BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!
Altro giro, altra corsa per questa recensione che stava aspettando solo voi! Innanzitutto, come state? Io bene e sono entusiasta di portarvi una nuova raccolta di poesie di quest’autore di cui vi avevo già parlato in precedenza. Per i più curiosi può andare QUI e scoprire di cosa sto parlando. Per tutti gli altri, vi parlo subito di questa lettura:
Titolo: D come Davide. Storie di plurali al singolare
Autore: Davide Rocco Colacrai
ISBN 9788833287140
Prezzo 13,00 euro
Formato 12×17 con alette e segnalibro ritagliabile
Pagine 92
Link d’acquisto: https://amzn.to/49K5Zja
Trama: “La Poesia e la Musica / non sono cose terrestri / appartengono al Mondo Superiore.” Così scriveva il Maestro Peter Deunov. Sono anni che mi faccio perseguitare da questa idea, tanto precisa quanto instancabile, di realizzare attraverso i miei versi una forma di confessione, che dalla sua dimensione strettamente personale possa con naturalezza trasformarsi in una storia del mondo alla quale chi ha il coraggio di accostarsi possa ascoltarsi, e persino riconoscersi. Ed è arrivato il momento oggi di affidarvi i suoi frammenti, le sue “storie di plurali al singolare”, in modo che ciascuno possa ricomporli nella più bella delle orchestre che i versi sanno creare: quella del cuore. (Davide Rocco Colacrai)
RECENSIONE
La raccolta di poesie in questione raccoglie ventisei poesie suddivise fra di loro in sei parti in base a temi o questioni che vengono trattate. Più di ogni altra cosa l’autore riesce a trasportare al lettore avvenimenti, personaggi e stragi realmente accadute facendo permeare per ognuna di esse gli stati d’animo e ciò che più ha finito per colpire il poeta, con un linguaggio delicato e ricco di significato. E l’autore decide di racchiudere i suoi sentimenti riguardo ad eventi, cose e persone e fatti che sono realmente accaduti sentendoci ancor più vicini a ciò che ci ha colpito ma sulle quali, magari non ci eravamo soffermati abbastanza.
Cosa ci aspetterà una volta che ci addentreremo nell’animo e nel cuore dell’autore? Cosa ci vuole comunicare e cosa finirà per colpirci più di ogni altra cosa? Quali emozioni e sensazioni vuole condividere con il lettore?
Ci dicono che siamo uomini e nient’altro,
nomi verticali arati nella linea dell’orizzonte,
l’imitazione della carne, la solitudine precisa dell’ora.
(…)
La trama della silloge non ce la spiega e si capisce fino ad un certo punto su cosa verterà la raccolta sia di cosa andrà a parlare. Posso però dire che l’autore ha messo tutto se stesso per cercare di consentirci di capire cosa ci stava donando con tutto se stesso: come ha percepito cose, persone ed eventi in maniera del tutto quasi magica, se si può dire. Una raccolta che racchiude dei sentimenti che accomunano tutti noi.
La copertina si rifà ad una delle illustrazioni all’interno della raccolta e che suddivide una parte dall’altra. L’immagine la vediamo a colori, rispetto a come la troviamo all’interno del volume che finisce per essere più delicata e tenue. Nonostante non sia un disegno che mi fa impazzire personalmente, trovo che sia di un significato impattante. Perchè l’albero vive e nelle sue radici – e sotto la terra stessa – c’è ancora il bambino che spesso ci dimentichiamo di tenere al nostro interno, che nascondiamo o che ci contraddistingue ancor oggi. Una copertina che funziona tutto sommato.
Il titolo è un po’ pretenzioso se si pensa globalmente a ciò che abbiamo a primo acchito ovvero l’iniziale e il nome dell’autore ma se si prende tutto assieme il significato assume tutt’altro valore, specialmente se si aggiunge ciò che c’è dopo. Perché questo volume è una raccolta di poesie che parla di molti – che siano essi eventi, persone o cose – da una persona sola, al singolare. E trovo che non ci sia titolo più azzeccato per questa raccolta di poesie. Calza a pennello apposta per questo volume.
ci sono troppi ricordi a farsi strada
in questo silenzio,
fanno orbitare il mio cuore
in un valzer di vendemmia affinché non scordi niente,
resiste un solo desiderio
nella striatura grigia del pelo,
la favola più bella prima di concludere
il mio addio.
