta come l’originale. Il connubio fra copertina e titolo mi piace anche se avrei utilizzato la stessa copertina patinata per lino e l’altro volume senza differenziarli.
L’ambientazione è la medesima del volume precedente solo che esploreremo un’altra sezione della galassia giungendo su un pianeta in cui gli esiliati vivono per cercare di sopravvivere, nonostante il luogo non sia così ospitale. Quindi avremo modo di ritornare sia sui pianeti nativi che di viaggiare su altri pianeti. L’epoca è futuristica, come per quanto riguarda il precedente volume. Se volete maggiori dettagli potrete leggere anche la recensione precedente. Il mondo si divide fra i due pianeti principali Thuve e Shotet.
In thuvhesita, “posso” è una parola buffa. Contiene “posso”, “dovrei” e “devo” tutte accorpate insieme, e si riesce a comprenderne il vero significato solo dal contesto. Ciò a volte genera equivoci e questo probabilmente è il motivo per cui i fuorimondo considerano la nostra lingua “scivolosa”. Per questo, e perchè i fuorimondo sono pigri. Così, quando Isae Benesit mi chiede nella mia lingua madre se può fidarsi di me, non so bene cosa intenda. In ogni caso la risposta è una sola. «Certo».
I personaggi di questo volume sono i medesimi del volume precedente anche se ci sono delle aggiunte o comunque avremo modo di scoprire nel profondo altri personaggi, di apprezzarli o odiarlo e di avvicinarci in maniera differente alla storia.
Cyra ed Akos, rispetto al primo volume risultano molto più maturi e sicuri di ciò che possono fare, sia sul piano personale, che fra di loro che con i loro stessi donicorrenti. Ho trovato interessante come nel primo volume il cambio di scrittura in prima persona per Cyra e in terza per Akos.
Avremo modo di conoscere più a fondo Sifa, la madre di Akos, così come Eijeh e allo stesso modo o forse ancora più profondo visto che avremo un punto di vista anche di Cisi, sorella di Akos. Cisi che si in questo volume si innamora ed esprime il suo donocorrente al meglio delle sue possibilità anche se è risultata un tantinello ostica nel volume, complessivamente.
Eravamo intrappolati insieme in una ragnatela; causa ed effetto, scelta e fato tutti mescolati tra loro.
Il perno centrale di questa storia è ridare la pace fra il popolo di Thuve e quello degli Shotet e ridare al mondo una parvenza di serenità ormai dimenticata dopo anni di tirannia sotto i Shotet, dalla dinastia della famiglia di Cyra, i Noavek.
Lo stile utilizzato, in questo volume risulta essere similare al volume precedente. Nonostante l’autrice abbia affinato la sua penna e la scrittura non risulti fluida come è stato per la sua saga precedente, Divergent, apprezzo la scrittura e il coinvolgimento che riesce a creare la sua penna.
Per quanto riguarda la storia ho trovato particolarmente irritante il personaggio di Cisi. Un personaggio che, in questo volume, risulta molto più subdolo di quanto si mostra. Vista inizialmente Cisi sembra essere una ragazza pacata, silenziosa, che con il suo dono riesce a placare gli animi e non riesce mai ad esprimersi troppo come vorrebbe. Nonostante questo è risultato molto pesante il suo modo di porsi e mi ha dato un senso di inquietudine, nel cui silenzio riusciva a manipolare molto più di quanto sappiano fare gli altri. Un sorrisino di cortesia, tanta bella faccia e una buona dose di effetto ” calmante” per via dei suoi poteri.
L’intrigo che viene a crearsi fra i due eredi dei loro popoli e sulle loro profezie risulta meno banale di quello che pensavo e probabilmente, per quanto magari l’autrice avrebbe voluto creare l’atmosfera di Divergent, ha deciso di mantenere un finale più sobrio ma decisivo e importante per la storia stessa.
La storia d’amore poco invasiva e marginale. Sicuramente punto a favore. La storia che era venuta a crearsi fra Akos e Cyra in questo volume è sicuramente più leggera e meno invasiva visto che sembra quasi spegnersi mano a mano che si procede nella lettura. Resta comunque in secondo piano ed ho apprezzato la scelta perché si finisce sempre per mettere l’amore al centro di ogni cosa quando alla fine la storia risulta stucchevole e l’amore risulta poco adatto al contesto. Sicuramente un punto che ho apprezzato.
Ho trovato questo secondo volume, conclusivo, un buon volume anche se alcuni dettagli potevano essere spiegati più dettagliatamente. Il world building è un altro pezzo forte e in cui vi piacerà perdervi. Sicuramente due volumi da leggere.
Faceva male tutto, ma non mi importava più. Be’, mi importava, perchè nessuno vuole provare dolore. E’ un istinto di sopravvivenza. Ma finché la mia mente razionale era capace di sopraffare lo stato fisico, abbracciavo il dolore, lasciavo che mi spingesse a muovermi di continuo, freneticamente. Ero fradicia di sudore ed esausta, ma pronta a ricominciare. Qualunque cosa pur di rendermi più facile essere questa cosa bruciante e spasmodica che ero diventata.
Il libro è un secondo volume di una duologia assolutamente interessante che mi sento di consigliare agli amanti di una buona dose di fantasy, di tematiche spaziali spazio e sci-fi. Un duo di libri da leggere.
Veronica Roth con questo volume ci riporta a bordo delle navicelle tra due mondi pericolosi e in guerra. Una storia che unisce amicizia, amore, riscatto e riconquista tutto in un’unica storia emozionante. Da leggere.
Il mio voto per questo libro è di: 4 balene.
Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
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Che ne pensate allora? Pensate possa fare per voi? Io, nel frattempo, vi aspetto!
A presto,
Sara ©