RECENSIONE IN ANTEPRIMA #136 – FIORI SOPRA L’INFERNO DI ILARIA TUTI.

BUON POMERIGGIO PARTICELLE LETTRICI!

Come state? Buona Befana! Io vi porto per questa festa, da brava Befana, una nuova recensione. Ringrazio la Longanesi per avermi permesso di leggere questo volume e ve ne parlo subito, non voglio farvi aspettare oltre. Ecco qui:

9788830449817Titolo: Fiori sopra l’inferno

Autore: Ilaria Tuti

Editore: Longanesi

Genere: Thriller

Data di uscita: 4 gennaio 2018

Link d’acquisto: http://amzn.to/2CXVeMp

Trama: «Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell’orrido che conduce al torrente, tra le pozze d’acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l’esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l’inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa.

Sono un commissario di polizia specializzato in profiling e ogni giorno cammino sopra l’inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall’età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l’indagine.

Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura.»  Questo non è soltanto l’esordio di una scrittrice di grandissimo talento. Non è soltanto un thriller dal ritmo implacabile e dall’ambientazione suggestiva. Questo è il debutto di una protagonista indimenticabile per la sua straordinaria umanità, il suo spirito indomito, la sua rabbia e la sua tenerezza.

RECENSIONE

Risultati immagini per gif montagne innevateLa storia ha inizio in Austria nel 1978. Una persona si accinge nei pressi della Scuola, una struttura fatiscente in un luogo sperduto dove i i monti, la nebbia, e il mistero fanno da sfondo. Qualcosa di strano succede lì dentro ma nessuno sembra accorgersene. Agnes si appresta ad arrivare al Nido. Tutti sembrano essere agitati. Si avvicina al numero 39, quello con gli occhi più vispi e tutti si agitano accanto a lui.

Subito dopo, si passa ai giorni nostri, nel piccolo paese montano chiamato Travenì. Il piccolo Michael vede un corvo morto da poco, per lui sono quasi una scoperta queste cose ma subito dopo si sbriga per arrivare in un posto speciale che condivide con i suoi amici più cari: Lucia, Diego e Oliver. Qualcuno nell’ombra li sta guardando. Nel frattempo un corpo viene ritrovato fra gli alberi, coperto di brina e il Commissario Teresa Battaglia si trova lì sul posto.

Cosa succederà nel piccolo paese di Travenì? Su cosa si troverà ad investigare il Commissario Battaglia? Cosa c’entra la Scuola austriaca con il piccolo paese? Cosa c’entrano i piccoli bambini nella storia?

«Vedi, osserva, dimentica.» Significava che tutto ciò che avveniva nella Scuola non avrebbe mai varcato la sua soglia. Era possibile, le aveva detto la Braun, che capitasse di vedere pratiche all’apparenza bizzarre. Ne avrebbe dovuto osservare gli effetti e riportarli meticolosamente nel taccuino che le era stato consegnato insieme alla divisa. E poi doveva dimenticare. Tutto. Magdalena la vide estrarre un mazzo di chiavi dalla tasca dell’uniforme, infilarne una nella toppa della porta e fermarsi.

La trama è ben scritta e fa venire di sicuro voglia di leggerlo. E’ così che è successo anche a me: come l’ho letta volevo saperne di più e leggere il libro.

La copertina mi piace, ha un che di soave e tranquillo. Peccato che la ragazza non rispecchi il commissario Battaglia in tutto è per tutto. Sulla copertina è stata rappresentata una giovane ragazza dai capelli lunghi. Il commissario Battaglia ha i capelli corti, a caschetto e rossastri. Chi è la donna in copertina? Mistero.

Il titolo, ha un non so che di prezioso. Tanti, tantissimi fiori che nascondono un qualcosa di orribile. Dei fiori bellissimi che nascondono quanto più di orribile c’è al mondo. E come dice anche il commissario Battaglia, che vi ho citato qui in basso: “Vedo oltre i fiori, vedo l’inferno“.

