BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!
Cari lettori, buon sabato! Sono qui oggi per parlarvi di un libro per chi devo ringraziare la casa editrice Delrai Edizioni. Un bel libro massiccio che ci porta nel pieno della seconda guerra Mondiale. Siete pronti a scoprire di cosa to parlando? Ve lo racconto subito:
Titolo: IL CIELO D’ACCIAIO
Autore: Beatrice Simonetti
Genere: Storico
Edizione cartacea: brossura con sovraccoperta
Prezzo cartaceo: 22,00€
Prezzo eBook: 6,99€
Link d’acquisto: https://amzn.to/3InRh6j
Trama: Miroslaw Nowak è un reduce della Grande Guerra. Il primo conflitto mondiale gli ha portato via molte cose oltre alla gamba sinistra, ma non la voglia di vivere. Ormai felicemente sposato, ha un negozio di copricapi a Friedrichshain, anche se le difficoltà dovute alle sue origini ebraiche rendono il futuro incerto. Sarà Yannick Händler, un ragazzino sfregiato, a sfidare le convinzioni sociali e ad affezionarsi ai Nowak, facendo breccia nell’animo dell’uomo e della figlia Käthe. Quattro anni dopo, Johannes Händler sogna a occhi aperti di diventare un aviatore della Luftwaffe e condivide le proprie ambizioni con Wolfgang Ebert, l’amico di sempre. Quella carriera gli è però preclusa, a causa dell’ostilità del padre nei confronti del partito nazionalsocialista, situazione che fa indispettire Hermann Reinke, gerarca nazista interessato a piegare la famiglia di Hannes agli ideali del Terzo Reich. Per questo il ragazzo pagherà a caro prezzo la realizzazione dei suoi sogni. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale sovvertirà gli equilibri internazionali e le vite di Miroslaw, Johannes ed Hermann si incroceranno come nessuno dei tre immaginava.
RECENSIONE
La storia ha inizio in un negozio di cappelli in cui Miroslaw Nowak se ne sta a lavorare seppur con difficoltà visti i tempi difficili a Berlino. È in corso la presa del potere di Hitler e fra le strade gli ebrei cominciano ad essere visti male ma Nowak riesce ancora a lavorare un poco. In una giornata tranquilla, un ragazzino che guarda curioso la vetrina finisce per intrufolandosi di nascosto perché il negozio di Miroslaw è ebreo mentre lui è un tedesco. Da quel momento ha inizio un profondo legame tra la famiglia dei Nowak e quella degli Händler in cui Yannick è il piccolo e il maggiore, Johannes che sogna di diventare un aviatore assieme al suo migliore amico Wolfgang; c’è loro padre famoso pittore che non vuole iscriversi al partito se non sotto costrizione, c’è la piccola Kathe, figlia di Miroslaw e c’è il pericoloso comandante Reinke che finisce per tenere sotto controllo entrambe le famiglie manipolando il tutto come dei burattini nonostante non sia così semplice il tutto.
Cosa succederà a Miroslaw lungo il corso della guerra e cosa ne sarà di lui e di sua figlia? Riuscirà Johannes a divenire aviatore? Cosa ne sarà di Wolfgang e riusciranno a ricongiungersi, i due amici? Cosa è accaduto a Reinke e cosa l’ha reso così? Cosa, e soprattutto, come cambierà il corso di tutte le loro vite?
Non osò guardare il volto crucciato di Yannick Händler. Stava chiedendo ai due ragazzini di non essere più amici e non riusciva a dare loro neppure una spiegazione valida per attribuire un senso a quel sacrificio. Semplicemente, non potevano; non potevano più scherzare tra loro e non potevano neppure permettersi di comportarsi come due dodicenni innamorati della vita. Stava chiedendo loro di crescere e di farlo in fretta, prima che la realtà li travolgesse. Perciò, quando si fiondò nel corridoio, cercò di scacciare via i sensi di colpa che lo assalirono. Col cuore stretto in una morsa, si convinse di aver fatto la cosa giusta.
