BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!
Eccomi qui con una nuova recensione che spero possa piacervi. Un libro dalla storia particolare ed originale che ci mostrerà un posto nuovo che io, personalmente, non conoscevo e storicamente importante. Ringrazio la Fazi editore per avermi permesso la lettura di questo volume. Ve ne parlo subito, non temete. Vi sto parlando di:
Autore: Aldo Simeone
Titolo: Per chi è la notte
Collana: Le strade
Pagine: 284
Prezzo in libreria: € 16
Prezzo E-Book: € 7.99
Data Pubblicazione: 05-09-2019
Trama: Mentre la seconda guerra mondiale si avvia verso la fase più cruenta, tra i monti della Garfagnana c’è un paese che sembra rimasto escluso dalla Storia e in cui la vita è scandita da antiche leggende. Per gli abitanti di Bosconero è più forte il divieto di entrare nel bosco del timore della guerra e delle terribili notizie che arrivano dal fronte. In paese si racconta che tra gli alberi si nascondano inquietanti creature: gli streghi, spiriti che, dopo il tramonto, si aggirano con un cero in mano, il loro indice che arde e non si consuma, in un’infinita processione. Chi sono? Qual è la risposta alla loro oscura domanda: «Per chi è la notte?». Francesco, di undici anni, vive con la madre, malinconica e distaccata, e con la nonna che nutre le sue fantasie con i racconti popolari. Il ragazzino non ha amici e vive isolato perché, secondo le dicerie paesane, è figlio di un disertore. Ma quel marchio infame non è la sua unica vergogna. Ancora più inconfessabile è il richiamo del bosco, nonostante la paura di ciò che in esso si annida. All’arrivo dei nazisti, e dopo l’apparizione di strane luci nel fitto degli alberi, sarà Tommaso, un ragazzino dagli occhi verdi e dai capelli rossi, giunto misteriosamente da solo in fuga dalla città, a convincere Francesco a violare quell’estremo confine, oltre il quale bisogna scegliere da che parte stare. Un esordio nitido e visionario che guarda al dramma della Storia con gli occhi candidi e coraggiosi di un bambino. Un romanzo di formazione dallo stile evocativo, suggestivo come il paesaggio magico e incantato dei monti della Garfagnana. Un racconto, tenero e straziante, sulla fine dell’infanzia.
RECENSIONE
La storia ha inizio in un piccolo paese in Italia, nei pressi della Garfagnana, in cui un ragazzino di undici anni scopre il cambiamento per quanto riguarda se stesso ma anche nei confronti delle persone che lo circondano e nel paese stesso che, costretto dalla guerra, cede ogni giorno sempre più alle difficoltà. Dal suo amico Secondo, alla Matta del paese, alla nonna che cerca di tenerlo lontano dal Bosconero e dai famigerati Streghi che lo popolano, Francesco che di secondo nome fa Pacifico, si troverà costretto ad affrontare la verità su ciò che ha separato la sua famiglia ed ha costretto suo padre ad andarsene di casa, a ciò che popola il bosco e cosa significa affrontare la guerra. Non solo quella effettiva, che si trovava in Italia ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, anche quella interna che sembra logorarlo giorno dopo giorno. Tutto cambierà quando conoscerà il piccolo Tommaso.
Cosa succederà a Bosconero? Riuscirà Tommaso a scoprire qualcosa di più sugli Streghi e sul bosco che tanto lo affascina? Il padre di Pacifico è ancora vivo? Cosa scoprirà veramente il giovane protagonista?
A quel tempo morire non era la cosa peggiore. Non era nemmeno l’ultima. Questo a Bosconero lo sapevamo tutti. La guerra succedeva, e a volte te la dimenticavi, perché la sentivi normale, come la morte.
