SEGNALAZIONE #299 – STORIA DI UN NUMERO DI DAVIDE ROSSI.

BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!

Come state? Io sono qui per portarvi una nuova lettura che spero possa fare al caso vostro. Siete pronti a scoprire una nuova lettura tutta per voi? Vi lascio qui sotto tutti i dettagli e anche la possibilità di ascoltare un breve estratto su you tube. Ecco a voi:

Titolo: Storia di un numero

Autore: Davide Rossi

Editore: Rossini Editore

Pagine: 219

Data di uscita: 30 dicembre 2020

Link: QUI

Trama: Un numero non è fine a se stesso: ha un’esistenza, una storia, un inizio e una fine. Un numero può essere umano, vivere e morire. In una contemporaneità corrosa dalla malavita e dall’opportunismo, Kenny nasce in un piccolo stato africano, flagellato dalla povertà, messo in ginocchio dalla corruzione, dimenticato e disprezzato dagli stessi esseri viventi. Condizioni disperate per chiunque abbia un minimo di misericordia per se stesso, difficilmente sopportabile per la sua natura estrema che si impone nella quotidianità sugli esseri viventi. La sua infanzia la trascorre a osservare il mondo che gli ruota intorno, che ansima, grida, muore, violento e insensato. Lui scruta, annota, studia e prova a conformarsi, ad adeguarsi alla realtà, che cruda e violenta si manifesta, investendolo senza freni: la sparizione del padre, il trasloco in un’altra zona, la morte della adorata zia, la presunta anormalità. A confortarlo e a salvarlo dalla solitudine c’è lo studio, i pensieri, vivaci e senza limiti, la curiosità verso l’ignoto e la natura. Camaleonte decide di adattarsi, di vivere secondo i canoni imposti senza rischiare, coltivando un’irrazionale voglia di responsabilità. Ciò non lo salva dai suoi simili, spietati e potenti, che lo costringono a scappare via dalla sua terra, verso un ignoto chiamato Europa. Un viaggio lungo e pericoloso, attraverso posti incantevoli abitati da personaggi senza scrupoli, poveri diavoli, disperati, dalla sopravvivenza e dalla morte. Storie di tanti numeri uniti nella speranza di una resurrezione e dall’infame destino di rappresentare solo delle anonime cifre. Un percorso lungo, attraverso deserto e mare, prigionia e amore, fra carcasse umane e di civiltà.

LETTURA DI UN PICCOLO ESTRATTO ONLINE


Cosa ve ne pare di questo bel volume? Spero che possiate apprezzare e come sempre vi aspetto qui per ulteriori dettagli.

A presto,

Sara ©

RECENSIONE #625 – PIGIAMA COMPUTER BISCOTTI DI ALBERTO MADRIGAL.

BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!

Come state? Io sono qui per parlarvi di un libro che ho letto qualche settimana fa, ma di cui finalmente riesco a parlarvi con un po’ di tranquillità. E’ una storia autobiografica carina e godibile, in cui un po’ tutti possono riscoprire qualcosa o riscoprire se stessi. Siete pronti a scoprire questa nuova lettura? Ecco a voi:

9788832732207_0_536_0_75Titolo: Pigiama Computer Biscotti
Autore: Alberto Madrigal
Data di uscita: 16 maggio 2019
Pagine: 160
Link d’acquisto: https://amzn.to/3XiUwBx

Trama: “Sto imparando a fare il papà. Non è un mestiere facile, e nessuno mi ha preparato a farlo, ma ce la metto tutta. Quello che a volte non riesco a capire, invece, è perché io mi ostini ancora a voler fare fumetti.” I dubbi, le paure, le notti insonni di un giovane padre che si domanda se abbia senso continuare a inseguire i propri sogni. La risposta è “si”!

RECENSIONE

La storia di Pigiama Computer Biscotti è la storia della vita di Alberto Madrigal e il suo avvicinamento al mestiere del papà.  Lui se ne sta lì, fra la lettura di qualche fumetto e con la domanda se fare lo scrittore è il mestiere perfetto per lui e nel frattempo deve imparare a vivere una nuova vita, con un figlio piccolo. La sua vita è un turbinio di perplessità e dubbi, tormenti e paura che non sembra smettere del tutto e lo porta quasi sempre alla stessa domanda:

Ne vale la pena fare lo scrittore? Può la scrittura e l’arte cambiare la vita di un uomo? Come si diventa padre e come si può essere un esempio per il proprio figlio? Cosa si aspetta la vita da Madrigal tanto da renderlo così dubbioso?

Pigiama computer biscotti – Intervista ad Alberto Madrigal | Tropismi

La trama è breve e concisa, niente di più vero per questo volume. Incarna tutto ciò che la storia rappresenta. E’ una trama semplice e ben definita che in toto rappresenta la storia che si andrà a leggere, ovviamente.

La copertina è ben composta, ben strutturata e sicuramente rappresentativa della storia che andremo a leggere. Sarà anche l’unica cosa che vedrete a colori, visto che il volume è completamente in bianco e nero. Vediamo Madrigal in pigiama, con una moka del caffè in mano, un bambino alle sue spalle nello sfondo e nell’ambito casalingo. Niente di più veritiero per questa storia che non è completamente ambientata in casa ma rappresenta gran parte dei problemi che il protagonista della storia dovrà affrontare e dove essi si concentrano. Il titolo non è nulla di particolarmente originale o interessante. Si concentra quasi esclusivamente su ciò che poi ci racconta la storia stessa o che ci comunica visivamente la copertina.

L’epoca è attuale visto che stiamo parlando della vita dell’autore, l’ambientazione ora mentre la scrivo, mi sovviene visto che è un pochino che ho letto il volume e che ne leggo di diversi.

Pigiama Computer Biscotti di Alberto Madrigal

I personaggi di questa storia sono diversi, che conosceremo di sfuggita principalmente o che – per altre circostanze conosciamo già – ma in buona parte il principale personaggio predominante di questa storia è Alberto aspirante e apprendista padre e scrittore, il che è valido per entrambe le cose. Avremo modo di conoscere il piccolo della famiglia Madrigal, la compagna di Alberto e i suoi amici che per la maggiore sono altri scrittori come lui: Zerocalcare è sicuramente quello che spicca fra tutti ma ci sono altre facce note se uno buzzica un pochino in Bao Publishing. Tant’è che mi sono sorpresa di aver riconosciuto l’uomo che vedo spesso in fiera e alle presentazioni dei volumi assieme ai suoi stessi autori: Michele Foschini, il coo-fondatore della stessa Bao-Publishing ( o almeno spero di non sbagliare con i nomi non essendo un’esperta in materia!). A fare tutto, però, è il nostro caro protagonista principale:

Alberto Madrigal è un personaggio che si presenta insicuro, instabile e poco determinato oltre che poco preparato a tutto ciò che sta per succedergli nella vita. Non sa se essere davvero uno scrittore e non sa cosa voglia dire essere padre. Ma chi è davvero pronto ad affrontare la paternità (o maternità)? Chi ama davvero tanto il suo lavoro da poter dire di essere pronto a farlo per sempre? Chi può essere sicuro che tutto andrà bene o che le cose le faremo nel modo giusto? O che faremo le scelte giuste? Alberto Madrigal con questa storia si mette a nudo e ci ricorda che siamo umani, prima di ogni altra cosa al mondo.

Pigiama Computer Biscotti - È questa la forma di un lavoro vero? - Players

Il perno centrale di questa storia si concentra sulle domande che ci si pongono nella vita: la paternità e il lavoro. E tutto questo cosa e come influenzerà tutte le altre cose che ci circondano: la relazione eventuale con un compagno/a o le relazioni sociali con gli amici, la parentela e il nostro stesso modo di vivere la vita e di affrontarla in maniere sempre diverse, come non si immaginava si sarebbe mai fatto.

Lo stile e la grafica utilizzate non hanno nulla di particolare spicco se non per l’ironia nell’affrontare le cose e raccontarle e per il tratto distintivo dell’autore, che tra questo e altri volumi che ho avuto modo di sfogliare (ma che non sono ancora riuscita a leggere) con il suo tratto nell’illustrare i personaggi tipico e strano al tempo stesso. Non saprei dire se effettivamente mi piaccia o meno. Il tratto, a differenza della copertina, si consuma in bianco e nero e ci lascia dei piccoli Sketch che seguono comunque una linea continua in cui l’autore si racconta e ci mostra la sua esperienza verso la paternità, il lavoro e tutte quelle piccole cose che di conseguenza la vita ci mette davanti.

Le tematiche sono, quelle che vi ho esposto fino a poco fa: la paternità, il sentirsi insoddisfatti, se il lavoro che si sta facendo sia quello giusto, se lo status attuale possa cambiare le relazioni con le persone che ci circondano e come questa fase della vita cambia tutto il resto, cambiando persino noi stessi, facendoci sentire insicuri. E’ una condizione che l’uomo medio bene o male prova e tutti abbiamo sperimentato almeno una di queste cose nella vita o che sperimenteremo ovviamente. E Madrigal è bravissimo non solo a mettere in evidenza le cose su se stesso ma di rendere facilmente immedesimabile il lettore, così come il fatto di rendere tutto ironico. Non si sa le risate che mi sono fatta a leggere determinate scene, non ho resistito e ci ho rivisto una mia amica che ha un bambino assieme al suo compagno, o anche domande semplici che mi sono fatta o ciò che mi dice sempre anche mia madre. Ci sono alcune scene che mi hanno fatto riflettere ma la parte autoironica è stata quella che rende godibile il libro ad un livello successivo questo volume.

