RECENSIONE #622 – VICTORIES GREATER THAN DEATH, LA PIETRA DI TALGAN DI CHARLIE JANE ANDERS.

BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!

Come state? Siete pronti per una nuova uscita spaziale? Per questa lettura debbo ringraziare la casa editrice Fanucci editore per avermelo permesso. Ci ho messo un pochino nel tentare di tirare fuori una recensione di questo libro, che ho avuto il delirio tra eventi, vacanze di natale e simili e il tutto è andato a scalare fino ad oggi. Mi dispiace e spero siate pronti per questo volume che ho in serbo per voi:

9788834743263_0_536_0_75Titolo: Victories Greater Than Death – La pietra di Talgon
Autore: Charlie Jane Anders
Pagine: 330
Genere: Sci-Fi

Data di uscita: 2 Settembre 2022
Link d’acquisto: https://amzn.to/3HzRWSD
Trama: Tina Mains non è un’adolescente comune. Ha un lume di salvataggio interplanetario nel petto, e trascorre ogni giorno di vita sulla Terra in trepidante attesa che questo lume si attivi e che i suoi alleati alieni, che da piccola l’avevano nascosta sulla Terra per proteggerla, la vengano a prendere per riportarla nello spazio e permetterle di compiere il suo destino: sconfiggere un terribile nemico intergalattico e far trionfare la giustizia. In quest’ardua impresa spaziale, Tina potrà fare affidamento sulla sua migliore amica Rachael e su un equipaggio di alieni e terrestri determinato a portare a termine la missione, costi quel che costi. Riusciranno a salvare l’universo da ciò che lo minaccia e a ristabilirne l’equilibrio?

RECENSIONE

laya rose art — Tina & Rachael & Elza from Victories Greater Than...

La storia ha inizio sulla Terra, ai giorni d’oggi, sembrerebbe in America. Una ragazza di nome Tina Mains sta aspettando che si accenda il lume e cerca di mettersi addirittura a rischio per cercare di stimolarlo, assieme alla sua amica Rachael che l’assiste. Questo lume di salvataggio interplanetario si accenderà nel suo petto quando sarà pronta per dover tornare da dove è venuta, ovvero dallo spazio, perché i suoi alleati alieni – che da piccola l’avevano nascosta sul nostro pianeta per proteggerla – la vengano a prendere e la riportino nello spazio per compiere il suo destino. Sconfiggere un nemico potente all’interno della galassia non è da poco e per lei inizia un’avventura grandiosa e pericolosa quando si accorge di non essere totalmente quello che tutti si aspettavano da lei ma di essere semplicemente se stessa.

Cosa succederà nello spazio? Quali consapevolezze risiederanno in Tina e la sua migliore amica? Riusciranno a sconfiggere l’agognato nemico o finirà male per loro? Cosa sono disposti a perdere per cercare di salvaguardare il resto della galassia?

Mi sento come se avessi quasi dimenticato una cosa davvero importante, ma la mia migliore amica era lì per ricordarmela.

La trama è piuttosto esaustiva di ciò che ci troveremo a leggere e finisce per incuriosire i lettori che amano lo spazio e che vogliono ritrovarsi catapultati in un’epopea spaziale tra alieni e astronavi. Non c’è nulla di particolarmente esagerato né di troppo dettagliato nella trama e finisce per mostrarci solo la breve prima parte della storia, che si smuoverà successivamente e poco alla volta.

La copertina è stata mantenuta come l’originale e, nonostante non sia così rappresentativa di Tina per come viene descritta sul volume, trovo che sia molto bella e mette in risalto la particolarità dei suoi capelli e del suo colorito originale. Così esposta, la copertina utilizzata, non si può non apprezzare per i colori e perché finisce per attirare i lettori, in un modo o nell’altro. Il titolo è stato mantenuto anche qui, come l’originale. La traduzione letterale, se volessi mostrarvela, sarebbe stata questa: Vittorie più grandi della morte e ritengo che sia stata più saggia la scelta di mantenere il tutto così com’è, aggiungendo solo il sottotitolo in Italiano in rifermento a cosa c’è di importante in questo volume: La Pietra di Talgan. Vi dirò successivamente a cosa si riferisce e avrete modo di scoprirla anche leggendo il volume, ovviamente.