L’ambientazione è un piccolo paesino montano chiamato Travenì vicino al confine con l’Austria e la Scuola in Austria. L’epoca va dal 1978 e oggi.

«Non è bravo, è feroce. Ma c’è davvero differenza fra le due cose? Io non lo so. È forse bravo un lupo che divora la preda o è semplicemente se stesso?» Massimo ricordò il discorso iniziato nel bosco dietro la casa dei Kravina. «Sta dicendo che lui è così e non può evitarlo» disse. «Suona male, parecchio male.» Lei sorrise. Sembrava stanca o forse era solo annoiata dalle chiacchiere di quello che considerava un neofita, nemmeno troppo capace. «Forse loro vedono il mondo meglio di noi» disse, in un sussurro. (…) «Che in un lontano passato hanno sofferto e quella sofferenza li ha trasformati in ciò che sono. Io questo non lo posso dimenticare.» (…) «Non lo può dimenticare? Che intende dire?» le chiese, temendo di spingersi troppo oltre, ma incapace di fermarsi. Lei, però, sembrava persa in altri pensieri. «Perché io, come loro, vedo oltre i fiori. Vedo l’inferno» mormorò.

I personaggi sono diversi ma sono tutti importanti ai fini della storia.

Il Commissario Teresa Battaglia è una donna forte e determinata. Conosce molto bene la psicologia e porta dentro di se tanto dolore oltre la solitudine, anche se lei non è sola, ha i suoi aiutanti sul posto di lavoro più fedeli di sempre. E’ una donna testarda, dalla risposta pronta e piena di cipiglio. Si batte costantemente per essere forte e per non essere 

Marini è un giovane ispettore che arriva la mattina stessa della scoperta del corpo a Travenì. Nessuno è in questura e così l’uomo si premunisce di partire per raggiungere tutti sul luogo del delitto. Quando arriva però commette la prima gaffe e Teresa non lo prende a ben volere, anzi inizia con lui una lotta all’ultima risposta. I due cominceranno a battibeccare per qualsiasi cosa nel corso del romanzo. E’ un tipo altrettanto insicuro e sente messo alla prova sempre.

Agnes è la direttrice della Scuola e si occupa di istruire i nuovi arrivi, su come comportarsi all’interno della Scuola e al Nido, a contatto con tutti i numeri presenti. Una donna davvero macabra e molto ligia al dovere.

e tanti altri che dovete scoprire leggendo, ovviamente.

«Se è come dice lei, c’è un mostro che si aggira tra le case del paese» osservò Marini. Teresa sbuffò alito caldo sulle dita intirizzite. Tra la lana dei guanti era rimasto impigliato del ghiaccio. «Qualcuno prima o poi dovrà spiegarmi che cos’è un mostro» disse. «Li chiamiamo così, ma intanto restiamo a guardare, non riusciamo a cambiare canale perché sappiamo che sono come noi: umani. È questo che ci cattura, il riconoscere una parte di loro in noi.» Marini guardò la foresta immobile. Forse si stava chiedendo che segreti custodisse, di quali altri orrori sarebbe stata, forse, presto testimone. «Secondo lei, il mostro è in ognuno di noi?» chiese. Sembrava scettico. «Ne sono convinta. Se sei fortunato, se il destino ti dà in dote una vita almeno decente, continuerà a dormire fino al tuo ultimo respiro. In loro, invece, è stato alimentato da abusi e traumi.»

Risultati immagini per gif commissario donnaIl perno centrale è il misterioso assassino che si aggira per le montagne attorno a Travenì. C’è un essere, una presenza, un fantasma, una persona che si comporta in modo strano e che commette feroci atrocità. Chi è questo misterioso? Come riuscirà il Commissario Battaglia a risolvere l’enigma?

Lo stile utilizzato è stato piuttosto discutibile. La storia è stata a tratti macabra a tratti decisamente pesante. Vi spiegherò i pregi e i difetti che ne convengono.