Pigiama, computer, biscotti… e fumetti – Dimensione Fumetto

Posso capire che magari può non sembrarvi il libro della vita perché *chissenediquestoMadrigal(machicavoloè!)*. Potete avere ragione ed io ho preso il volume a scatola chiusa fidandomi di titolo e copertina, senza perdere troppo tempo con la trama. Debbo dire di essere rimasta sorpresa della lettura scorrevole, ironica, pungente ed effettivamente reale che arriva al lettore prima di ogni altra cosa. Magari non sarà il libro della vita, ma un libro da regalare o leggere per mettervi in discussione, per riflettere o lasciarvi andare a delle risate su cose vere, in cui potrete rispecchiarvi, perché no? Consiglio di sicuro.

Alberto Madrigal si racconta e si mette a nudo, esponendo problematiche che non solo lui ha affrontato ma che tanti come lui, nel corso della vita si trovano ad affrontare. E’ difficile non sentirsi vicini al personaggio narrante e a lui stesso. Alberto, uno di noi! Ma fattelo dire, come scrittore sei bravo, continua così!

Il mio voto per questo libro è di: 4 balene.

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Libro acquistato

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Cosa ne pensate? Potrebbe piacervi questa lettura? Io come sempre vi aspetto qui e vi mando un caro saluto. Fatemi sapere cosa ne pensate.

A presto,

Sara ©

RECENSIONE SERIE TV # – STRAPPARE LUNGO I BORDI SU NETFLIX.

BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!

Eccoci qui con una nuova recensione per voi. Devo ammettere che non ho mai letto alcun libro di Zerocalcare però ne ho qualcuno in digitale così come i video durante la quarantena dei sketch che lui stesso pubblicava mi hanno fatto divertire. Quindi come non vedere questa serie? Diamogli una possibilità, mi sono detta. Ed ecco cosa ne penso:

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Piattaforma: Netflix
Stagione: Prima
Episodi: 6
Durata episodi: 15 – 20 minuti
Trama: Ambientata nell’universo del fumettista Zerocalcare, la serie racconta, attraverso flashback e aneddoti, le vicende di Sarah e Secco, diretti verso qualcosa di incredibilmente difficile.

TRAILER

RECENSIONE

Strappare lungo i bordi: la meravigliosa serie di Zerocalcare - recensioneLa storia di Zero nasce e si basa su più livelli. E’ un autobiografico in cui Zeno si racconta e tra passato presente e cosa si aspetta dal futuro cerca di barcamenarsi in qualche modo. La storia si apre con Zero oggi, trentasettenne, che si trova a fare un bilancio della sua vita, a ricordare quando era adolescente, quando era bambino e, nel mezzo, quando ha conosciuto Alice, la ragazza di cui era stato innamorato. 

Strappare lungo i bordi: la recensione della serie Netflix di Zerocalcare -  NerdPoolAssieme a Zerocalcare si muoveranno i personaggi di Sara e Secco, la coscienza che ha la forma di un Armadillo e per l’appunto Alice. Da persona che non ha letto i fumetti ma che conosco Zerocalcare di fama e per qualche sketch che girava su internet, devo dire che non sono rimasta delusa, sapevo ed ero consapevole a cosa sarei andato incontro almeno sul punto di vista dello sviluppo dei personaggi e varie. Per quanto riguarda invece la struttura della storia, sono rimasta sorpresa per come si muove il complesso e la struttura della storia stessa, specialmente relativo alle tematiche trattate.

Zerocalcare a puntate su Netflix: «Ecco il mio armadillo in versione  cartoon»Zero si muove su un misto di cose che conosciamo tutti, che succedono ad ognuno di noi – ed è questo a renderlo vicino e attuale così come comprensibile da tutti – e le racconta a mo di intervista, come se fosse a parlare davanti allo schermo delle cose che gli sono capitate da bambino o da ragazzo: la maestra a scuola, il bucare una gomma, il mandare i curriculum e trovare lavoro, i bagni dei locali, i viaggi sui mezzi o l’ordine in casa. Ogni puntata al suo interno ha qualcosa che la contraddistingue, in più c’è la base su cui si muove la storia che si srotola mano a mano che si va avanti nelle puntate e riporta tutto ad Alice. I primi due episodi sono molto più leggeri e ironici di quelli che ne verranno dopo ma posso garantirvi che il mix fra ironia e serietà è giusto e ben costruito.

Spider-Man No Way Home: uno dei nemici del film viene preso a calci da un  personaggio invisibile?A catturare non è solo il personaggio di Zero che fra ironia, parolacce e ironia anche pesante, riesce a catturare chi lo guarda. Ci sono anche i pezzi comici di Secco che vorrebbe solo mangiare un gelato e non gliene importa nulla di ciò che gli succede attorno, c’è Sara che cerca di riportarlo alla realtà nonostante Zero veda delle cose a volte molto distorte e poi c’è l’Armadillo che è una voce della coscienza piuttosto singolare che fa fare anche delle scelte alquanto discutibili. Tutti i personaggi sono amalgamati fra loro e riescono a rendere all’interno della storia episodio dopo episodio, focalizzando l’attenzione nel momento più opportuno.

“E siamo pure stupidi, perché ci impuntiamo a fare il confronto con le vite degli altri, che ci sembrano tutte perfettamente ritagliate e impilate e ordinate, e magari sono così perfette solo perché noi le vediamo da lontano.”

Strappare lungo i bordi”, recensione della serie di Zerocalcare | Il FoglioLa tematica trattata, che riguarda principalmente Alice, è forte e lo stesso Zero cerca di sdrammatizzare sulla questione nonostante la cosa non sia affatto semplice. E’ attuale e può riguardare chiunque di noi. L’evento che accade così come la serie stessa portano Zero ad analizzare se stesso fin nel profondo, cercando i comprendere gli sbagli, cosa si poteva effettivamente fare e cosa no e cosa poteva andare meglio, chissà.

Nonostante c’è chi possa dire che questa serie animata possa essere a tratti persino paracula sul mercato di oggi, Zerocalcare ha saputo rendere benissimo. La tematica centrale era inaspettata e sono rimasta sorpresa di come si sono evolute le cose. Quindi paraculo, si, ma fino a un certo punto visto che ha dosato il giusto mix tra risate e serietà.

La cosa che più di tutti spiazza e lascia comprendere come Zero non può essere al centro di tutto e di come sia riuscito a trovare sé stesso, e abbia incasellato tutto accade nel momento in cui i personaggi degli amici come Sara e Alice assumono la loro reale voce e non quella che gli aveva dato lui, con la sua vocetta o quella del robot, nel caso di Alice. Da questo punto di vista la storia scatta in avanti e da un significato maggiore al tutto.

Consiglio la visione della serie a chiunque si voglia avvicinare a Zerocalcare e non conosca il suo mondo, anche perché chi lo conosceva già dubito che non abbia visto la serie. In ogni caso spero che possa piacere anche a voi e che vi faccia ridere, divertire, sorridere, commuovere e arrabbiarsi anche, perché no, così da comprendere tutti i passaggi di questa storia che non vi deluderà. Adesso non mi resta che aspettare l’arrivo della seconda stagione, SPERO PRESTO!

Strappare lungo i bordi: Zerocalcare debutta su Netflix il 17 novembre -  TeleNauta.it


Cosa ne pensate? L’avete vista? Fatemi sapere le vostre opinioni, io ovviamente vi aspetto come sempre.

A presto,

Sara ©

RECENSIONE #531 – LE MALERBE DI KEUM SUK GENDRY-KIM.

BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!

Come continua la settimana? Siete pronti per il week end? Oggi vi porto un nuovo libro che spero possa incuriosirvi. Un’autobiografia semplice nelle illustrazioni ma che vi farà rabbrividire. Ecco a voi che ve ne parlo:

61lexyr7fllTitolo: Le malerbe
Autori: Keum Suk Gendry-Kim

Colore o B/N: Bianco e nero
Data di pubblicazione: 10/10/2019
Pagine: 488
Editore: Bao Publishing

Link d’acquisto: https://amzn.to/3kW6e3B
TRAMA: La fumettista coreana Keum Suk Gendry-Kim ha lavorato anni a questo racconto, basato sulla testimonianza diretta di una sopravvissuta, sul dramma delle comfort women, donne che – durante la guerra di conquista che il Giappone mosse contro Corea e Cina nei primi anni Quaranta del Ventesimo secolo – venivano vendute, rapite o costrette con l’inganno a lavorare come prostitute, violentate quotidianamente dai soldati. Questo libro è profondamente doloroso e rivanga un passato che spesso si è cercato di dimenticare o negare, ma che è importante conoscere e ricordare. Molto più che una biografia, Le malerbe è un racconto intimo e sentito, in cui anche la voce della narratrice è riconoscibile e importante, e si intreccia ai racconti, a volte comprensibilmente frammentari, di una donna che sente di non aver avuto un solo istante felice da quando è uscita dal ventre della madre, come dice lei stessa. Una lettura necessaria, che vi farà bene.

RECENSIONE

La storia ha inizio nel 1996 a Longjing, un piccolo paese della Cina dove Okseon ormai anziana sta per partire con l’aereo. E’ da qui che si ritorna indietro nel tempo, nel 1934 in cui la piccola Okseon era davvero una piccola bambina che badava alla sua famiglia e ai suoi fratelli e che con difficoltà riuscivano a mantenersi. E’ per questo motivo che i genitori decidono di affidarla ad un uomo che le prospetta una vita felice: la scuola, gli studi, cibo e tutto ciò che lei aveva sempre sognato. Un sogno che però non si avvererà visto che il destino di Okseon si prospetta più difficile e crudele del previsto: ragazzine, adolescenti e donne che venivano rapite con l’inganno, costrette a prostituirsi, vendute come merce per divertire gli uomini che andavano in guerra.

Cosa succederà alla piccola ragazzina? Cosa subirà e come riuscirà a salvarsi da tutto questo? Riusciranno lei e le sue compagne, così come altre ragazzine a salvarsi e ad avere una vita dignitosa nonostante le abbiano private di ogni cosa?