L’ambientazione della storia non è espressamente specificato, ma sembriamo trovarci in America, almeno per quanto riguarda l’inizio di questa storia. Successivamente andremo a finire nello spazio e conosceremo pianeti e mondi strani, una galassia abitata da strane creature – buone e cattive – che si schiereranno nella lettura da una o dall’altra parte e lo spostamento ci consentirà di vederne diversi. L’epoca è piuttosto moderna, almeno da come si presenta sul pianeta Terra, il tutto sembra muoversi nell’epoca attuale, pur fantastica e fantascientifica che sia la storia.

laya rose art — Tina & Rachael & Elza from Victories Greater Than...Un momento dopo alzo lo sguardo e vedo avvicinarsi l’Indomita, con lo scafo graffiato e ammaccato, adesso tinto di viola e verde e argento per via dell’aurora. Vorrei urlare di gioia, ma i miei polmoni non riescono a produrre un urlo.  Così mi limito a ridere e sento l’ansia defluire mentre sul fianco dell’astronave appare un’apertura, vicino all’hangar di carico, e ci inghiottisce.

I personaggi di questa storia sono tanti e tutti propriamente strutturati e ben composti. Ci troviamo a scoprire tutto ciò che accade all’interno della storia sotto il punto di vista di Tina ma ci muoveremo e avremo modo di conoscere molti personaggi che avranno a che fare con lei. In primis c’è Rachael, la sua migliore amica di sempre – terrestre e umana – che la supporta da sempre e sogna che lei si realizzi fin da quando Tina ne ha memoria. E’ un segreto grande quello che Tina porta con sé e avere una persona che crede in noi è sicuramente un buon punto di partenza e una buona spalla di cui fidarsi: Rachael è buona, chiusa in determinati momenti, visto la sofferenza che ha avuto nella sua vita e spesso ha bisogno dei suoi spazi per riprendersi ma non è mai una persona sulla quale non si possa contare. Subito dopo che Tina subisca il lume e venga reclutata a bordo dell’Indomita le sorprese non tarderanno ad arrivare e ci saranno altri personaggi con cui avremo a che fare, umani per di più, perché vengono reclutati visto la mancanza di personale a bordo dell’astronave: Elza sarà parte fondamentale e importante di questo processo evolutivo oltre che sentimentale, Damini e così tanti altri ragazzi che, come Tina si troveranno catapultati in una realtà completamente fuori dal comune. Non per questo, ovviamente, non conosceremo anche il capitano attuale dell’Indomita e il Ootha’ar, così come tanti altri personaggi  bordo dell’astronave. Ma non voglio parlarvi di tutti, altrimenti dovrei parlare parecchi, prima di spiegarvi tutto.

Tina aspetta fin da sempre di essere reclamata dagli alieni che l’hanno lasciata sul pianeta quando era in fasce, eppure, ha comunque paura di ciò che l’aspetta. Vive tutto fino a quel momento con incoscienza e con poca esperienza di ciò che sta per accaderle ma non appena il suo lume si manifesta e reclama i suoi antenati a prenderla, anche tutti coloro che l’aspettavano per ucciderla emergono e finisce subito in pericolo. E’ una ragazza sveglia, sagace, coraggiosa e attaccata molto alle persone a cui tiene ovvero la sua migliore amica ed è intrepida nel voler cercare di salvare il salvabile, seppur ciò che tutti si aspettavano da lei non si palesa come tutti speravano. Perché in Tina è stato racchiusa la vecchia Capitana dell’Indomita che dopo la comparsa del lume si sarebbe dovuta palesare con ricordi e con l’aiuto autorevole e forte di cui tutti avevano bisogno… peccato che ritrova solo dei sprazzi fugaci e diventa una specie di enciclopedia vivente senza riuscire ad accedere a ricordi della vecchia Capitana, in alcun modo. E’ un personaggio bizzarro, che si costruisce nel corso del volume e che diventa più forte mano a mano che si va avanti nel corso della lettura.

Sono sicura solo di una cosa: Elza e Damini sono proprio dietro di me e, finché riuscirò a stare in piedi, non permetterò che succeda niente di male a nessuna delle due.

Il perno centrale gira tutto attorno all’accensione del lume di Tina. Una volta che questo si attiva, tutto sia per lei che per gli extraterresti dell’intera galassia dovrebbe cambiare, peccato che non sia tutto come si sperava. Marrant, vecchio amico divenuto acerrimo nemico della vecchia Capitana dell’Indomita sta mettendo a rischio l’intera galassia e in pericolo milioni di abitanti visto che è alla ricerca della Pietra di Talgan e l’unica che sa le coordinate è la vecchia Capitana. Peccato che Tina non ricordi nulla che possa aiutarli a raggiungere la pietra e Marrant non è disposto a fermarsi di fronte a questo. Una storia che si aggira attorno ad un’aliena nascosta da una reincarnazione umanizzata  e da una misteriosa pietra che può aiutare nel salvataggio della galassia. Ma sarà come tutti sperano?