La trama è molto bella e ritengo che non poteva essere resa più breve di così vista anche la mole del libri che finisce per essere abbastanza considerevole. E’ una trama che parte esponendoci Miroslaw ma che finisce per coinvolgere all’interno del volume, molto più Johannes di tutti gli altri e di ciò che ci si aspetta. Tenetevi pronti perché non sarà solo una storia sulla seconda guerra mondiale ma una storia di riscatto, di amore, di dolore e di estremo coraggio. Una trama ben costruita che punta dritto a ciò che questa storia ci vuole dire… ottimo lavoro.
La copertina è qualcosa di unico e la Delrai riesce sempre a colpire nel segno sviluppando – insieme ai suoi collaboratori ovviamente – dei veri e propri capolavori grafici di cui questo non è da meno. Vediamo un campo di grano in cui vi è un taccuino, quello che Hannes continua a portare con sé, relativo al suo amico Wolfgang e la maschera da aviatore visto che ciò è diventato. E’ una copertina che rende assolutamente giustizia alla storia che viene narrata e trovo che la rappresenta a 360 gradi. Il titolo del volume rappresenta ciò che è la guerra e gli aerei nel cielo ovvero un cielo fatto di acciaio, di caccia e aerei che distruggono popolazioni innocenti dall’alto. Un titolo forte e determinante per questo volume che non lascia scampo e nel quale il lettore si ritroverà immerso.
L’ambientazione della storia si muove principalmente in Germania e la capitale Berlino seppur ci sposteremo lungo altre zone di guerra e di dominio tedesco, campi di concentramento e quant’altro. Non resteremo fermi in un unico posto e volgeremo i nostri sguardi in diversi punti seppur questo sia specificato quasi più nel titolo che nelle descrizioni dei luoghi che ormai sono quasi solo devastazione e morte, dolore e pericoli per chiunque sia nei paraggi; l’epoca di questa storia si svolge nel corso della seconda Guerra Mondiale e ci sono dei ricordi di personaggi che risalgono a qualche anno indietro. Principalmente ci troviamo in questa fascia e continueremo lungo questo. Soltanto andando a cercare alcune news ho scoperto che il volume è il sequel di Il fiume di nessuno – cosa che non avevo minimamente capito – e prende la vita del figlio di Benjamin Handler che vedremo protagonista nel libro poco fa citato. Nonostante questo la storia è a sé stante quindi potete leggerla tranquillamente anche senza aver letto il precedente come la sottoscritta che l’ha comprato quando uscì e ancora lo deve leggere – POLLA! POLLA! Continuo a ripetermelo di continuo visto che ciò che compro alla fine rimane indietro alla stregua di ciò che esce e di ciò che ricevo da leggere. Dovrò rimediare quanto prima.
«Non alzare la voce» lo rimproverò Reinke, mentre anche i signori al tavolo più vicino si voltavano nella loro direzione, per assistere al dibattito. «Si dovrebbe stare lontani dagli ebrei, altrimenti si rischia di condividerne la sorte.» La mano di Hannes sbatté sul tavolo, involontariamente, e tutti, anche coloro che avevano ripreso a mangiare, lo fissarono con i loro occhietti piccoli e giudici.
I personaggi di questa storia sono davvero tanti trattandosi di un libro multi POV. In primo piano troviamo Johannes detto anche Hannes che sogna di diventare aviatore cercando di mantenersi sulla linea del partito e di ciò che il Fuhrer così come l’esponente del partito maggiore Reinke vorrebbe. Eppure per via di suo padre, il famoso pittore Benjamin Handler, che non vuole iscriversi al partito tedesco i suoi sogni rischiano di andare in frantumi e vendersi resta la cosa più grande da fare per tentare il tutto per tutto e cercare di realizzarsi.
