REVIEW PARTY: NON ERA VERO DI CLAIRE MACKINTOSH (#260) + APPROFONDIMENTO

BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!

Nuovo giorno, nuova recensione, nuovo evento! Spero che questo possa piacervi o interessarvi. Un nuovo thriller – visto che ultimamente mi mancano, visto che non sto leggendo altro (lo sto facendo nel frattempo, tranquilli!). Ringrazio la DeAgostini per averci permesso la lettura in anteprima e Chiara per avermi coinvolto in questa bella iniziativa. Ecco qui:

9788851168186_3870984c44e7e3d4acd9ac76e1478303Titolo: Non era vero
Autore: Clare Mackintosh
Editore: Dea Planeta
Genere: Mystery
Data di uscita: 12 Febbraio 2019
Link d’acquisto: https://amzn.to/2SoaMV0
Trama: Anna è sconvolta quando, a sette mesi di distanza dalla morte per suicidio del padre, sua madre sceglie di togliersi la vita nello stesso identico modo. Almeno, questo è quanto stabilisce la polizia. Ma qualcosa dentro Anna, innamorata del suo ex terapeuta e da poco divenuta mamma, si ribella all’evidenza. Nulla, nel passato della sua famiglia, giustifica un epilogo tanto drammatico. Trascorso qualche tempo dal nuovo lutto, Anna riceve un biglietto anonimo che sembra confermare i suoi sospetti. Tanto basta a spingerla a rivolgersi alla polizia nella speranza che il caso venga riaperto. L’unico disposto a darle ascolto, però, è Murray Mackenzie, poliziotto in pensione. Mackenzie, marito devoto di una donna che soffre di depressioni violente, si impegna a riaprire ufficiosamente il caso, convinto che solo nuovi e concreti indizi potranno persuadere i colleghi a prendere sul serio i dubbi di Anna…

APPROFONDIMENTO: I LUOGHI.

Immagine correlataNon si ha un vero e proprio luogo di appartenenza. Viene citata Beachy Head, una scogliera o promontorio da cui i genitori di Anna sembra si siano suicidati. Questo posto si trova effettivamente in Inghilterra. La vista è affascinante, non c’è che dire ma è anche il luogo in cui avvengono maggiori suicidi. Per questo la polizia non esita un secondo a classificarli come tale. Il mare è per la maggior parte alta marea ma è comunque un posto incredibile da visitare anche se personalmente avrei un pochino paura. Ecco una citazione proprio di quel luogo, suggestivo, folkloristico e magico, quasi misterioso:

Il promontorio si ergeva sopra di lui, ogni passo lo portava un po’ più in alto rispetto al livello del mare. Secondo il folklore locale, a Beachy Head convergevano diverse “linee temporanee” o “linee di prateria” negative che inducevano al suicidio gli individui particolarmente suscettibili. Murray non credeva alla magia e ai misteri, ma era difficile ignorare il potere di quel luogo.

C’è un piccolo pub dove i residenti sembrano conoscersi ma allo stesso tempo pericoloso. “Un luogo di ossessione e agonia”, cito dal libro. Ed è proprio così, perchè Anna non riesce a darsi pace per la morte dei propri genitori.

Altro luogo fulcro di questa storia è la casa dei genitori di Anna dove essa stessa ora vive e convive con il suo ex terapeuta Mark e sua figlia Ella di pochi mesi. E’ una casa molto grande , situata in un quartiere chic del posto. Tanti sono i segreti nascosti dai genitori di Anna, tante sono le cose non dette ed i ricordi della vita da adolescente o da bambina riaffiorano più volte nella mente della giovane protagonista.

Mercedes Benz Parked in a RowAltro posto da non sottovalutare è la Johnson’s Cars. Il rivenditore di auto tirato su con tanta fatica dal padre di Anna di cui adesso lei gestisce solo la parte da supervisore mentre Billy, suo zio, ne ha preso le redini. Anche se tutto va in malora è un luogo di lavoro e sacrificio, un luogo che non ha rilievo fondamentale per la maggior parte della storia ma che è popolato di ricordi e di lavoro sodo. Un luogo in cui anche Anna tanti anni addietro, prima di lavorare per Save the Children ha cominciato come addetta alle vendite per imparare il mestiere.