Lo stile utilizzato non è particolarmente fluido e la storia finisce per non sembrare più di sole 300 pagine ma di molte di più visto il suo ritmo piuttosto lento e poco scorrevole. Questo è stato dettato non tanto dal fatto che il volume sia descrittivo e articolato perché lo è entro certi limiti ed è anche veloce quando ci sono dialoghi ma per la scrittura che risulta confusa e questo finisce per essere un grande contro per un libro fantascientifico, ambientato nello spazio.

Mi spiego meglio. Inizialmente quando mi è capitato nei primi capitoli ho pensato di avere una svista e tornavo indietro a leggere di nuovo, credendo di essermi persa dei passaggi ma andando avanti nel corso della lettura, mi sono accorta che questo accadeva molto più spesso di quello che immaginava. Si salta da una cosa a l’altra e si saltano determinate dinamiche sbalzando il lettore avanti, quasi l’autrice non sapesse – in quei determinati pezzi – dove andare a parare la situazione o, peggio, dare per scontato al lettore determinate cose. Il che è preoccupante, visto che tante cose servono per costruire un buon libro e ritengo che, alcune scene, dovevano essere gestite molto meglio di come sono state fatte. Questo è stato piuttosto disturbante e nel corso della lettura, se avviene più e più volte, finisce per creare fastidio e basta.

Punto a favore: l’ambientazione e la descrizione generale che, sommariamente, hanno creato un mondo e una galassia degna di essere girata con le astronavi. I mondi sono del tutto particolari ed ogni cultura, ogni tipologia di abitante per pianeta, così come ogni spiegazione che avviene anche nel glossario non sembra essere lasciato al caso.

Valorizzato il senso di genere e la libertà con cui ognuno si sente libero di esprimersi attraverso razze, sessualità e generi. E’ stato variegato e ben rappresentato sotto alcuni aspetti, sotto altri invece finisce per diventare troppo estremizzando la cosa e rendendola quasi di troppo. Perché ogni essere che si presenta deve obbligatoriamente rappresentarsi con la propria sessualità o il proprio genere? E’ una cosa ben costruita se non finisce per essere un continuo e che finisce per rendere tutto pesante e poco fluido ai fini della lettura.

L’originalità per quanto riguardava la partenza del volume stesso, ha lasciato un pochino a desiderare. Mi ha ricordato molto l’inizio di Sono il numero Quattro di Pittacus Lore in cui numero Quattro aspettava di ricevere il suo potere, nel suo caso Lume per poter combattere gli alieni nello spazio e anche qui lui era stato mandato sulla Terra, con tanto di protettore. Qui non abbiamo un protettore, c’è la mamma e c’è la migliore amica ma almeno per quanto riguarda l’inizio mi ha lasciato abbastanza destabilizzata. E’ pur vero che la storia prende poi una piega diversa ma non ho potuto non pensare a questa somiglianza, ecco tutto.

Una storia lenta e poco scorrevole seppur abbia un buon inquadramento spaziale e il word-building sia interessante. Ci avevo sperato e ne sono rimasta un tantino delusa. Spero che il proseguimento di questa storia migliori e cambi radicalmente modo di porsi e di strutturare il volume l’autrice.

Chosen Identities – with Charlie Jane Anders | Breaking the Glass Slipper

Il libro è stato molo peggio di ciò che mi aspettavo. Data la copertina e da come si presentava la storia, mi aspettavo qualcosa di epico e unico all’interno dello spazio ma non sono riuscita a trovare ciò che credevo lasciasse questo volume. La scrittura è confusa, poco dinamica e finisce per essere tutto quasi troppo semplice, per ciò che invece si voleva rappresentare – secondo me.

Charlie Jane Anders scrive una storia che verrà presto trasposta in una serie TV da Micheal B. Jordan e che credo, per come impostata e improntata, verrà resa nel modo migliore sicuramente sotto questo aspetto, a mio parere. Spero venga fatto un buon lavoro e che nel secondo volume del libro, il tutto migliori, specialmente la narrazione all’interno del volume stesso. Spero che prosegui tutto nella maniera più lineare possibile. Spero la scrittura migliori e la storia venga resa ancora meglio dai libri a venire.

Il mio voto per questo libro è di: 2 balene e mezzo

due e mezzo

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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Cosa ne pensate? Potrebbe piacervi questa lettura? Spero vi riesca ad appassionare più di quanto sia riuscita ad appassionare me, purtroppo. Come sempre vi aspetto qui.

A presto,

Sara ©

3 thoughts on “RECENSIONE #622 – VICTORIES GREATER THAN DEATH, LA PIETRA DI TALGAN DI CHARLIE JANE ANDERS.

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