Rialzarsi malgrado tutto: le Malerbe di Keum Suk Gendry-Kim | Tropismi

La trama, questa volta rispetto ai volumi precedenti della stessa casa editrice così come per tutte le graphic novel generalmente, è molto più lunga. La trovo giusta, incuriosisce e pone gli argomenti che verranno trattati in questa storia e che uno si aspetta di leggere. Vedendo la copertina così, senza leggere nulla non avrei mai pensato che la storia fosse stata così ma devo dire che la trama in questo caso è utile e ben composta.

La copertina è semplice, così come per quanto riguarda lo stile dell’intero volume. Infatti i tratti, i disegni e i colori sono in bianco e nero e così saranno per tutto il volume. In primo piano vediamo Okseon, la protagonista di questa storia drammatica in cui possiamo vederla da giovane e se si gira sul retro, possiamo vederla da anziana, così come viene anche riportata nel volume. Il titolo è originale e particolare oltre che, se pensato per la storia, davvero brutale. La malerba per chi non la conoscesse è una pianta infestante che va a danneggiare le piante di produzione agricola, finendo per danneggiarle. E’ così che probabilmente si sente Okseon lungo il corso della sua vita, si sente sola, venduta, sporca, usata, delusa e come lei, così tante altre ragazze e donne di quel tempo. Un titolo forte e significativo ma che rende molto bene l’idea.

L’ambientazione si aggira fra Giappone e Cina, partendo da Pusan, un piccolo villaggio, fino ad arrivare a Longjing. L’epoca parte dal 1934 in cui la piccola Okseon è ancora una bambina fino ad arrivare all’anno 1996.

Le Malerbe, storia di una comfort woman coreana. – Lo Spazio Bianco

I personaggi di questa storia sono diversi e molto spesso di passaggio, soprattutto per quanto riguarda la protagonista di questa storia, Okseon che si fa strada lungo la sua tortuosa vita dolorosa e nel cuore del lettore. Infatti è proprio la piccola Okseon a prendere tutto il panorama di questa storia difficile e dura da digerire. I personaggi importanti che si aggireranno con lei sono una piccola ragazzina che spesso si ritroverà con lei nel periodo difficile della sua vita e la bambina che la incontra ora che la cara Okseon vive in una casa di riposo.

Okseon è una donna forte, così come è stata coraggiosa da bambina. Una piccola creatura che voleva soltanto crescere come tanti altri, andare a scuola e avere magari le possibilità che avevano anche altre persone. Invece è finita nel vortice della guerra, rapita, venduta e sfruttata da soldati in guerra fin da prima che sviluppasse. Un dramma di una donna che si mette a nudo e che racconta con dolore ciò che ha subito e che non dimenticherà mai. Un animo potente, una donna forte e coraggiosa.

Le Malerbe: Yi Okseon e le "comfort women" - Mio caro fumetto...

Il perno centrale di questa storia è basato sulla testimonianza diretta di una donna sopravvissuta durante il periodo di guerra di conquista che il Giappone attuò verso Corea e Cina, negli anni quaranta. Le donne, venivano abusate, vendute, rapite e quant’altro e ciò che viene mostrato al lettore è la testimonianza di una di loro, che è riuscita a fuggire e a sopravvivere a tutto questo.

Lo stile utilizzato, così come la grafica sono molto semplici: è il bianco e il nero a predominare su tutto il volume, così come accade anche sulla copertina stessa del volume. E’ un volume che nella sua semplicità di colori e di stile di illustrazione riesce a rendere il dolore, la sofferenza e quanto hanno passato queste donne lungo questo tortuoso percorso difficile che la vita le ha imposto.

Una storia che inizia quasi come una semplice storiella per bambini ma che si trasforma presto in quanto di più crudo e difficile da digerire, ci sia. Infatti la storia parte con calma, con Okseon bambina per i campi, con i suoi fratelli e con la vita che una bambina in una famiglia di un villaggio con problemi di soldi può avere e si trasforma presto nella peggiore cosa che potesse mai capitarle. Infatti, sono anche i colori a scurirsi drasticamente mano a mano si procede nel volume perché è il nero a prevalere sul bianco e non viceversa, come era all’inizio. Le tematiche trattate all’interno del volume sono importanti e forti, che colpiscono molto nonostante sia illustrato in maniera del tutto basica e minimalista.

Le Malerbe, storia di una comfort woman coreana. – Lo Spazio Bianco

Il libro è la voce di una donna che racchiude quella di tante altre che hanno vissuto le stesse drammatiche cose e che ognuno di noi dovrebbe ricordare purché queste cose non accadano più. Un libro forte, difficile e doloroso, da leggere.

Keum Suk Gendry-Kim ha lavorato diversi anni per raccontare e illustrare la dura e cruda storia di queste donne sfruttate e private di ogni cosa fin da bambine. Una lettura difficile ma necessaria, che mi sento di consigliare. Tutti dovrebbero leggere questo volume.

Il mio voto per questo libro è di: 4 balene e mezzo.

quattro e mezzo

Libro acquistato

Vuoi acquistare Le malerbe e sostenere il Blog? Acquista da Qui: Le malerbe o dal generico Link Amazon: Amazon.

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Cosa ne pensate? Fatemi sapere ovviamente cosa ne pensate! Vi aspetto come sempre e vi abbraccio.

A presto,

Sara ©

RECENSIONE #501 – RESTA CON ME DI TAMI OLDHAM ASHCRAFT & SUSEA MCGEARHAR.

BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!

Eccoci qui con un nuovo libro per voi, anche se è uscito da un diverso tempo ed era un po’ che avrei voluto leggerlo. Ho visto il film quando è uscito al cinema ma non ho mai avuto modo di leggerlo ed ora eccomi qui. Siete curiosi di sapere com’è questo libro? Avete visto il film? Ve ne parlo subito:

9788869053641_0_221_0_75Titolo: Resta con me 
Autore: Tami Oldham Ashcraft e Susea McGearhar.
Data di uscita: 4 luglio 2018
Pagine: 300
Link d’acquisto: https://amzn.to/2NcookI
Trama: Un’incredibile storia vera. 41 giorni dispersi nel Pacifico.
Giovani, innamorati e con un roseo futuro di fronte, Tami Oldham e il suo fidanzato Richard Sharp hanno trascorso alcuni mesi a visitare le isole polinesiane a bordo di una piccola barca a vela. Sono skipper provetti, e la proposta di portare l’Hazana, un modernissimo yacht a vela, fino al porto di San Diego è per loro un’occasione imperdibile che accettano con entusiasmo. Quando salpano da Tahiti il cielo è limpido e azzurro, ma a poco più di due settimane dalla partenza scoprono che un violento uragano sta facendo rotta su di loro, e avanza così velocemente che non c’è modo di sfuggirgli. È una delle tempeste più violente della storia, e i due giovani si ritrovano ad affrontare pioggia battente, onde alte come grattacieli e venti che soffiano a quasi 260 chilometri all’ora. Tami scende sotto coperta, e proprio mentre si sta assicurando con una cima sente Richard gridare. Un rumore assordante, e poi il buio. Tami rimane incosciente per ore. Quando si risveglia l’imbarcazione è semidistrutta. Non ci sono navi né terra in vista, solo una sconfinata distesa d’acqua tutto intorno.

RECENSIONE

Watch Exclusive 'Adrift' Trailer | FandangoLa storia ha inizio con l’incontro di Tami e Richard. I due si sono incontrati sul molo e lui era fidanzato in una relazione sull’orlo della crisi mentre Tami si sente subito attratta da quel ragazzo dagli occhi azzurri e dolci. I due sono skipper professionisti e sanno navigare con delle barche così come conoscono le leggi del mare. Assieme, da innamorati, hanno affrontato diversi viaggi e si sono divertiti in diversi luoghi passando via mare e quando viene proposto ad entrambi di portare un moderno yacht a vela, l’Hazana, al porto di San Diego per una lauta ricompensa, non ci pensano due volte e si buttano a capofitto nell’impresa. Quello che non sanno è che si ritroveranno nel mezzo del uragano Raymond che, cambia improvvisamente rotta e si ritrova sui loro passi.

Cosa succederà a Tami e Richard una volta a bordo dell’Hazana? Cosa cambierà nelle loro vite e come farà a prendere in mano la vita, la giovane Tami, dopo il potente uragano? Riusciranno a salvarsi e a tornare a casa nonostante la barca resti in parte distrutta?

Inoltre, sapevo che, se non fossi tornata a casa, mia mamma non avrebbe mai e poi mai spesso di cercarmi. Ero tutto ciò che le rimaneva, dato che lei e mio padre avevano divorziato quando io ero poco più di una bambina. Si era sentita altrettanto afflitta, quando mio padre se n’era andato? Impossibile: il divorzio era stato una scelta condivisa. Nessuno mi aveva chiesto se Richard se ne poteva andare: lui se n’era andato e basta, era sparito. Avrebbe potuto tranquillamente essere un divorzio. Solo che lui non voleva lasciarmi. Mi amava e io amavo lui.

La trama è molto semplice e racconta la vera storia di quanto accaduto nel mezzo dell’Oceano Pacifico ai due skipper Tami e Richard. Non c’è niente di particolarmente speciale, solo il fatto che è lunghina. Non ci sono spoiler ma all’interno del volume, nelle prime pagine c’è l’immagine e la dedica che lasciano comprendere bene cosa succederà all’interno del volume. Per chi ha visto il finale si sa che cosa succede però chi non conosce la storia, è uno spoiler seppur in molti la conoscano. Io l’ho trovata molto dolce e significativa, una storia dura, forte ma coraggiosa.

