BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!
Come state? Eccoci qui finalmente con una nuova uscita di cui sto per parlarvi. Ringrazio la casa editrice Newton Compton per la lettura e la Saper Scrivere agenzia letteraria per avermi permesso di partecipare a questo evento. Ecco che vi parlo di questo giallo, che spero possa interessarvi:
Titolo: Una notte buia di settembre
Autore: Valerio Marra
Data di uscita: 02 Settembre 2021
Pagine: 208
Link d’acquisto: https://amzn.to/3FSQgiW
Trama: Dall’autore del bestseller La donna del lago
Un caso complicato per il commissario Festa
Il chitarrista Angelo Donati – membro di una band che è stata famosa per circa un decennio, ma ora sul viale del tramonto – viene trovato morto nel suo appartamento. L’uomo pare essere stato strangolato. Il commissario Festa, incaricato delle indagini, è convinto che la vittima conoscesse il suo assassino: la serratura dell’appartamento infatti non è stata forzata. Le indagini si muovono su due filoni, strettamente connessi: quello legato al mondo della droga e quello relativo all’ambiente musicale. La dipendenza dalla cocaina aveva infatti reso il musicista inaffidabile e inviso agli altri membri della band e anche alla sua stessa fidanzata. Mentre scava nei rapporti di Donati, Festa scopre che la vicenda è molto più sfaccettata e intricata di quanto pensasse, e che la musica e la droga potrebbero non essere le uniche due chiavi per risolverla…
RECENSIONE
La storia ha inizio con una morte. Un uomo, il giovane Angelo Donati, chitarrista di una bando molto in voga ai Castelli Romani, viene ritrovato morto nel suo appartamento dalla badante della signora che abita al piano di sopra. Sul posto non tardano ad arrivare coloro che si occuperanno del caso, ovvero i poliziotti del commissariato di Via Sciadonna, a Frascati. Un caso che non sembra destare troppo il Commissario Festa e la sua squadra che sembrano arrivare anche troppo facilmente ad una soluzione del caso anche se la pista sembra dividersi sempre più fra droga e musica. Così, il passato di Donati, così come per tutti gli indiziati coinvolti cominciano a venire a galla, minuto dopo minuto.
Cosa scoprirà il Commissario Festa? Riuscirà a capire chi è il colpevole di questo omicidio? Cosa nascondeva davvero, Angelo Donati?
Era un ragazzo. Indossava un paio di jeans color ghiaccio e una t-shirt nera con la stampa di un teschio. I capelli lunghi velavano appena il volto grigio. Una guancia era appoggiata sulla moquette e un occhio semiaperto fissava in alto senza espressione. Aveva un fisico magro e un viso squadrato dai lineamenti marcati. Russo si piegò in avanti. Un brivido gli risalì lungo la colonna vertebrale. Mille aghi ghiacciati sembrarono colpirlo all’unisono. Scosse la testa, e continuò a osservare la scena: a terra, a pochi centimetri dalla salma, c’erano tre libri, un accendino giallo e blu, una chitarra elettrica e una banconota stropicciata da venti euro. A circa due metri dal cadavere, invece, si potevano distinguere alcuni schizzi di sangue chiaro, assorbiti parzialmente dalla moquette.
La trama della storia la trovo in linea, inerente e che riesce ad incuriosire quanto dovrebbe. Non ci sono spoiler e il tutto si mantiene su una linea vaga lasciando lo spazio di immaginazione e di dubbio al lettore per quanto riguarda la lettura che sta andando ad affrontare. Una buona trama, senza ombra di dubbio.
La copertina la trovo buia, cupa e in linea più con lo standard della casa editrice che di quello che è poi la storia. Infatti il tutto è ambientato ai Castelli Romani e il Ponte che invece sembra essere illustrato nella copertina rimanda quasi a Venezia. Ora non sono esattamente una cima in queste cose ma conosco persone che buzzicano la zona che io stesa frequento e il ponte illustrato mi non mi sembra del luogo. Sicuramente sul ponte, l’ombra che si vede è del Commissario Festa. Non so, di certo non è questa la copertina che mi sarei aspettata per questo volume però per un giallo può starci. Il titolo è inerente e rimanda sia a un qualcosa che verrà spiegato poi all’interno del volume, nelle battute finali, sia perché la storia si svolge in una sera di settembre quindi questo lo trovo in linea con ciò che ci mostra sia la storia che su quanto ci verrà poi spiegato.
La storia è ambientata ai Castelli Romani, tra Frascati e Rocca Priora in cui si svolge omicidio e in cui si trova il commissariato stesso; l’epoca non viene specificata anche se da come si comportano i personaggi e da come viene strutturato il tutto non sembra propriamente recente o almeno non è quella l’dea che ne deriva dalla lettura.
