BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!
Finalmente, dopo giorni in cui cercavo di finirlo ma ero sempre indaffarata con millemila cose da fare, riesco a parlarvi di questo libro, nuova uscita della Giunti editore, che ringrazio per avermi permesso la lettura. Un noir davvero particolare, che fin da subito vi consiglio. Ecco qui:
Autore: Antonio Fusco
Titolo: Alla fine del viaggio – Solitudine per il Commissario Casabona
Collana: M
Uscita: 29.05.2019
Pagine: 228
Prezzo: €.16,00
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Trama: È la vigilia del palio di San Jacopo nella cittadina toscana di Valdenza, ma il commissario Casabona non è in vena di festeggiamenti: mentre sui tetti del centro storico esplodono i fuochi d’artificio, la moglie gli annuncia che sta per andarsene di casa. Un duro colpo per il commissario, che nonostante i problemi con Francesca non aveva mai pensato che il loro legame potesse davvero spezzarsi. Nemmeno il tempo di piangere la fine del suo matrimonio, che una telefonata lo richiama immediatamente al dovere: un uomo è stato ucciso da un treno in corsa. Un fatale incidente? Tutt’altro, visto che la vittima è stata legata a una sedia a rotelle e lasciata sui binari. Chi è quell’uomo che nessuno riesce a identificare? Perché l’assassino ha scelto un’esecuzione così plateale? Ed è solo una coincidenza che qualche anno prima, nello stesso luogo, un ragazzo sia stato travolto da un treno? Nella solitudine della sua casa ormai vuota, Casabona è tormentato dai dubbi. E mentre i primi indizi portano sulla strada della pedofilia, nuove morti inspiegabili arrivano a spazzare via ogni certezza. Come se ci fosse una regia occulta a spostare le pedine in campo. Qualcuno assetato di sangue e di vendetta. Qualcuno che viene dal passato, per regolare tutti i conti in sospeso…
RECENSIONE
Quando arriva la notizia dell’uomo investito, Casabona cerca sin da subito di dimenticare la sua situazione sentimentale gettandosi a capofitto sul lavoro. C’è qualcosa di strano in ciò che è successo, ma cosa?
Chi è l’uomo che si trovava sui binari? Cosa si nasconde dietro quel gesto? Ma, sopratutto, chi è stato ad architettare tutto questo?
Il corpo dell’uomo si scompose in mille frammenti tutto intorno. Ciò che rimase tra i binari si trasformò in una lunga scia di sangue, che segnò il tempo di un’infinita frenata iniziata troppo tardi.
La trama è ben scritta ed incuriosisce anche se nel finale avrei cercato di tenerla molto più vaga. Infatti la trama svela troppo, ci sarebbe voluto molto più mistero se devo essere sincera. Infatti, non avendola letta tutta agli inizi ma essendo stata catturata dalla frase sul retro della copertina del libro, ho deciso di leggere questo libro un po’ a scatola chiusa. Ed è stato meglio così.
La copertina è allo stesso tempo molto semplice ma efficace nel suo complesso. L’orologio più che simboleggiare qualcosa all’interno della storia rappresenta una parte nella vita del commissario Casabona. La fine del viaggio e della sua vita sentimentale. Il titolo mi piace molto, rappresenta al massimo sia il caso su cui il Commissario deve indagare, sia la storia in linea generale. Forse non avrei utilizzato il sottotitolo ma in fin dei conti non ci sta neanche troppo male tutto sommato.
L’ambientazione è la Valdenza mentre l’epoca è abbastanza moderna. Non sono specificate delle date precise, ma la storia sembra ambientata ai giorni nostri.
«Ma passa?» «Certo che passa, Fabio», Casabona alzò la testa e lo guardò negli occhi. «Cosa te lo fa pensare?» «Perchè le donne si innamorano sempre di ciò che non riescono a distruggere».
I personaggi di questa storia non sono tantissimi ma trovo necessario soffermarsi sul più importante di tutti, il Commissario Casabona. Oltre ad essere il cardine principale della storia, è stato il personaggio di sicuro meglio sviluppato rispetto agli altri.