Red Sky in Mourning: A True Story of Love, Loss, and Survival at Sea by Tami  Oldham AshcraftLa copertina è molto carina ed è stata utilizzata la locandina del film uscito al cinema. Trovo che sia sicuramente interessante questa trovata, specialmente per attirare giovani lettori che hanno visto il film. In effetti la copertina originale non è niente di troppo attraente quindi sicuramente se vogliamo far giocare a favore “l’accalappia” il lettore, questa funziona molto di più. Il titolo originale all’inizio, lo vedete qui di lato e sarebbe stato in Italiano “Cielo rosso di mattina“. Il titolo del film originale era Adrift ovvero “Alla deriva” ed è stata la scelta migliore quella del titolo attuale preposto.

L’ambientazione di quanto accade realmente ai due protagonisti di questo racconto è nell’oceano Pacifico, corre l’anno 1983. 

Afferrai la camicia a fiori che adoravo vedergli addosso e me la portai al petto. Ondeggiando fino ad assopirmi, mi chiesi come facessi a sapere dov’era Richard: era nel mio cuore. Io, invece, dov’ero? Forse l’indomani, al rossore dell’alba, lo avrei scoperto. Le prime luci del giorno spesso rivelano una manna, un presagio di sviluppi positivi.

Adrift (2018) - remy_46 Photo (41547692) - FanpopI personaggi di questa storia sono principalmente due anche se ci aggiungerei un terzo personaggio piuttosto particolare e introspettivo che si ritroverà a interagire con Tami nel bel mezzo del disastro a bordo della Hazana. Dei protagonisti determinati e da quanto ho potuto vedere dall’intervista in inglese a Tami, anche molto forti emotivamente.

Tami è la protagonista e voce narrante della storia. E’ una ragazza che ama il mare e i paesi esotici fin da sempre, così come ama il suo lavoro e stare sulle barche. Ha un forte spirito di sacrificio e di sopravvivenza e ama tantissimo Richard, fin dal primo momento in cui i due si sono visti e conosciuti. In questo racconto è una ragazza e una donna forte, coraggiosa e determinata oltre che tremendamente fragile e innamorata della vita che le si prospetta davanti assieme al suo amato Richard.

Richard è un uomo che viene colpito dalla giovane Tami fin da subito e ne resta ammaliato. Dai profondi occhi azzurri è un ragazzo che ama il mare e le imbarcazioni e dopo aver vissuto grandi e dolcissime avventure con la sua amata, propone di portare l’Hazana a San Diego per un po’ di soldi, che potrebbero fare comodo. E’ un personaggio che vivremo attraverso gli occhi di Tami e di cui potremo rimanere piacevolmente sorpresi. Un bel personaggio ed è stata anche una bella persona nella realtà, da come se ne parla e dal suo profondo amore e sacrificio nei confronti di Tami.

Mi infilai la maglietta di Richard e mi cinsi con le braccia, ballando lentamente. Chiusi gli occhi. Non avevo più voglia di guardare Cassiopea. Ero gelosa. Forse Richard era lassù insieme a lei e la conduceva a passo di valzer lungo la sua favolosa via.

Il perno centrale di questa storia è la difficoltosa e coraggiosa avventura di Tami e Richard. E’ una storia di mare, di barche e di solitudine. Una storia commovente, dolce e difficile ma che vi incuriosirà e di cui vorrete saperne sempre di più. Una storia che parla di mare, di amore e di vita oltre che di esclusiva sopravvivenza e dolore.

ADRIFT GIFs - Find & Share on GIPHYLo stile utilizzato dalla sopravvissuta a quest’avventura e dalla scrittrice che ha unito i pezzi ed ha scritto questa storia di due giovani innamorati colpiti dall’uragano Raymond nel pieno dell’Oceano Pacifico nel 1983.

La storia è composta di 300 pagine scritte molto larghe, con un tempo di lettura molto veloce se non fosse stato per alcuni dettagli tecnici specifici delle imbarcazioni e della navigazione di cui molti di noi non sono a conoscenza (almeno per quanto riguarda me). Ovviamente, per ovviare questo, c’è anche un glossario alla fine del libro per rendere tutto più semplice e cercare di mostrare al lettore di cosa si tratti. Questa cosa dei dettagli specifici all’interno della lettura rallentano un po’ lo scorrimento della storia ma ci sono degli intermezzi in cui ci sono i ricordi di Richard e Tami assieme che condividono la loro storia d’amore da come si sono conosciuti a come sono arrivati a partire per San Diego con questa imbarcazione ultra moderna.

L’autobiografia riportata all’interno del volume è straziante, forte e assolutamente comunicativa. La cosa che ho notato in differenza rispetto al film è che a parlare con Tami, all’interno del volume, è quella che lei chiamerà la Voce. Nel film viene focalizzato Richard per buona parte, anche per mascherare il tutto e sinceramente su questo ho preferito il fatto che Richard fosse lì e la trasposizione cinematografica su questo ha colpito maggiormente – almeno me. Poi i due attori che hanno interpretato il film sono due dei miei preferiti, per cui potete immaginare. Quindi sarà la voce a portare avanti la sopravvivenza di Tami e che sia stata la voce di Richard, la sua stessa voce o quella di Dio non è dato saperlo perchè anche Tami se lo chiede più volte ma trovo che sia stata uno spiraglio verso la vita, il coraggio di ricominciare e spingere sempre ad essere vivi e a combattere per se stessi.

All’interno del volume, sono riportate delle foto dei due protagonisti come le foto dei ritrovamenti della barca o della partenza, così come tante altre cose. Potrete scoprire e vivere questa storia sia attraverso le parole di Tami che attraverso le immagini che vi colpiranno e vi resteranno nel cuore.

Pertanto, di prima mattina, bordeggiai avanti e indietro, a poca distanza dall’ingresso costellato di scogli corallini. Ero davvero vicina eppure lontanissima. Non potevo semplicemente essere già lì? No, non potevo. Mi sentivo confusa. Sapevo che sarei cambiata. Sapevo che non sarei più stata la ragazza innocente e spensierata di prima. Avevo paura della civiltà a poche miglia da me e, al tempo stesso, ero eccitata. Le lacrime mi rigarono il viso.

Il libro è stato stravolgente e commovente. Vi consiglio la lettura se cercare un’autobiografia e se amate questo genere di storie, se siete appassionati di viaggi in barca e se amate le storie drammatiche, struggenti e di un amore che dura per sempre.

Tami Oldham Ashcraft e Susea McGearhar creano assieme una melodiosa armonia che si muove in balia del mare e che ci culla lungo lo straziante e  difficile ciclo della vita che ci regala tantissimo e che ci può portare via il mondo con una sola e forte tempesta. Una biografia potente, che apprezzerete.

Il mio voto per questo libro è di: 4 balene.

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Libro acquistato

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Cosa ne pensate? Pensate possa piacervi come libro? Vi aspetto mi raccomando! Un abbraccio forte.

A presto,

Sara ©

RECENSIONE #358 – NON E’ TE CHE ASPETTAVO DI FABIEN TOULME’.

BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!

Un altro libro che ho letto alla fine dell’anno è stato questo. Sono davvero felice di averlo letto e di parlarvene perchè è stata davvero una lettura soddisfacente sotto molti aspetti. Spero decidiate di prenderlo in considerazione perchè è davvero ben fatto. A voi:

517unka1wilTitolo: Non è te che aspettavo
Autore: Fabien Toulmè
Traduzione di Francesco Savino
Casa editrice: Bao Publishing
Pagine: 246  
Prezzo: 20,00 €

Link d’acquisto: https://amzn.to/39ItxHM

TramaPrivio del buonismo più smielato, Non è te che aspettavo è la sincera autobiografia di un padre che non ha avuto la “figlia che si aspettava”, raccontando senza vergogna tutte le difficoltà affrontate prima di accettarla come membro effettivo della sua famiglia. La narrazione semplice lo rende anche un fumetto scorrevole da leggere: una narrazione semplice per la vita di un padre comune.

RECENSIONE

La storia che Fabien ci porta con i suoi disegni, è la biografia di un padre che aspetta la seconda figlia e tutte le paure relative al caso, oltre al fatto di ricevere quella che lui non si aspettava. Si, perchè Julia è trisomica, ovvero, ha la sindrome Down. Oltre ad essere un motivo di paura che lo accompagna nel lungo percorso della gravidanza in cui spera di avere una figlia “sana” e tutto sembra presagire che tutto sia così, semplicemente perfetto. Fino a che Fabien non vede Julia per la prima volta. E li, i suoi dubbi diventano realtà e la strada pericolosamente dolorosa per i due genitori.

Riuscirà Fabien ad accettare sua figlia? Cosa porterà Julia nelle loro vite? Fabien porterà avanti il cambiamento verso se stesso, lasciando andare tutte le paranoie e il dolore, amando finalmente sua figlia così com’è?

Immagine correlata

La trama del volume è semplice. Non sapevo fosse un’autobiografia finché non ho visto che alla fine del volume c’erano le foto dell’autore con sua figlia Julia. E’ un mio vizio, nelle Graphic Novel non leggo quasi mai la trama per non spoilerarmi o per non sapere troppo della storia in questione e mi lascio guidare da titolo e copertina. Una storia che mi ha colpito fin da subito e di cui sono rimasta davvero soddisfatta. Una bella lettura, seppur difficile.

La copertina del volume è davvero meravigliosa e rende molto ciò che il titolo intende comunicare. Il colore della copertina rappresenta una delle colorazioni che viene utilizzata all’interno del libro, in special modo quando il protagonista è più tranquillo o comunque non è in una fase particolarmente negativa. Amo molto l’accostamento titolo e copertina, davvero unici. Il titolo, visto a primo acchito, per chi non ha letto la trama può sembrare che parli dell’arrivo del primo figlio, infatti era ciò che credevo anche io se devo dirlo in tutta franchezza. Purtroppo non leggendo quasi mai le trame ( delle Graphic Novel ancora meno che dei libri, visto che sono brevi e a volte dicono anche troppo) mi sono lasciata trasportare dal titolo e dalla copertina. Devo dire che assieme sono un connubio perfetto, solo che non parlano della prima figlia perchè Fabien ha già una figlia, ma della secondogenita e della sua esperienza visto che è nata con la sindrome Down.