RECENSIONE

Person Holding Baby's Feet in Selective Focus PhotographyDopo aver perso il padre in un misterioso suicidio alla scogliera, sette mesi dopo anche la madre di Anna replica il suicidio e si getta anche lei dalla scogliera. Dopo un anno lei convive con il suo terapeuta Mark dal quale ha avuto una bambina che ha due mesi. Quando alla porta arriva uno strano biglietto con su scritto: “Suicidio. Ne sei sicura?” per Anna si infiamma una vecchia ferita ancora aperta e mille dubbi cominciano ad insinuarsi verso tutto e tutti. Così, mette tutto in mano al detective Murray che sembra essere l’unico a prendere sul serio la situazione.

Cosa succederà ancora a casa di Anna? Cosa le nascondevano i suoi genitori? Chi è che si prende gioco di lei e della sua famiglia? E’ davvero un suicidio quello dei suoi genitori?

Ho smesso di andare in terapia quando mi sono resa conto che tutte le parole del mondo non avrebbero potuto restituirmi i miei genitori. Ora oscillo tra il dolore e la tristezza. E per quelli non esiste cura.

Risultati immagini per let me lieLa trama racconta la base di ciò che accade in questo libro, gli inizi e quanto narra a storia limitandosi a fondare le basi e non sparpagliando spoiler gratuiti. Per fortuna.

La copertina è interessante. Rispetto al libro precedente che era stato portato in Italia, questa copertina mi piace molto, davvero. Nonostante quella originale che vedete qui di lato è sicuramente più appropriata al libro perchè racconta una vicenda che effettivamente succede, mentre in quella italiana c’è una donna al buio in bicicletta in una strada di periferia nei boschi, posso dirvi che quella italiana attira molto di più l’attenzione, almeno per questa volta. Devo ammetterlo. O almeno è l’effetto che fa a me. Il titolo, invece, è stato completamente modificato. Non so perchè non sia stato adottato un semplice “Lasciami mentire” che era poi la semplice traduzione del libro ma Non era vero. Non ne ho idea e non suona neanche bene come invece avrebbe fatto la traduzione dell’originale, molto più veritiera rispetto al resto. Boh.

Dell’ambientazione ve ne ho parlato all’interno dell’approfondimento, sopra alla recensione e l’epoca è senza alcun dubbio moderna.

Penso ai miei genitori che precipitarono per centocinquanta metri nelle acque ghiacciate del mare. E mi domando se ci fosse qualcuno, su quella scogliera, a spingerli. «Voglio solo delle risposte, Laura.» Lei tiene gli occhi fissi nella tazza, e aspetta parecchio prima di parlare. «A volte, non riceviamo quelle che vorremmo.»

Man Wearing Black Officer UniformI personaggi di questa storia sono allo stesso tempo le voci narranti di questa storia. Sono due protagonisti diametralmente opposti ma con un fondo praticamente comune. Oltre a cercare la verità da questa storia, entrambi sono tenaci e non mollano l’osso.

Anna è una donna di venticinque anni che sta con il suo ex terapista che ha quasi il suo doppio degli anni e con il quale ha una figlia. Ha Laura, che per lei è quasi come una sorella, figlia della migliore amica della madre e di cui la madre è madrina. E’ una donna sconvolta dalla morte dei suoi genitori e che non riesce a rassegnarsi al fatto che i due si siano suicidati. Quando infatti riceve il biglietto e cominciano ad insinuarsi i dubbi dentro di lei, tutto si apre e la situazione diventa complessa. Persino pericolosa.