Tommaso, infatti, è un uomo particolarmente misterioso ed enigmatico. Per quanto abbia potuto comprendere da questo volume – senza aver letto i precedenti – il Commissario sembra una persona sostanzialmente molto fragile. Tiene molto alla sua famiglia e ai suoi figli ma non sa come dimostrarlo. E’ un uomo riservato, spigoloso, che non si mette mai al centro di tutto ma sempre di lato. Infatti, il Commissario risulta quasi difficile da comprendere e, più volte nel corso della lettura, mi sembrava quasi che fosse l’autore a parlare di se stesso. E’ vero che ogni autore mette un po’ di sè nei propri personaggi ma qui, in questo libro, mi è sembrato piuttosto evidente (poi magari sbaglio è :P)
«Comunque, hai ragione, sono cose che riguardano noi e non vi devono condizionare la vita. Ce la risolveremo da soli, come abbiamo sempre fatto. Vedrai, tutto si si metterà a posto. E’ una crisi passeggera, ogni tanto capita, anche nelle migliori famiglie.»
Lo stile utilizzato è scorrevole e semplice, in terza persona. Nonostante abbia letto questo libro in un periodo pieno di cose da fare, non ci ho messo molto. E’ piccolo e ben strutturato.
Per quanto riguarda la storia è sicuramente interessante e le indagini prendono una piega decisamente intrigante sin dal primo momento. In più, l’autore lascia spazio a delle frasi che colpiscono molto e che fanno riflettere. E queste sono quelle che maggiormente mi hanno coinvolto all’interno della lettura mostrandomi sia un quadro complessivo dell’autore, sia del personaggio di Casabona.
L’unica cosa che è venuta a mancare all’interno del libro e della storia è la suspance vera e propria. Si, fino all’ultimo non si riesce mai davvero a capire chi è l’artefice di tutto ma allo stesso tempo sembra troppo facile per gli agenti di polizia riuscire ad arrivare alla fine. Mai un momento di esitazione o dubbi, si passa soltanto ai momenti salienti, tralasciando ciò che magari serve per far comprendere personaggi, debolezze e quant’altro. Inoltre, alcuni punti poi si parla dello scandalo dei giornali, del fatto che cerchino di essere sempre un passo avanti a loro e ad un certo punto non sono neanche più citati. Quindi ci sono alcune cose che sicuramente potevano essere gestite meglio.
L’autore in questo libro, con l’indagine che viene a svilupparsi nel corso della pagine, denuncia una tematica molto importante. Trattata sicuramente bene e in maniera delicata. Potrete sicuramente immaginarlo se avete letto tutta la trama ma io cercherò di non spoilerarvi nulla, in modo che possiate scoprirlo nel corso della lettura.
Restituirò tutto alla fine del viaggio, gli sguardi distratti che si lasciarono sfuggire l’essenza delle cose, le parole taciute che non diventeranno mai un ricordo.
Restituirò l’orgoglio che mi impedì di tornare e la coerenza che nascose tutte le altre strade che avrei potuto percorrere. Restituirò le opportunità mancate come biglietti non spesi e non ci sarà rimborso perché tutto va sempre in pari alla fine del viaggio.
Il libro si può leggere in solitaria o seguire gli altri volumi della serie del Commissario Casabona. Personalmente ho scoperto l’autore grazie a questo libro e sono molto curiosa di leggere i precedenti. Una buona lettura, questo Noir, sicuramente.
Antonio Fusco è stato sicuramente, per me, una vera scoperta. Una storia che porta lungo la fine del viaggio, verso la solitudine attraverso la follia di un uomo che agisce per un fine incredibilmente inaspettato. Consiglio.
Il mio voto per questo libro è di: 3 balene e mezzo.

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
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Che ve ne pare? Lo leggerete? Fatemi sapere perchè sono curiosa di avere vostre opinioni.
A presto,
Sara ©