L’ambientazione varia sempre molto all’interno del volume. La storia ha inizio in Brasile, si sposta in Francia e si muove fra le varie regioni francesi fino a spostarsi nuovamente. Fabien non è un e l’epoca sembra essere abbastanza moderna, sarà di qualche anno fa vista la nascita di Julia, la figlia di Fabien, che racconta la sua esperienza in merito alla nascita della sua secondogenita.Risultati immagini per Non è te che aspettavo Autore: Fabien Toulmè

I personaggi di questo volume non sono moltissimi. Avremo sicuramente modo di conoscere bene e nel dettaglio l’autore e le sue paure più profonde, conoscerlo nell’intimità e nel sentirsi un genitore sia per quanto riguarda la prima figlia che per la seconda.

La paura principale di Fabien è quella di avere una figlia che abbia qualche tipo di patologia. Fin da bambino ha sempre avuto timore dei ragazzi con la sindrome Down e, dopo varie visite di sua moglie, il giovane autore ha paura che la figlia possa essere nata trisomica. E’ proprio quando i suoi dubbi saranno fondati che tutto crolla sulle sue spalle come un macigno. Tutto diventa difficile

Risultati immagini per Non è te che aspettavo Autore: Fabien Toulmè

Il perno centrale di questo libro, è la sindrome Down di Julia e le paure che ha suo padre. In queste pagine scoprirete le paure del secondo figlio, l’ansia che questo non sia come ci si aspetta, la paura della sindrome Down, la rabbia, la tristezza e il dolore. 

Lo stile dell’autore è semplice, scoprirete tutto leggendo il libro nel dettaglio. Una storia difficile, che pone Fabien autore di questo volume sotto i riflettori. Infatti lui si spoglia di ogni minima cosa e si mette a nudo di fronte ad ogni difficoltà.

La grafica è particolare, non mi ha fatto particolarmente impazzire ed è difficile in alcuni momenti distinguere la vera e propria differenza fra un ragazzo con la sindrome Down da uno che non ce l’ha. Ci sono solo alcuni tratti che lasciano presagire la cosa, come la rotondità del volto o il fatto che sia allungato, il naso fatto in maniera diversa. Dal viso, qualcosa si riesce a contraddistinguere, stessa cosa che capita poi anche nella quotidianità, non solo nel fumetto. 

Cosa che sicuramente contraddistingue questo fumetto dai precedenti, oltre al fatto che è una vera e propria autobiografia dell’autore sulla sua esperienza con sua figlia con la sindrome Down, è il fatto che i disegni non hanno mai un colore omogeneo e delineato. La storia procede a colori in base ai sentimenti che muovono l’autore e le difficoltà che esso incontra. Ci sono periodi in cui c’è malinconia e quindi viene utilizzato il blu, ci sono momenti dediti alla tristezza o in cui c’è rassegnazione, dolore, distacco. Tutti questi sono rappresentati da un colore. C’è un momento in cui le pagine sono completamente blu, altre in cui sono verdi, altre rosse o arancioni. Tutto questo dipende dalle emozioni provate dal giovane protagonista e padre di Julia.

Nonostante avere un figlio sia una benedizione, Fabien mette in campo persino il distacco per sua figlia ed il fatto che per lei non riesce a provare niente, non riesce neppure a sentirla come sua figlia. Se vista così può sembrare una cosa completamente disarmante e orribile anche solo da pensare masi parla solo per esperienza, per cui posso dire che è una storia di un padre ce si trova di fronte ad una cosa inaspettata e che non sa come gestirla. Aveva paura che potesse succedergli e gli è successo cogliendolo completamente alla sprovvista.

Ho apprezzato molto tutto ciò che viene dopo l’accettazione di Julia, il fatto che venga mostrato anche come la gente è ignorante e dica cose senza alcun senso logico o il solo fatto di mostrare il comportamento di chi si trova di fronte ad una famiglia con un ragazzo o una ragazza con problemi o con differenze rispetto al normale.

Immagine correlata

Il libro è stata una vera e propria scoperta. Mi trovo a voler consigliare questo libro a tutti gli amanti delle Graphic Novel ma anche agli amanti delle autobiografie e delle storie davvero, davvero belle. Una storia unica, che amerete.

Fabien Toulmé è un autore che arriva dritto al cuore e si insedia all’interno per via delle sue paure. Nonostante non sia riuscita a sentirmi pienamente connessa a lui ho trovato una dolce affinità con sua moglie e le sue piccole. Una storia che entra nel cuore e s

Il mio voto per questo libro è di: 4 balene e mezzo.

quattro e mezzo


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Che ne pensate allora? Pensate possa fare per voi? Io, nel frattempo, vi aspetto!
A presto,

Sara ©

RECENSIONE #346 -UN LITRO DI LACRIME DI AYA KITO.

BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!

Oggi vi porto la recensione di questo nuovo libro che spero possa piacervi. Ringrazio la Rizzoli per avermi permesso la lettura del libro di cui sto per parlarvi. Una biografia toccante, un diario che vi entrerà nel cuore. A voi:

4544669-9788817143424-285x424Titolo: Un litro di lacrime
Autore: Aya Kito
Prezzo: 16.00 €
Pagine: 192
Data di uscita: 01/10/2019
Link d’acquisto: https://amzn.to/31OiPdw
TramaNel vasto mondo asiatico, il diario di Kito¯ Aya ha conosciuto un successo inarrestabile: pubblicato sul finire degli anni Ottanta in Giappone, ha venduto oltre un milione di copie. Una platea affollata per il racconto in prima persona di una ragazzina quindicenne che ha ispirato e incantato un intero continente. Aya racconta dieci anni della propria vita, racconta l’adolescenza e l’inizio dell’età adulta, una vita come tante, ma senza prospettiva, un’esistenza minata dalla malattia, ecco la differenza. Ed è racchiusa qui la potenza di queste pagine: nella ribellione, nell’ironia, nella fragilità che si trasforma in forza, che fanno di Aya un simbolo, una figura di culto. Perché, al di là della sua particolare condizione, è riuscita a gridare con voce limpida cosa vuol dire diventare grandi, e a contare quante lacrime servono per affrontare le sconfitte. Inedito per trent’anni in Europa, il diario di Aya arriva oggi a noi con la stessa, rara forza di allora.

RECENSIONE

woman standing on gray floorQuesta è una biografia pubblicata postuma della giovane Kito Aya. La storia ha inizio con la piccola Kito che a scuola comincia ad avere dei problemi alle gambe e a traballare mentre cammina, comincia ad avere problemi di linguaggio e via discorrendo. Kito inizia a seguire una cura e spera di guarire ma comincerà presto a rendersi conto di non avere scampo, che la malattia che l’ha colpita non se ne andrà anzi, peggiorerà sempre. Kito è affetta da atassia spinocerebellare, che intacca il cervelletto a livello neurologico in maniera degenerativa. Il malato così, comincia a non riuscire più a camminare, a parlare, a muovere gli arti e le articolazioni, peggiorando di giorno in giorno sempre di più. Ma Kito è una vera combattente e nonostante tutte le difficoltà a cui andrà incontro riesce sempre a trasmettere tanto coraggio e voglia di vivere.

Come si evolve la malattia di Kito? Cosa proverà lungo il suo difficile percorso con la malattia? Riuscirà questo piccolo diario ad aiutarla a tenere fede dei suoi progressi e dei suoi peggioramenti? 

Non voglio nemmeno pensarci. E’ triste, e difficile da accettare, ma è la realtà. Non mi importerebbe essere stupida, se soltanto avessi un corpo sano.

La trama è ben scritta, leggera e trasmette tutto l’amore e la voglia di vivere, il coraggio e la forza che ha avuto Kito alla sua età nell’affrontare una malattia così disastrosa, così degenerativa. Una trama che mi ha incuriosito a voler conoscere dopo tantissimi anni di attesa, la voce di Kito Aya.

La copertina è davvero meravigliosa e su questo non ho altro da dire. Le nuvole e i colori tenui illustrati sulla copertina ricordano sia la leggerezza della piccola Kyto, sia tutto ciò che lei ha sempre desiderato e voluto nella sua vita e che purtroppo la malattia gli ha tolto. Il titolo è stato tradotto dall’originale  e non è stato cambiato con nessun altro tipo di significato. Ho apprezzato molto questa scelta ed è riferita ad un pezzo che viene citato all’interno del libro in cui Kito si ritrova ad essere costretta ad abbandonare la sua scuola. Verserà un litro di lacrime ed altre ancora anche dopo ma saranno lacrime amare e dolorose.

L’ambientazione è Giapponese e l’epoca va dai dieci anni di Kito, intorno all’anno 1972 fino alla sua morte.

woman wearing gray long-sleeved tops reading bookQual è lo scopo della mia vita?  Vengo sempre aiutata dagli altri, e non c’è nulla che possa fare per sdebitarmi. L’unica cosa che mi fa andare avanti è lo studio, non riesco a trovare niente di importante.

I personaggi di questa biografia sono diversi. Kito è una ragazzina che ama leggere e scrivere, le piace studiare e le piacerebbe un giorno avere una famiglia tutta sua. E’ una ragazza semplice, molto legata agli amici e alla sua famiglia, sopratutto a sua madre. In questa biografia vedremo solidificarsi ancor di più il legame madre-figlia, quello con Kito e i suoi fratelli, quello con Kito e la sua dottoressa e per ultimo, ma non meno importante, quello verso se stessa. E’ vero, per la giovane sarà sempre più difficile fare qualsiasi tipo di cosa ma matura in se un grande senso di maturità, di forza e coraggio che molti non hanno o non avrebbero.