Johannes è un personaggio che per la maggior parte della storia lo prenderesti a ceffoni non essendo il classico personaggio al quale riesci ad “agganciarti” (passatemi il termine) emotivamente, anzi, tutt’altro. E’ un personaggio che se c’è da commettere scelte discutibili finisce per commetterle pur di aver salva la pelle, pur di dar sfogo ai suoi sogni, pur di mantenersi all’interno del partito e mantenere il suo lavoro. E’ un personaggio complesso che ci permette di affrontare, ad ogni modo, il lato oscuro della Germania nazista ovvero di coloro che alla fine erano costretti a fare di tutto pur di mantenere cara la pelle. Questo discorso è vero per Hannes solo in parte anche perché lui credeva fermamente ai valori nazisti e andava contro gli ebrei almeno fino a che non si presenta qualcosa di doloroso e difficile da accettare. Un personaggio ambiguo, devo ammetterlo, seppur in alcuni punti mi abbia quasi fatto tenerezza. Specialmente per via di Wolfgang, personaggio che ho amato in questa storia.
Miroslaw è uno di quei personaggio forti, temerari e audaci e mi ha fatto una terribile pena con quel pigiama a righe. E’ un cappellaio ebreo a Friedrichshain ed ha perso sua moglie tempo prima. Nonostante questo tiene molto alle sue due figlie: Elde, la piccola, e Käthe, la maggiore. Entrambe hanno un caratterino singolare e diverso dall’altra seppur alla fine avremo modo di sapere qualcosa in più solo della maggiore che ha un qualche legame con Yannick, il ragazzino con il quale persino Miroslaw aveva legato molto. Quest’ultimo è un personaggio che colpisce molto inizialmente ma che successivamente ritroveremo poco e a sprazzi.
Reinke è un gerarca nazista davvero crudele che pensa che dispensando dolore e atrocità possa convertire le persone forzandole ad entrare nel partito o a dire e fare cose che lui vuole sentirsi dire. Cerca di piegare le persone al suo volere ed è un personaggio duro, ostile, austero, anche dal passato difficile. E’ un personaggio che sono certa odierete e che vorreste gli fossero inflitte le cose che fa alle persone che lo circondano o che hanno a che fare con lui.
«Ho sempre diffidato dei giovani piloti come voi, perché una volta ero così anche io. Lassù, dentro ai vostri aerei scintillanti, prendete le distanze dalla guerra vera e propria, e ne vivete un’altra tutta vostra. Perciò, penso che sia importante farvi uscire dalla teca di cristallo in cui vi siete barricati. Memorizzatelo: da un combattimento non si genera solo fuoco e fumo, ma anche e soprattutto sangue.» Col proprio stivale calpestò il braccio già sanguinante del sovietico e l’uomo si contorse in balìa di agghiaccianti urla. Quelle grida incontrollate gli si scolpirono in testa e in quell’istante Johannes desiderò soltanto farle cessare. Cercò di mantenere il sangue freddo, come quando era in volo, anche se la sua schiena si arcuò appena, tradendo l’apparente compostezza.
Il perno centrale di questa storia gira tutto attorno alle atrocità che la seconda guerra mondiale ha portato con sé. E’ una storia ovviamente romanzata di quanto poteva accadere e di determinati personaggi che prendono diverse fazioni all’interno della guerra: un comandante importante, un ragazzo tedesco e un ebreo. E questa è una rivisitazione di ciò che poteva accadere, di ciò che accaduto e di quanto questo abbia sconvolto e cambiato il mondo per sempre; una storia di amore, dolore, sacrificio, di crudeltà e di ideologie inconfutabilmente folli.
Lo stile utilizzato in questo volume ormai è garanzia e caratterizza l’autrice più che mai. L’ho vista libro dopo libro migliorare e migliorarsi e così anche il suo stile, la ricerca dei dettagli e di come viene impostato il volume stesso e dietro si vede che c’è sempre più la voglia di cambiare e rinnovarsi oltre lo studio dei dettagli che – di sicuro – non manca. E’ una storia fluida dal punto di vista della trama e della narrazione seppur trovo sia stata leggermente lenta nei dettagli che l’autrice ci regala esponendo le voci di tutti i personaggi che percorreranno questa storia. Infatti ammetto che in alcuni momenti la storia sembra non scorrere perché, presi da tante cose e da tanti personaggi, non si capisce dove si voglia andare a parare. Questo lo si capisce andando avanti nella lettura eppure all’inizio sembra presentare tanto e perdersi tra le righe di cose che vuole mostrarci e che vuole dirci seppur sia tutto incredibilmente realistico e ben costruito.