La trama è ben scritta anche se molto lunga e descrittiva, anche troppo. Infatti quando scelsi di leggere il libro mi limitai a leggere le prime due o tre righe, come faccio di solito, per evitare di spoilerarmi il libro e togliermi il gusto della lettura. Forse questa trama è un po’ troppo lunghina ed io non la leggerei tutta se fossi in voi ma è assolutamente rappresentativa della storia in questione.
La copertina di questo volume è davvero incredibile e, scusate se lo ammetto, ma è stata proprio lei ad attirarmi nella lettura. Rispetto alle altre copertine della Casa editrice in questione, questa mi ha attratto molto e sono rimasta poi incuriosita sia dal titolo che porta con sé, che la trama. Il titolo, è l’apice di tutta la lettura e racchiude l’intero significato di questa particolarissima storia. A Per chi è la notte, forse l’unica cosa che manca è un bel punto interrogativo e il titolo sarebbe stato il top perchè avrebbe rappresentato proprio la domanda che racchiude tutta questa storia e a cui si cerca di rispondere.
L’ambientazione è Garfagnana e il Bosconero, un piccolo paesino che si trova nei pressi di Garfagnana, oggi l’attuale Bosconero è Fabbriche di Careggine, un paesino fantasma abbandonato dal 1947, subito dopo la guerra dove oggi c’è un lago artificiale che viene svuotato dopo anni per riportare alla luce il piccolo paese ancora intatto. L‘epoca in cui è ambientata questa storia è nel periodo della Seconda Guerra Mondiale.
«Perché non fai come tutti gli altri?». Aggrottò la fronte per chiedermi spiegazioni. «Mi evitano». Si strinse nelle spalle e fissò la vallata. «Che colpa c’abbiamo noi se siamo figli di babbi sbagliati?». Fu per quella risposta che gli perdonai tutte le sfottiture, i silenzi e le improvvise sparizioni, le botte e le verità spiattellate in faccia. Per quella risposta accettai anche che non fossimo amici. Forse Secondo non era migliore degli altri, ma era come me.
I personaggi di questa storia non sono poi molti e sicuramente è opportuno concentrarsi molto più sul protagonista principale, il nostro Francesco che di secondo nome fa Pacifico. Non ci sono molti altri personaggi che spiccano davvero se non Secondo, un ragazzo del paese che sembra arrogante e saccente ma che, nonostante tutto ha un rapporto quasi di amicizia con Pacifico, e il piccolo Tommaso, un giovane dai capelli rossi che il Don ha tenuto per un po’ nascosto nella chiesa.
Francesco / Pacifico è un ragazzino particolarmente solitario. Non è un tipo che ama la compagnia, neanche quella di Secondo, infatti si limita ad acconsentire i suoi modi senza prendere davvero una posizione. Francesco ha problemi di salute ed è particolarmente triste da quando suo padre ha abbandonato la loro casa per scappare dalla guerra. In più, è confinato in paese perchè chiunque si addentra nel bosco, finisce per diventare uno strego. Questo ciò che ha sempre raccontato la nonna a Francesco e ciò a cui lui ha finito per credere, tanto da pensare che anche suo padre lo sia diventato. Tutto nel paese sembra girare attorno all’antica leggenda e tutti si tengono alla larga dal Bosco. Francesco, invece, ne è attratto proprio come tutte le cose che sembrano proibite e noi cerchiamo di ottenere comunque soltanto per mero spirito di contraddizione.
«Si chiama Bosco delle Sorti. È pericoloso. Ci si può entrare solo con la bulletta». «Con cosa?». «Col permesso scritto. È per via degli streghi. Dopo il tramonto, si vedono delle luci. Le ho viste pure io». «Cosa sarebbero questi streghi?». «Anime cattive. Morti, forse. Vanno dopo il tramonto, in processione al lume di candela e, se li incontri, ti chiedono: “Per chi è la notte?”. Se sai la risposta, puoi andare. Sennò, fingono di riaccompagnarti a casa, ma in realtà resti con loro per sempre».