Kito è stata una ragazza e un modello per molti malati di atassia spinocerebellare e questo diario ne sarà la prova inconfutabile.

Con oggi è una settimana che prendo le pastiglie bianche. Riesco a parlare con più scioltezza e deglutire il cibo è meno faticoso. Mi sembra anche che la gamba destra sia un po’ meno rigida, ma il suo aspetto è sempre terribile. E continua a farmi male, di tanto in tanto.

Il perno centrale di questa storia è la malattia di Kito e il fatto che nonostante stia regredendo sempre di più, lei non voglia arrendersi e combatta con tutte le sue forza per cercare di vivere anche solo un giorno in più.

woman in white top under cloudy skyLo stile utilizzato da Kyto Aya è piuttosto semplicistico, quasi fosse una sottospecie di reportage, è sicuramente molto particolare e di difficile approccio, almeno iniziale. In effetti essendo una biografia ed essendo utilizzato come diario l’approccio è stato semplice e funzionale al ruolo che doveva svolgere. Una storia che vi farà entrare Kito Aya nel cuore, ve lo assicuro.

La storia è stata sempre più toccante mano a mano che si procedeva verso la fine. E mano a mano che si procedeva verso la fine dei giorni di Kito ci si rende conto di quanto questa malattia ti rubi ogni cosa tranne la coscienza e il modo di pensare. Ed è questo continuare a pensare e a rendersi conto di essere sempre più inutili che distrugge la persona. Il solo e semplice fatto di essere passata a essere tutto a niente diventa straziante e sempre più triste.

Ho apprezzato molto le parti finali scritte dalla dottoressa che ha avuto in cura Kito e dalla madre che ha combattuto una battaglia grande assieme a sua figlia. La dottoressa prese talmente a cuore Kito da prenderla come modello per altri malati di atassia spinocerebellare e donargli quella forza in più di cui hanno bisogno. La madre di Kito, invece, è stata accanto a lei in ogni momento ed invece di sminuirla o fargli tutto, l’ha sempre spronata a fare di più finché le è stato possibile. E’ stata coraggiosa anche lei perché ha dato la forza a Kito di combattere giorno per giorno.

Che problema c’è a cadere? Puoi sempre rialzarti. Quando cadi, solleva gli occhi al cielo. Anche oggi si stende sopra di te, azzurro e sconfinato.

Questa biografia è stata davvero toccante sotto ogni aspetto possibile. Nonostante la scrittura non mi abbia particolarmente fatto impazzire, la vita di Kito vi toccherà dall’inizio fino alla fine dei suoi giorni. Una storia che vi consiglio di leggere, non ve ne pentirete.

Come dare un voto in una biografia? E’ difficile e senza alcun dubbio lo è anche per questa, o forse dovrei dire sopratutto. La vita di Kito Aya è stata breve ma intensa e allo stesso tempo dura. Kito non è riuscita a fare ciò che voleva nella vita ma è riuscita a trasmettere la forza e la tenacia di affrontare una malattia così grave a testa alta, senza arrendersi mai del tutto.

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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Che ne pensate allora? Pensate possa fare per voi? Una lettura che merita molto. Io, nel frattempo, vi aspetto!

A presto,

Sara ©

RECENSIONE #301 – CUCITI AL CUORE, diario di un padre fortunato DI FRANCESCO CANNADORO.

BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!

Oggi, un po’ in ritardo rispetto al solito orario, vi porto un nuovo libro che spero sinceramente, possiate leggere e apprezzare. Se mai leggerai questo articolo, caro Francesco, sappi che ti abbraccio il cuore. Tommi è dolcissimo ed ora è cucito anche un po’ sul mio di cuore. Una lettura che merita, a voi la recensione:

41qy19svuzl._sx355_bo1204203200_Titolo: #CUCITIALCUORE – Diario di un padre fortunato
Autore: Francesco Cannadoro
Prezzo: € 14,00 cartaceo Ebook: €6,99 
Pagine: 143
Genere: Autobiografia
Editore: Ultra 
Data di pubblicazione:  14 Marzo 2019
Link d’acquisto: CLICCA QUI

 

Trama: Questa è un’epica battaglia contro il drago. Non pensate però di leggere di cavalieri, principesse, spade magiche e destrieri leggendari. Questo libro racconta una storia semplice, molto reale. Francesco è un ragazzo di 36 anni, cresciuto senza genitori, che sogna da sempre di avere finalmente una famiglia tutta sua. Tommi (rigorosamente con la “i”) è quel sogno che ha preso forma. È suo figlio, il suo amore più grande, quella sicurezza del cuore che adesso, pensava, nessuno gli avrebbe più tolto. Poi, invece, è arrivato il drago. Il piccolo Tommi è nato affetto da una patologia sconosciuta e degenerativa. Il suo cervelletto si atrofizza lentamente, compromettendo lo sviluppo psicomotorio. Con il tempo, Tommi ha perso anche la vista. Francesco nel 2016 ha aperto una semplice pagina Facebook nel tentativo di raggruppare persone che ne sapessero più di lui sulla disabilità e lo aiutassero a capire come muoversi in un mondo decisamente non semplice da abitare. Poi ha cominciato a condividere tutte le informazioni raccolte con chiunque si unisse alla sua avventura. È nato così il sito e il progetto Tommigiornale, che dà voce ad altre famiglie che affrontano simili battaglie e approfondisce argomenti di varia natura, spesso – ma non esclusivamente – legati al mondo della disabilità. Il tutto condito da una buona dose di umorismo. Dopo aver raccolto in sei mesi decine di migliaia di follower sui social, Diario di un padre fortunato arriva ora in libreria. La battaglia contro il drago è appena iniziata, fai la tua parte. Ah, c’è pure la mamma, eh…

RECENSIONE

Risultati immagini per diario di un padre fortunatoLa storia racconta l’autobiografia di Francesco Cannadoro dalla nascita del piccolo Tommi (rigorosamente con la i, mi raccomando!). Ed è proprio Francesco, in prima persona a raccontarci che avventura, per lui e la sua famiglia, è la vita. Questa è la storia di Francesco e di Tommi (e della sua mamma) e di quel drago un po’ troppo difficile da battere. Questa è la storia di chi combatte per la vita ogni secondo e cerca di conquistarsi anche un solo giorno in più nel mondo.

Cosa succederà quando nascerà Tommi? Quando il drago andrà a fare visita alla giovane famiglia? Come cambierà la loro vita?

Io non mi perdo tutto questo oggi, piangendo per domani. Nessuno dovrebbe farlo.

La trama è dolcissima ma dura e la storia non è da meno. Personalmente non conoscevo la storia di questo papà. E’ stata mia madre che, seguendo il social e la loro storia ha deciso di acquistare il volume. Così solo dopo averlo letto lei lo ha passato a me, che come sapete non potevo lasciarmelo sfuggire. E’ una lettura molto piccola dove il giovane papà non fa altro che lottare contro un drago, per mano a sua moglie e a suo figlio.

La copertina è adorabile ma d’altronde come non amare Tommi e i suoi sorrisi. Stesso sorriso che si vede negli occhi del giovane Francesco Cannadoro, padre del piccolo. Una foto che ci permette di entrare fin da subito a contatto con i sentimenti di questo padre arrabbiato e allo stesso tempo combattivo, dolce e amorevole verso una piccola creatura di nome Tommi. Il titolo riprende l’hastag che Francesco utilizza sui social e il nome della pagina Facebook e Instagram. Diario di un padre fortunato è un ritrovo dolce, pieno di amore che vi invito a visitare.

Poi lei si girò ancora e, questa volta, per un attimo i miei occhi e i suoi s’incrociarono. Non fu un colpo di fulmine, per niente. Però a distanza di anni abbiamo un figlio e insieme combattiamo il drago.

Francesco Cannadoro, voce narrante di questa storia autobiografica è un padre che ama suo figlio in maniera incondizionata. E’ una persona che ne ha vissute tante in primis sulla sua pelle e la sola idea di avere una famiglia tutta sua e un figlio. 

Francesco, nel corso delle sue pagine con simpatia e ironia si mette a nudo e tira fuori tutti i suoi dubbi, le sue perplessità, le sue lacrime e tutta la rabbia. Verso Dio, verso gli altri, verso il drago e verso quello che Tommi non avrà mai. Però, allo stesso tempo, a Tommi non fa mai mancare sorrisi e coccole perchè solo con uno sguardo riesce a conquistarsi. Un padre e una madre forti, coraggiosi e pieni di amore, di luce e di premura da regalare ad un figlio che se li merita tutti.

Ha il viso stanco, la testa piena, il cuore a pezzi e tanta rabbia, che traspare dalle parole e dagli sguardi. Domande senza risposte che hanno pian piano affievolito la luce di cui brillava. La stessa luce che però io oggi vedo negli occhi di Tommi. Quasi gliel’avesse prestata, come se servisse più a lui, perchè lei sta bene in penombra. (…) Nostro figlio è luminoso come lo era lei, ogni suo sorriso è gioia di vivere. Forse è per questo che lo amo così tanto, perchè somiglia a lei.

Risultati immagini per diario di un padre fortunatoIl perno centrale è Tommi. Il piccolo bimbo è una forza della natura e i suo sorrisoni bellissimi riempiono di gioia anche le pagine più buie. Tommi, come potete vedere dalla foto qui di lato, è un bambino dolcissimo che viene voglia di riempire di baci. E’ frutto dell’amore più grande, di due genitori che lottano contro il drago,  contro la gente, contro gli ospedali, contro tutti. 