La storia è scritta in prima persona trattando più di un personaggio per questo prima vi ho specificato si trattasse di un multi POV (point of view). E’ pur vero che principalmente ritroveremo Johannes a comandare le fila di questa storia – e che finisce per essere il fulcro di ogni cosa – eppure trovo che a livello di forza emotiva a trascinare la storia sia tutto ciò che lo circonda e tutti gli altri personaggi che da lui differiscono totalmente. Infatti trovo che più che Johannes, a mantenere una parvenza di animo docile in lui sia la possibilità di rivedere Wolfgang e la speranza di un futuro diverso da quello che sperava di avere all’inizio della storia, così come Miroslaw che ha accettato suo fratello nella sua casa e ha sopperito ad una grave mancanza per colpa dello stesso protagonista principale. Questi personaggi sono forti e determinanti a creare una storia, un legame in un contesto storico e sociale difficile nel quale l’autrice sembra trovarsi famigliare e nel quale riesce ad accompagnare il lettore per mano.
La bravura sta nella scrittura dell’autrice che eccelle nel rendere veritieri i sentimenti, le emozioni e l’umanità dei personaggi stessi consentendogli di commettere errori, di potersi riprendere seppur sia tardi e di prendere cause e conseguenze dei loro gesti, pagina dopo pagina. E posso solo dire che mi sono sentita trascinata, pagina dopo pagina, all’interno del suo volume tra le fila di quei poveri condannati, su un caccia tedesco e all’interno di una società distruttiva che ha lacerato il mondo tra incertezze e paura, tra dolore e sofferenza dal quale sembra non esserci via d’uscita. La speranza è ciò che muove dei protagonisti, la rabbia degli altri, il dolore altri ancora. Non posso non esaltare questa dote dell’autrice che ha davvero del sorprendente. Le emozioni e le tematiche affrontate sono diverse e c’è anche dell’LGBTQ+ all’interno del volume seppur non sia il fulcro ma solo la parte emotiva e romanzata della storia che tocca solo alcuni punti.
Quando finalmente mi ha lasciato gli ho dato una spinta per allontanarlo e lui mi ha raggiunto di nuovo, stavolta per stringermi le spalle e sussurrarmi che non avrebbe mai più fatto una cosa simile, neanche per scherzo. Qualunque cosa il Führer decida di fare, spero solo che non mi separino da Hannes.
Non posso non dare il massimo dei voti a questo volume per la storia, per ciò che mi ha fatto provare e per i messaggi che esso porta con sé seppur lo abbia trovato di più ostico a livello di fluidità e di lettura. Probabilmente molto è dovuto al fatto che il personaggio principale è difficile da digerire e comprendere veramente seppur si sforzi e cambi molto all’interno del volume. E’ un libro che di sicuro non si dimentica tanto facilmente. Consiglio la lettura a chi ama i libri storici e a chi cerca una storia che ci permetta di ricordare quello che è stato e che faccia in modo che questo non accada più.
Beatrice Simonetti scrive una storia per cui trovo sia riduttivo dire che sia per non dimenticare. L’autrice scrive questa storia, a mio parere, per esporre una storia vera, cruenta e cruda, che possa essere alla portata e alla stregua di ognuno di noi. L’autrice scrive una storia che porta fatti realmente esistiti in un contesto che lei ha immaginato per noi e che ha reso vivido, fin troppo reale. Una storia toccante, che vi colpirà tutti come un aereo in guerra, dall’alto.
Il mio voto per questo libro è di: 5 balene.
Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
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Cosa ne pensate di questa storia? Potrebbe fare al caso vostro? Io come sempre vi aspetto qui e spero possa piacervi.
A presto,
Sara ©