BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!
E buon mercoledì! Sono qui per presentarvi un’uscita che spero possa piacervi. Personalmente l’ho apprezzata ma fino ad un certo punto, vi spiegherò i motivi più avanti. Una graphic novel edita Bao Publishing, vi aspetta:
Titolo: E la chiamano estate
Autore: Jillian Tamaki e Mariko Tamaki
Data di uscita: 10/07/2014
Pagine: 320
Link d’acquisto: https://amzn.to/3GBeUXm
Trama: L’estate in cui tutto cambia nelle vite di Rose e Windy comincia come un’estate qualunque nella piccola Awago Beach. C’è tutta l’indolente immobilità dei batticuori estivi, in questo piccolo capolavoro di Mariko e Jillian Tamaki. Tutta l’emozione dell’adolescenza che si sovrappone prepotente alle priorità dell’infanzia, i piccoli traumi che ci trasformano nelle persone che saremo. Un libro emozionante, davvero indimenticabile, che vi lascerà un segno sul cuore.
RECENSIONE
La storia ha inizio con la partenza per le vacanze di Rose. Ricorda sempre quando era piccola ad Awago e l’unica amica che le è rimasta vive lì, e la sta aspettando. Windy è una ragazzina esuberante e ricca di risorse, Rose è decisamente più calma e tranquilla ma insieme le due creano una squadra unica nel loro genere. Nel piccolo paesino stanno accadendo strane cose e i ragazzi di età più vicini a loro, sono ormai nel pieno di ormoni e quant’altro, cosa a cui le due ancora non pensano più di tanto, Windy in special modo. In più, i genitori di Rose stanno passando un periodo decisamente negativo per loro e rischiano di finire al capolinea.
Cosa succederà ad Awago, in questa lunga estate assieme? Cosa scopriranno dei componenti del paese e sui ragazzi che stanno sempre al piccolo Market del luogo? Con quali consapevolezze torneranno a casa le due ragazze?
La trama è molto vaga e non dice nulla di che se non che ci si approccia all’estate delle due ragazze. Non c’è una spiegazione particolare della storia visto che, in fin dei conti, raccontando troppo si finisce per fare spoiler. La trama ha un approccio basic e minimal, e capiremo l’effettivo valore della storia soltanto sfogliando le pagine e leggendo ciò che ci troveremo di fronte.
La copertina la trovo decisamente accattivante, presentandosi così come si presenta l’originale e di cui sono particolarmente felice della scelta. La copertina si mantiene con i stessi colori di cui troveremo le tavole all’interno e vede le due protagoniste, Rose e Windy, che si buttano a mare nonostante sia un’estate che non passerà di sicuro inosservata per ognuna di loro. Il titolo si differenzia leggermente dall’originale This one summer, che stava per “Quest’estate” ha subito una modifica in E la chiamano estate che, per ciò di cui tratta la storia alla fin fine ci sta bene. Non è esattamente ciò che si voleva dire in originale ma di sicuro rende l’idea di ciò che ci troveremo di fronte.
L’ambientazione è il piccolo paese di Awago, ovviamente frutto di fantasia ma fortemente autobiografico a livello di storia per Mariko Tamaki, che racconta una delle sue estati che amava passare nel suo posto del cuore; l’epoca non è moderna come si può capire da molti dettagli ma l’anno non ci è dato saperlo per cui non so darvi un riferimento preciso; il tutto sembra quasi aggirarsi negli anni 90.
I personaggi di questa storia si dividono in tre fasce di età differenti ma per la maggiore si sviluppa nell’età fanciullesca in cui ci si sta avvicinando alla crescita e al cambiamento sia fisico che mentale, emotivo e sentimentale. Le due protagoniste avranno a che fare con i ragazzi del market, che sono una vera e propria peculiarità della vacanza e diventano quasi una fonte di notizie, essendo l’unica cosa che fa scalpore in paese, e i genitori di Rose – in crisi – e la mamma di Windy che cerca di sollevare loro il morale.
Rose è una ragazzina intelligente e sveglia, che ama la lettura e i film condivisi con la sua migliore amica. E’ molto legata a suo padre e fatica a trovare un punto d’incontro con la mamma che si allontana sempre più da lei e da suo padre, trascurandoli e trascurandosi irrimediabilmente. E’ un personaggio fragile, più chiuso, che cerca comunque di sbocciare mano a mano che si procede nella lettura.