Il perno centrale di questa storia è il bosco con gli Streghi e risiede tutto nel titolo. Perchè nel titolo direte voi? Perchè è nel Bosco che gli streghi domandano “Per chi è la notte?”. Se non si sa rispondere a questa domanda si diventa streghi e si finisce per vagare all’interno del bosco per sempre. Questa è la leggenda ed è così che Francesco, detto anche Pacifico, cercherà di ritrovare suo padre.
Lo stile utilizzato dall’autore è molto semplice, il libro è abbastanza contenuto e si legge nel giro di davvero poco tempo. Non è ultra scorrevole ma posso dire di piacevole lettura.
Sicuramente il top di questa storia è l’ambientazione che ha sviluppato l’autore. Ha preso un luogo veramente esistito ai tempi della Seconda Guerra Mondiale e ci ha montato sopra una storia surreale, a tratti anche magica. Ho amato il posto descritto e le sue sfaccettature, compreso il bosco, tant’è che speravo fosse un posto effettivamente esistente. Infatti nei ringraziamenti verrà citato e sono felice di aver scoperto una cosa che prima non conoscevo.
Per quanto riguarda il protagonista non è riuscito a colpirmi come doveva ma forse anche dal fatto che il suo cambiamento e tutte le cose che saranno scoperte all’interno del volume non sono poi chiare come si doveva. Ancora non riesco a capire davvero la figura di Tommaso ed ho davvero pensato che il nostro protagonista soffrisse di qualche patologia grave. Non posso dirvi di cosa si tratta od a cosa ho pensato altrimenti influirei sulla vostra percezione se decideste di leggere il libro ma sono ancora parecchio frastornata dalla questione. Infatti non rimane molto chiaro dove effettivamente va a parare su alcuni punti. La tematica del cambiamento e il passaggio dall’infanzia all’adolescenza è sicuramente chiaro ma ci sono tante sfaccettature all’interno del volume, secondo me, lasciate a se stesse e questo è sicuramente un punto a sfavore.
Infatti tra questo e l’ambientazione e la storia la bilancia resta abbastanza equilibrata e punto sicuramente a consigliare la lettura. Infatti ho trovato la storia sicuramente non monotona e ben strutturata oltre che quasi surreale e magica, dettata sia dall’ambientazione e delle leggende del posto, sia dalla fantasia del piccolo Francesco e di chi lo circonda pur di salvarlo e di tenerlo al sicuro dalla guerra. Una storia che mi sento di consigliare a tutti quei lettori che amano storie ambientate in epoche passate ma con un pizzico in più, che sanno toccare il cuore.
«Tu smetti di credere agli streghi, e io smetto di credere alla guerra». Aggrottai la fronte, contrariato. Ma i suoi occhi erano verdi come le cose più antiche e, quando ti puntavano, non avevi scampo. Ripetutamente, fece di sì con la testa. «Non è mica possibile». «Cosa?». «Smettere di avere paura». «Sì, invece. Si sceglie anche quello». «Si sceglie tutto per te?». Mi sorrise. «Te sei grullo», ripetei.
Il libro è sicuramente una lettura che tutti dovrebbero intraprendere. Nonostante ci siano state delle cose che non mi hanno convinto pienamente, la storia è originale, piacevole e si scoprono delle cose nuove e assolutamente innovative, in tempo di guerra in cui ormai è anche solo difficile immaginare di ambientare un libro che finisce per essere etichettato come monotono.e
Aldo Simeone è sicuramente un autore da tenere in considerazione. Ho apprezzato molto questa lettura per l’ambientazione originale e unica al mondo, credo, o almeno in tutti i libri che io abbia letto fino ad ora. Una storia particolare, quasi magica anche se difficile, dura che ci dimostra il duro percorso e il cambiamento dalla giovinezza all’adolescenza.
Il mio voto per questo libro è di: 3 balene e mezzo.

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
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A presto,
Sara ©