Murray è un poliziotto che ora si occupa soltanto dell’accoglienza e della reception, che è quasi in pensione. E’ un poliziotto e detective di vecchio stampo, che ha lavorato tanti anni nella sezione Omicidi e che preferisce segnarsi tutto sul suo taccuino piuttosto che utilizzare il pc. Un poliziotto che non si lascia intimidire e che si mette in gioco lasciandosi guidare dalle sensazioni e non dai fatti. Uno degli ultimi poliziotti davvero capaci rimasti in servizio.

C’è una terza voce, in corsivo che vi invito a scoprire. Fin da subito si capisce chi è e poi si divide e diventa un’altra. Non voglio spoilerarvi nulla quindi dovete leggerlo se volete capire questo punto.

«È ora» dico. Voglio sapere tutto dei miei genitori. Tutto ciò su cui ho sempre chiuso un occhio. Tutto ciò che speravo non fosse vero. Devo sapere ogni cosa. Chi erano i loro amici? E i loro nemici? Chi li ha spinti giù da quella scogliera?

Il perno centrale della storia si aggira attorno al mistero della morte dei genitori di Anna. Si sono davvero suicidati? O sono stati uccisi? Questo è il continuo punto interrogativo sia del detective che indaga per Anna, sia per Anna che si ritrova a dover affrontare una situazione straziante e a doverla rivivere ancora e ancora, scoprendo sempre più segreti dei suoi genitori.

Person Holding Dried PlantLo stile utilizzato è tipico della Mackintosh. Avendo letto già un suo libro non avrei sperato da meno e sicuramente riconosco i tratti che ho trovato anche nel primo volume. Ed infatti a non cambiare è stata proprio la lentezza che ho riscontrato all’inizio. La dinamica della storia forse, in questo volume, è leggermente migliore del precedente. Però, rispetto al primo volume l’ho trovato lento agli inizi.

Il primo trenta percento del libro è stato parecchio lento, che non sembrava che direzione prendere. L’unico che riusciva ad incuriosirmi è Murray Mackenzie, il detective della polizia che è praticamente in pensione ma continua ad andare a lavoro per soddisfare la sua vita dalle mancanze casalinghe. Poi finalmente ha preso un senso ed Anna è diventata un protagonista potenziale in tutti i sensi. 

La storia è sicuramente interessante e misteriosa al punto giusto. Sopratutto quando c’è un twist e tutto cambia, mescolando le carte di nuovo. Vi assicuro che è una storia sicuramente da non lasciarsi sfuggire, l’autrice vi piacerà.

C’è delusione sul suo viso. Conosco anche quella sensazione. Tira fuori la mano, vuota. Rimette a posto il cassetto e lascia la bottiglia nel suo nascondiglio. Non dice niente a Laura, e io non mi sento più esclusa grazie a questa piccola complicità di cui Anna non è nemmeno consapevole. Ci sono segreti che non dovrebbero essere condivisi con nessuno fuori della propria famiglia. Altri che non dovrebbero essere condivisi in assoluto.

Il libro è sicuramente un buon thriller. Non lo metterei nella mia top ten ma è un buon libro e sicuramente lo consiglio.

Clare Mackintosh è sicuramente una scrittrice interessante. Si conferma molto brava nella srittura della vita reale. Riesce a rendere qualsiasi storia reale, quasi fosse accaduta veramente e quasi fosse vicino al lettore tanto da poterla toccare. E’ sicuramente interessante, da leggere di sicuro.

Il mio voto per questo libro è di: 4 balene.

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Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

Seguite le altre recensioni e gli altri approfondimenti. Vi aspettiamo, ecco qui l’immagine dove sono elencati:

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Cosa ne pensate? Vi piace? Siete curiosi di leggere questo libro? Fatemi sapere, mi raccomando.

A presto,

Sara ©

7 thoughts on “REVIEW PARTY: NON ERA VERO DI CLAIRE MACKINTOSH (#260) + APPROFONDIMENTO

  1. In effetti il titolo originale era decisamente migliore, mentre concordo sulla copertina, è meglio quella italiana. Più accattivamente.
    Per il resto devo dire che mi intriga molto. Come ti dicevo avevo letto il precedente e quindi sono curiosa di leggere anche questo

    Piace a 1 persona

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