Windy è uno spirito libero, ama il ballo e vede che, rispetto a Rose, resta ancora un po’ più bambina. E’ un personaggio divertente, frizzante e sfizioso, che sicuramente vi piacerà e darà una botta d’energia alla storia con il suo carattere peperino, che non sta mai fermo. Un personaggio che non si dimentica facilmente, l’amica che tutti vorrebbero avere quando si ha qualcosa che va storto e si cerca una bella distrazione.
Il perno centrale è l’estate ad Awago Beach e tutto quello che questo porta con sé. Infatti non solo subentra il riposo e i ricordi del passato, ma una vera sensazione di qualche momento di transizione che apre un ponte su diversi fronti, non solo per preparare tutti all’inizio del nuovo anno. Una storia di comunicazione tra generazioni differenti e di cambiamento.
La grafica utilizzata è sicuramente autentica e particolare. La colorazione blu e bianco, in maniera così semplicistico, mi è capitato davvero molto poco e le tavole finiscono per essere una più bella dell’altra, concentrandosi più sul disegno e sull’autenticità del complesso che sulla trama effettiva della storia. La cosa che più di tutti finisce per colpire a livello visivo è la quantità di oggetti e dettagli che
Lo stile narrativo infatti, come ho anche spiegato nei personaggi, si divide in tre età differenti: l’età fanciullesca delle due protagoniste principali, l’età adulta dei genitori di Rose, Alice ed Evan, e l’adolescenza ormai alle porte con la maggiore età per i due ragazzi del Market, Dunc e Jenny. Ho apprezzato molto l’approccio delle due ragazzine alla crescita e l’approccio sia fra i due genitori di Rose sia con Rose stessa, che si ritrova nel vortice e deve sia comprendere il dolore di una madre distrutta, sia cercare di far valere se stessa come figlia che vive tutto ciò. Ho apprezzato davvero poco i ragazzi del market perché completamente fuori luogo all’interno della storia e semplicemente di contorno. Pensate che avevo sperato che interagissero in qualche modo e avevo paura che le due ragazzine finissero per farsi del male con quei ragazzi più grandi di loro.
E’ stata una storia di passaggio, concentrata sulle piccole storie ma non sull’intreccio effettivo della trama, risolvendo in parte le questioni – e la sospensione crea ancora più fastidio perché a quel punto crea una sorta di finale quantomeno decente da poter dire, sono almeno soddisfatto di ciò che ho davanti. Quando trovo queste storia mi lasciano sempre piuttosto perplesse perché raccontano si qualcosa ma non hanno una vera e propria trama con una storia che interessa notevolmente il lettore, crea un passaggio, uno scorcio nella vita di personaggi che, oltretutto, non sono neanche principali. E’ stato questo a lasciarmi un po’ con l’amaro in bocca e da cui mi sarei aspettata diversamente.
Il libro è stato un buon passatempo ma non mi ha regalato quel qualcosa che invece speravo, avendo puntato il volume da diverso tempo orsono. La delusione c’è ma comprendo che c’è una fetta di lettori a cui invece la storia può piacere molto di più quindi mi sento di consigliarla a chi si rivede nelle cose che ho descritto e a chi vuole leggere una graphic novel leggera dai disegno fenomenali.
Jillian e Mariko Tamaki ci portano all’interno di un vecchio ricordo, di una vacanza da bambine e ci mostrano tre differenti età e approcci con cui affrontare la vita, la differenza di problemi e le differenti tipologie di estate vissute da ognuno di loro. Una storia che vi ricorderà le vostre estati se amate sempre andare nello stesso posto e ritrovare vecchi volti e vecchie amicizie che non muoiono mai.
Il mio voto per questo libro è di: 3 balene e mezzo.
Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
Vuoi acquistare E la chiamano Estate e sostenere il Blog? Acquista da Qui: E la chiamano estate o dal generico Link Amazon: Amazon
.
Aiuterai a sostenere il Blog a ricevere una percentuale che potrà essere utilizzata per acquistare libri di cui vi parlerò!
Cosa ne pensate? Potrebbe piacervi? Fatemi sapere, io vi aspetto comunque sempre e vi mando un abbraccio.
A presto,
Sara ©