Lo stile utilizzato è semplice, scritto in chiave ironica, Cannadoro racconta le avventure, l’amore ma sopratutto la lotta contro il drago. Il drago è forte, potente, sembra buttarli giù sempre, continuamente ma non ci si arrende. La forza di Tommi è quella di un combattente che tiene testa al drago e che, nonostante tutte le difficoltà che la vita ha riservato a questa famiglia

Francesco nel suo volume dice che Tommi ha la luce negli occhi che ha la sua mamma – che non metto in alcun modo in dubbio ovviamente – ma è anche lui che trasmette luce dagli occhi, sia dalle foto che ho visto dal libro e sulle sue pagine social, sia per come parla di suo figlio. 

Ma fino a che sarà… NOI saremo. E dopo saremo lo stesso. In un modo diverso, inspiegabile, astratto, ma saremo. Perchè NOI saremo per sempre.

Il libro è davvero un piccolo gioiello da custodire. Una storia toccante, profonda, che fa riflettere e che vi consiglio di leggere. Davvero. Prendetevi qualche ora della vostra vita e dedicatele a questa famiglia e magari riuscirete anche a supportare con un piccolo gesto l’amore per il piccolo Tommi.

Francesco Cannadoro è un padre fortunato. Un padre che ama incondizionatamente suo figlio, che rende meravigliosa ogni singola giornata di Tommi anche se per lui è difficile ogni secondo di più, anche se ogni giorno lui può fare sempre meno. Perchè Tommi (sempre e solo rigorosamente con la i) è, è stato e sarà sempre il NOI, tutti NOI.


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Cosa ne pensate? Fatemi sapere, spero lo leggerete e darete un’occasione a questo libro.

A presto,

Sara ©

RECENSIONE #265 – BUTTERFLY DI YUSRA MARDINI con Josie Le Blond.

BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!

Oggi sono qui per portarvi una nuova lettura di cui ringrazio la Giunti per la copia in lettura. Spero che possiate apprezzare questa autobiografia, una storia forte con un messaggio importante. Spero che possiate dargli una chance, ne vale la pena. Ecco a voi:

f6dec6d259734893a03b5bcafad37d76-PU5WQ2CUTitolo: Butterfly
Autore: Yusra Mardini con Yusra Mardini
Prezzo: € 11,90 / Ebook: € 8,99
Pagine: 360
Genere: Autobiografia 
Data di pubblicazione:  16 Gennaio
Link d’acquisto: https://amzn.to/2BVVqwt
Trama: Mentre l’imbarcazione di Yusra naufraga, nell’ultimo tratto del suo lungo viaggio per fuggire dalla guerra in Siria, lei e sua sorella Sarah si tuffano in mare per condurre in salvo la barca e gli altri passeggeri a bordo. Nuotano per ore nelle acque gelide, rischiando la vita, riescono a raggiungere le coste di un’isola greca. Da lì, il loro viaggio prosegue fino a Berlino. Il coraggio di Yusra e il suo talento di nuotatrice sono stati premiati: si qualifica alle Olimpiadi di Rio 2016 e gareggia come membro della squadra olimpica degli atleti rifugiati. Yusra è oggi ambasciatrice dei rifugiati ed emblema per i migranti di tutto il mondo: un potente esempio di resilienza e determinazione.

RECENSIONE

Immagine correlataLa storia ha inizio con Yusra da bambina. Suo padre ha sempre voluto far nuotare le sue figlie: Sara, la più grande e Yusra, la più piccola. Dove Sara era inizialmente più brava ma più ribelle al padre, Yusra pur di non sentirlo acconsente e in silenzio continua ad allenarsi nel nuoto. Un grande del nuoto la ispira e decide di andare un domani alle Olimpiadi. Peccato che in Siria, a Damasco, dove vivono scoppiano rivolte e la guerra imperversa nelle strade. Quando si esce di casa la mattina si prega per riuscire a ritornarci la sera e la situazione diventa via via negli anni sempre più insostenibile. Così, quando Yusra è ancora un adolescente che parte con sua sorella per raggiungere Berlino e andare verso la salvezza. Un viaggio fra trafficanti, pericoli e tanto altro mettono a repentaglio la vita delle due giovani e dei tanti che vivono con loro. 

Cosa succederà a Yusra e alla sua famiglia? Riuscirà a raggiungere Berlino e andare alle Olimpiadi? Realizzerà il suo sogno? Quale è il prezzo da pagare per cercare di rimanere in vita?

Quest’acqua non ha confini, è selvaggia e imperscrutabile. Le onde avanzano, incessanti, come un esercito in marcia. Cerco di resistere. Mi tengo stretta alla fune, giro la barca, nuoto, sopravvivo. Come siamo arrivati a questo punto? Quand’è che la nostra vita ha incominciato a valere così poco? E’ davvero l’unica via d’uscita, questa? L’unico modo per sfuggire alle bombe di casa nostra?

La trama è ben scritta e racconta proprio il perno centrale di ciò che accade all’interno della storia di Yursa. Io non avevo mai sentito parlare di lei, ma vi assicuro che la sua storia è profonda e vi colpirà, sicuramente.

La copertina è particolare. Non che mi piaccia particolarmente come è stata posta graficamente ma nel complesso il colore generale è il mio colore preferito quindi di sicuro attira l’attenzione. E’ bello che ci sia di base l’acqua, su questo nulla da dire. Voi che ne pensate? Il titolo è molto carino e rappresenta proprio questa storia. Sopratutto rappresenta Yusra in tutto. E’ leggera e si muove come una farfalla in acqua ma è allo stesso tempo anche fragile e delicata.

La storia è un’autobiografia e parte da Damasco, in Siria, passando per la Turchia, la Grecia e l’Ungheria fino ad arrivare in Germania.

Fisso fuori dal finestrino, pregando che tutto si fermi e torni alla normalità. Cerco di ignorare ciò che sta accadendo, e mi concentro sul nuoto, sulla scuola, sulla vita di tutti i giorni. Ma la quotidianità sta incominciando a diventare insostenibile. A dicembre, quaranta persone muoiono in un attentato suicida a Kafar Souseh, il quartiere in cui lavora la mamma. Le vittime sono persone normali, che si trovavano per caso in quella strada, intente a vivere la loro vita. Ne rimango sconvolta. per la prima volta avvertiamo una sensazione generale di pericolo, sentiamo che possiamo morire per il semplice fatto di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Risultati immagini per yusra mardiniI personaggi di questa storia sono molti anche se la protagonista principale è una soltanto, ovvero Yusra. La sua voce è molto potente e la presenza di chi la circonda diventa fondamentale per questa storia. Sua sorella Sara è una voce preponderante all’interno di questa storia ed è per Yusra un faro. Inoltre c’è la presenza della sua famiglia e di chi viaggerà con lei lungo il suo viaggio verso una vita migliore. Una volta che invece riesce nel suo intento, anche Sven diventa una presenza importante per la Mardini.

Yusra è una ragazza sveglia e intelligente che fin da quando è bambina ama il nuoto più di se stessa. All’inizio lo fa per compiacere suo padre, per non sentirlo lamentarsi e per competere con sua sorella ma ben presto diventa una vera e propria passione di vita. Yusra e il nuoto sono una cosa sola e anche trovare un nuovo posto in cui vivere. Il loro viaggio diventa un simbolo per tanti immigrati che cercano di fuggire dalla guerra.

Muhannad si china e mi porge una mano. La afferro e mi solleva a bordo. Crollo a terra, tremando per la stanchezza, battendo i denti per il freddo. Ayham tira su Sara. Crolla vicino a me. Riusciamo a sederci sul tubolare. Le onde si abbattono sulla barca, facendola girare un’altra volta. L’acqua entra a bordo, mentre attraversiamo il mare in tempesta.

Il perno centrale di questa storia è la vita di Yusra e il suo viaggio verso la speranza di una vita normale, senza guerra. La speranza di avere un futuro e quello di poter realizzare i propri sogni, come quello di partecipare alle Olimpiadi (nel caso di Yursa).

Lo stile utilizzato credo da Josie Le Blond, giornalista tedesca, è molto fluido e decisamente coinvolgente. Non c’è stato un solo attimo in cui non mi sia sentita con Yusra. Sembrava di essere costantemente con lei e per quanto possa essere anche solo lontanamente difficile immaginare tutto ciò che deve aver passato questa ragazza – come tante persone che tutt’ora affrontano questi viaggi pericolosi in cui si rischia la vita ogni secondo – mi sono sentita sempre perennemente connessa a lei.

Devo dire che l’arrivo in Italia di questo libro non poteva essere più provvidenziale di così. In un periodo in cui c’è costantemente razzismo e ci sono continui problemi di immigrazione – esempi lampanti lo sono frasi del tipo: io prendo questo, io questi non li voglio, rimandateli a casa – trovo che la storia di Yusra sia illuminante per molte persone che parlano senza sapere o che credono di sapere ogni cosa. Tutti dovrebbero leggere questo libro per sapere che se uno ha un telefonino non è perchè la Siria è un paese povero, come dice anche Yusra in un determinato momento. Loro lì avevano una vita normale che è stata sconvolta dalla guerra e dalle bombe. E molti dimenticano che sono persone, esattamente come noi. 

Una storia che mostra la fragilità e la forza dentro la stessa persona. La forza dei sogni può tutto e spero che Yusra dia la forza anche solo con il pensiero a tante persone in difficoltà.

«Se la barca affonda mentre siamo in mare, tu pensa soltanto a nuotare» mi dice. «Mi hai sentito? Devi dimenticarti di tutti quelli che sono a bordo e nuotare.  Tu e io, dobbiamo nuotare e basta, intesi? Andrà tutto bene». Socchiudo gli occhi per ripararmi dalla luce accecante e la guardo. Sta dicendo sul serio. «Yusra, mi hai sentito?» Annuisco e mi giro, rifugiandomi nell’ombra degli alberi.

Un libro che sicuramente vi consiglio. Non potete lasciarvelo sfuggire.