La presenza di troppi punti di vista. Quello dell’assassino, del commissario, dei bambini e dell’ispettore Marini. C’è qualcun’altro? I capitoli brevi da un personaggio all’altro che rendevano tutto troppo volitivo e sconclusionato. 

E’ pesante nella scrittura. Persino per descrivere che il frigorifero fosse vuoto un’epopea. Non servono grandi paroloni, a volte basta poco. La scrittura è senza dubbio buona e ma impegnativa e pesante su lungo raggio.

A lungo andare questi due punti appena citati, stanca e rende la lettura pesante.

Scontato sul punto di vista dell’assassino. E’ già chiaro a neanche un terzo del libro chi è e da dove proviene. L’unico a cui è sconosciuto è il commissario. Insomma, l’effetto sorpresa non c’è neanche per idea. 

La mancanza di colpi di scena. La trovo una cosa di rilevanza ai fini di un buon thriller. Deve esserci suspance e colpi di scena ponderati, qui totalmente assenti. Non c’è  stato un momentoin cui avessi provato del brivido, sembrava già sapessi cosa sarebbe accaduto.

Ecco i due aspetti positivi che ho trovato:

La presenza del Commissario Battaglia. Nonostante non abbia amato molto il suo personaggio, l’ho trovato vero perchè umano e non invincibile sotto questo aspetto. E’ una donna irruenta, che dimostra costantemente di essere forte e all’altezza del suo lavoro ma ha anche un qualcosa che la rende umana. Sia ciò che ha subito in passato, la sua solitudine e il fatto che abbia qualcosa che non va e che la rende debole e fragile.

Il tema generale e la teoria su cui si basa l’assassino. La teoria che è stata pensata non è stupida, anzi è ben studiata. La teoria e gli studi psicologici che sono stati fatti sono stati ben costruiti. Per carità, io non ne ne intendo di psicologia ma mi è sembrato tutto molto buono sotto quel punto di vista. Ho trovato 39 un soggetto ben strutturato e per certi aspetti mi ha fatto anche pena.

Sentiva lo sguardo di Marini su di sé. «Sembra quasi che provi compassione per lui.» «Si chiama empatia.» «Potrebbe essere l’assassino.» «Sì, potrebbe.» «Questo per lei non significa nulla?» «Certo. Che ogni assassino seriale, prima di oltrepassare il punto di non ritorno, è stato un essere umano sofferente. Molto spesso abusato. Di sicuro solo.» Il cellulare di Marini squillò. Lui parlò brevemente con la centrale di Travenì prima di chiudere la chiamata. 

Non boccio questo romanzo perchè in fin dei conti è stato sufficiente e molto buoni sotto diversi aspetti, la storia ben pensata ma secondo me mal disposta e troppo dispersiva sulle descrizioni.

Mi ha ricordato per certi versi, Dentro l’acqua di Paula Hawkins. No, attenzione, non lo paragono per chissà quale cosa. Lo paragono per la banalità della scoperta di “CHI C’E’ SOTTO o DIETRO” (l’assassino) a tutto il romanzo. Non so se l’autrice puntasse a questo o ad altro ma l’unica cosa a colpirmi è stata la protagonista principale e la spiegazione psicologia dietro tutto.

Consiglio comunque questo romanzo a chi voglia leggere un buon thriller d’esordio. Sono comunque curiosa di leggere altro di quest’autrice, sperando che sotto questo punto di vista e sugli altri elencati sopra possa migliorare.

Il mio voto per questo libro è di: 3 balene e mezzo

tre e mezzo


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Cosa ne pensate? Fatemi sapere con un commento se intendete leggerlo.

11 thoughts on “RECENSIONE IN ANTEPRIMA #136 – FIORI SOPRA L’INFERNO DI ILARIA TUTI.

  1. perché no? 😉 Domani voglio fare un salto da Feltrinelli, ma per ora ho in attesa qualcosa da acquistare… Cosa ne pensi di The Tower? Io ricordo che leggerne la recensione mi intrigò molto… 😉

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