Il perno centrale di questa raccolta è proprio quello di accogliere un qualcosa di corale, che unisce e che accomuna più persone sotto il punto di vista di un unico. Il fatto è che questo singolo ci consente di carpire tutti i sentimenti e le emozioni esternate come nostre e consentendo di unire lettore e scrittore in maniera unica e singolare.
Lo stile utilizzato dall’autore è descrittivo, sentimentale, articolato seppur sia fluido e di piacevole lettura. Ad ogni poesia, questa volta, ha aggiunto delle relative spiegazioni o dei riferimenti che ci aiutano a comprendere meglio il periodo storico o da dove deriva ciò che ha aggiunto. Le poesie non sono molte ma sono lunghe e commoventi, ricche di significato che colpiscono il lettore verso dopo verso. La lettura è leggera e piacevole ma questo non intacca sulla profondità dei temi trattati che colpiscono come un pugno allo stomaco.
Le poesie si rifanno a diversi temi e cose accadute, così come a cose personali per l’autore che si mescolano ai sentimenti provati per degli eventi che hanno colpito tutti, indistintamente; c’è la poesia su Falcone e su Borsellino, la strage del ponte Morandi a Genova, quella dell’Hotel Rigopiano, quella verso suo nonno o il suo cane che mi hanno emozionato molto visto che mi hanno ricordato il mio, su dei cantanti così come qualcosa sul Cile. Non voglio lasciarvi troppi dettagli per non rovinare l’esperienza di lettura, infatti, questi sono sono alcuni dei temi che vengono trattati… una richiesta al non dimenticare, come dice lui stesso nel titolo di una sua poesia. In teoria su troppe cose si dovrebbe scrivere per non dimenticare ma spesso l’uomo lo fa ugualmente e tentare di recuperare è pressoché impossibile; non bisogna perdere mai la speranza che è quella che ci manda avanti passo dopo passo e ci fa sperare in un mondo migliore.
La raccolta, nonostante unisca molte persone ed eventi diversi fra loro, mantiene un’andatura leggera e mai scontata creando, in punta di piedi dei ricordi rilasciando delle emozioni che non sono così difficili da dimenticare. Non sono ad impatto diretto ed ogni poesia ha bisogno di essere analizzata e digerita dal lettore singolarmente, con pacatezza e calma. Io preferisco le poesie brevi e concise, lo ammetto, ma queste colpiscono e rendono bene ciò che l’autore vuole dirci nonostante non riesca a rendere bene sul breve.
Ci sono uomini i cui c’era una volta,
come cerchi di rondine che preannunciano la terra,
li rendono nonni.
Globalmente trovo che sia una raccolta di poesie che tutti, prima o poi dovrebbero leggere. Non perché sia meglio o speciale rispetto ad altre ma perché contiene l’essenza di molte cose che abbiamo vissuto e di cose che l’autore voleva raccontare e condividere con il lettore stesso alla quale sentiva l’esigenza di comunicare.
Davide Rocco Colacrai ci immerge nel suo mondo offrendoci una finestra su emozioni e ricordi che non passano inosservati e sulle quali, spesso, finiamo per non soffermarci. Gioca con i sentimenti e ci appallottola lo stomaco mostrandoci come dice il suo stesso titolo la pluralità da un singolo. Siete pronti a seguirlo?
Il mio voto per questo libro è di: 4 balene e mezzo.
Si ringrazia l’autore e la casa editrice per la copia omaggio
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Cosa ne pensate? Potrebbe essere di vostro gradimento questa raccolta di poesie? Io spero di si e vi lascio alle vostre cose. Come sempre vi aspetto qui!
A presto,
Sara ©