Yusra Mardini è sicuramente un esempio, come tutti coloro che hanno viaggiato con lei (chi ce l’ha fatta ma anche chi si è venuto a mancare durante il percorso). Una storia di rivincita e di riscatto in cui la speranza è il motore principale che consente di credere in qualcosa di migliore. Una storia importante, un’autobiografia potente.

Anche qui è difficile dare un voto alla vita di qualcuno, per cui mi limiterò semplicemente a dare un voto al libro in generale. Ed è assolutamente da cinque balene.

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Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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Vi piace? Siete curiosi? Io ve lo consiglio! Fatemi sapere, mi raccomando!

A presto,

Sara ©

REVIEW PARTY – BEAUTIFUL BOY DI DAVID SHEFF (#262)

BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!

Eccoci qui con un altro evento carissimi! Ringrazio tantissimo la Sperling&Kupfer per avermi permesso di leggere questo libro in anteprima e Sonia de Il salotto del gatto libraio per avermi coinvolto in questa iniziativa. Ci tengo col dirvi che questa è un’autobiografia e che è molto profonda. Ecco che ve ne parlo subito:

Titolo: Beautiful Boy
Autore: David Sheff
Editore: Sperling & Kupfer
Genere: Non-Fiction
Data di uscita: 12 Febbraio 2019
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Trama: Perché il mio meraviglioso ragazzo si è perso? Che cosa è successo alla mia famiglia? Dove ho sbagliato? Sono le laceranti domande che hanno ossessionato David Sheff in ogni istante dello straziante viaggio nella tossicodipendenza del figlio Nic e nel difficile percorso verso la guarigione. Prima dell’incontro con la droga, Nic era il figlio che ogni genitore vorrebbe: cresciuto con amore dal papà giornalista e dalla mamma artista, era un ragazzo allegro e simpatico, studente modello, campione nello sport, adorato dai fratellini. Ma quando raggiunge l’adolescenza, Nic comincia a sperimentare le droghe, cadendo in una devastante discesa agli inferi, fatta di metamfetamina ed eroina. La dipendenza lo rende un relitto tremante «con due buchi neri al posto degli occhi», e inizia a mentire, rubare, scappare di casa. A chiedere aiuto e a precipitare di nuovo nel tunnel. In questo memoir straziante, spietato e sincero, scritto con il cuore e con le lacrime di un padre che ama disperatamente il figlio, David Sheff racconta i primi segnali d’allarme, le bugie, le telefonate alle tre del mattino (sarà Nic? La polizia? L’ospedale?), i tentativi di disintossicazione, le ricadute. Lo stato di continua preoccupazione diventa per lui, a sua volta, una forma di dipendenza; panico, ansia e stress incessanti richiederanno un prezzo altissimo. Eppure non si è mai arreso e ha sondato e percorso ogni strada possibile per salvare suo figlio.

RECENSIONE

Risultati immagini per gif beautiful boy filmLa storia ha inizio come tante altre storie, un padre che racconta la sua storia e quella di suo figlio, che potrebbe essere quella di chiunque altro. Un padre che racconta della vita di Nic, suo figlio, che ha problemi di tossicodipendenza: i segnali, i segni fisici, i tipi di droghe e le conseguenze che ne derivano. Una strada in cui un padre si addentra sempre di più utilizzando mosse e contromosse di cui  difficile calcolarne i risultati. Un rapporto tra un padre e un figlio. E il cambiamento nelle loro vite da quando Nic ha iniziato a usare la droga.

Quanto è cambiata la vita di David dopo queste esperienze? E’ riuscito Nic a rendersi conto che quella la strada giusta da percorrere? Come riusciranno i due a destreggiarsi lungo il tortuoso e difficile percorso fuori dalla tossicodipendenza?

Quando nacque, era impossibile immaginare che Nic avrebbe sofferto in quel modo. I genitori vogliono soltanto il meglio per i loro figli. E io ero un tipico genitore convinto che questo non sarebbe accaduto a noi, non a mio figlio. Ma per quanto Nic, sia unico, lui è ogni figlio. Potrebbe essere il vostro.

Immagine correlataLa trama è ben descritta e rappresenta pienamente questa storia e questo libro. Una storia difficile, piena di scelte dure e di racconti di vita. Una storia che tutti dovrebbero leggere.

Per la copertina è stata utilizzata la locandina del film che è stato prodotto. Il film potete trovarlo su Amazon Prime se siete interessati a vederlo. L’originale per questa storia la vedete qui di lato. E’ sobria e sicuramente azzeccata per questa storia. Io non sono un’amante delle locandine dei film come copertine ma gli editori le utilizzano sempre più spesso e dobbiamo conviverci. Resta comunque il fatto che la copertina era migliore l’originale, come al solito. Per quanto riguarda iltitolo è stato lasciato come l’originale. 

L’ambientazione è americana, dove David Sheff vive ed è una storia che segna diversi anni nel corso della lettura. Come specifica anche l’autore adesso suo figlio ha 40 anni e vive in una casa per tossicodipendenti. Ma questa storia doveva essere raccontata.

Il venerdì successivo, dopo scuola, Nic e un amico da cui trascorre la notte giocano a calcio in giardino di Inverness. Gli preparo la borsa per la notte e cerco un maglione nel suo zaino. Non trovo il maglione, trovo invece un sacchetto di marijuana.

Risultati immagini per gif beautiful boy filmI personaggi di questa storia sono reali, veri e il lettore lo percepisce fin dal primo istante, fin dalle prime parole dell’autore. Essendo un’autobiografia è difficile parlare di se stessi come dei propri cari, io non credo ne sarei mai capace e l’autore si mette in gioco raccontando una cosa difficile, che ha segnato la sua vita e quella di suo figlio. 

David è una persona straordinaria. Per quanto possa aver fatto o meno delle scelte sbagliate (che non ritengo siano da giudicare visto che se uno non ci passa, non può dirlo cosa avrebbe o non avrebbe fatto in quel caso) è un padre che ama suo figlio e farebbe di tutto perchè lui sia felice. Non c’è momento in cui non si percepisca l’amore che ha nei confronti di Nic. Nic nonostante la sua dipendenza viene descritto sempre come un ragazzo originale, mai banale e spettacolare. E’ innovativo nella musica, nei libri e in tutto ciò che fa, o almeno così la pensa suo padre.

Nel frattempo, la nostra vicinanza mi avrebbe permesso di capire immediatamente se ne avesse fato uso. Ero ingenuamente convinto che, se fosse stato tentato dalle droghe, me l’avrebbe detto. Ma mi sbagliavo.

Risultati immagini per gif beautiful boy filmIl perno centrale di questa storia è proprio la droga. La storia di Nic può essere la storia di chiunque e David ha voluto condividere con tutti la sua esperienza, se così si può chiamare. Ha raccontato dalla nascita di suo figlio tutti gli avvenimenti importanti che hanno segnato entrambi e che li hanno cambiati.

Lo stile utilizzato è piuttosto semplice e molto fluido. David parla in prima persona lasciandoci prima un’introduzione su ciò che ci aspetta e poi partendo dalle origini, fin da quando Nic è piccolo. Ci sono delle parti in cui David si sofferma sulla sua adolescenza e sul fatto che anche lui abbia provato delle droghe ma non ai livelli del figlio. Il suo compagno di stanza invece si, e Nic gli ricorda quel suo vecchio compagno.

Questa storia è l’autentico amore di un padre verso un figlio. David cerca di fare di tutto per suo figlio anche se è difficile e sembra quasi impossibile e Nic gli da del filo da torcere in tutti i modi possibili. La famiglia lo ha sempre sostenuto nelle scelte e nonostante sia stato difficile per tutti, David ci lascia un pezzo grande della sua vita e del suo dolore.

La storia è descrittiva dal punto di vista della droga e l’autore tende anche a mostrare al lettore tutti gli aspetti negativi e le ripercussioni che la droga può causare sull’essere umano. Non risparmia niente e mostra queste cose insieme alle paure da padre sul fatto che suo figlio possa avere le stesse identiche cose o i stessi anni neurologici, psichici e fisici.

E’ stata una lettura intensa, che non risparmia la sofferenza e le difficoltà. Ho provato angoscia durante la lettura (positiva s’intende!). E’ difficile anche solo pensare una situazione del genere e le scelte che possono derivarne. E‘ una storia incredibilmente toccante. Da leggere.

«Se vuoi continuare a vivere qui, se vuoi che ti aiuti, che ti paghi il college, se vuoi ancora vederci…» Lo fisso negli occhi e concludo: «Vuoi morire? E’ questo che vuoi?» Nic tira un calcio contro il muro, batte i pugni sul tavolo e scoppia a piangere. «Andiamo», faccio io. Lui protesta ancora un po’ e poi mi segue fino alla macchina.

Il libro è ben scritto e approfondisce diversi aspetti. E’ interessante, inquietante e sconvolgente. Sicuramente ne consiglio la lettura a tanti ragazzi che pensano di sapere tutto della vita, che rischiano di giocarsi l’esistenza senza sapere a cosa vanno incontro.

David Sheff scrive un’autobiografia sconvolgente, che racconta tutte le sofferenze di una famiglia che lotta contro la dipendenza dalla droga del proprio figlio. Una storia forte e struggente che lascia comprendere quanto le scelte giuste o sbagliate possono fare la differenza.

Il mio voto per questo libro è abbastanza relativo. Non perchè  sia negativo o positivo ma semplicemente perchè è impossibile dare un voto alla vita di qualcun altro, sopratutto dopo tutto quello che può aver passato. Se comunque dovessi dare un voto al libro a prescindere dall’autobiografia, complessivamente darei un quattro e mezzo.

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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Cosa ve ne pare? Lo leggerete? Fatemi sapere, mi raccomando!

A presto,

Sara ©