Settembre, dunque, era tornato. Settembre, con le promesse di inizio estate non sempre mantenute. Settembre, che profuma ancora di caldo, ma minaccia il freddo e l’inizio di un nuovo lunghissimo inverno. Settembre, che significa solitudine. Se respiri forte, però, puoi ancora sentire l’odore delle storie d’amore, dei tavolini all’aperto, della salsedine e dei concerti in piazza. Era tornato settembre.
Portando con sé la morte.
I personaggi di questa storia sono davvero tanti. Avremo modo di conoscere non solo il Commissario Festa, anche tutta la squadra che lo seguirà lungo le indagini: Moretti e Capri. Così come Antonella Greco o Barbara. In più a tutti i personaggi che ritengo siano fissi all’interno di questi volumi che seguono la linea del Commissario, ci sono quelli variabili: Donati, il suo amico della band Pratesi, la fidanzata Sofia, il liutaio per quanto riguarda le chitarre e il famoso compositore Zevi.
Il più importante e che di certo merita maggior rilievo rispetto agli altri è il Commissario Festa: un uomo risoluto, intuitivo, solitario, che va dritto al punto e a cui non piace perdere tempo. E’ un commissario che tutti rispettano e che sul quale sanno di poter contare. Resta comunque un personaggio che più di tanto non si espone e viene spesso emarginato per mettere in risalto gli altri personaggi che lo circondano. Infatti a colpirmi più di altri sono stati Moretti e Barbara, che nei discorsi lasciano davvero spunti importanti di riflessione che vanno dall’amore alla famiglia. Avrei sinceramente preferito sapere qualcosa e avere maggiori informazioni su Festa, essendo lui l’anima di tutto e sul quale la dinamica dell’indagine si svolge.
«Come si fa a svegliarsi una mattina e decidere di non amare più? Come si fa a non amare più la persona con la quale hai condiviso tutto?» «Giulio, non è successo da un giorno all’altro. Si è trattato di un processo lento, graduale, continuo…». «E se non fosse così?». Barbara aggrottò la fronte. Moretti si passò una mano tra i pochi capelli arruffati. «Voglio dire: se, invece, questa fosse solo l’evoluzione naturale dell’amore?» «No, non è così. Proprio tu mi dicesti che l’amore rende felici, facendoci apparire quasi folli agli occhi degli altri…». «Certo. Ma questo forse all’inizio. L’amore è anche mostrare le proprie fragilità, discutere per le faccende domestiche. L’amore è quotidianità». Lei sorseggiò il vino. Moretti fece un colpo di tosse prima di riprendere a parlare. «Sai, di mia moglie mi mancano anche i litigi…». (…) «Ho detto qualcosa di sbagliato?» «No, no. È così vero che fa paura…».
Il perno centrale della storia si concentra sul presunto omicidio del chitarrista Angelo Donati. La storia infatti, si muove su tutto questo e sulla vita della squadra di via Sciadonna, che nonostante le difficoltà lavorative e nonostante gli intoppi che si possono incontrare, continua a proseguire e a cercare di destreggiarsi in una vita difficile e imprevedibile.
Lo stile utilizzato dall’autore è particolare, quasi ricercato e ben articolato nonostante sia del tutto fluido. Scritto in terza persona, la storia si divide e si lascia trascinare da diversi personaggi della storia. Il problema che ho riscontrato non è tanto sul testo, che ho trovato corretto, ben composto e fin troppo rigoroso ma nella storia vera e propria ed adesso vi spiego ciò di cui sto parlando.
Il giallo c’è e i dubbi su chi sia il colpevole ci sono e fanno il loro lavoro; ho temuto per un attimo che il colpevole fosse scontato e – per fortuna non è stato così – anche se ci si può arrivare molto rapidamente analizzando il testo lungo la sua corsa e la sua lettura. Questo punto è stato a favore della lettura e trovo che sia stato fatto un buon lavoro generale, soprattutto per quanto riguarda il giallo e la serie. Infatti l’autore riesce a dividere le varie piste: droga, amore, soldi e a creare tre moventi che possono risultare banali creando un qualcosa di differente dal solito. Invece, il finale mi ha lasciato dubbiosa rispetto alla risoluzione del caso ma non vi dirò perché altrimenti lo spoiler è evidente e non posso per ovvi motivi.
Però, manca qualcosa e quel qualcosa, lo troviamo in ciò che sto per dirvi, ovvero: La mancanza di coinvolgimento da parte del Commissario Festa così come le sensazioni generali derivate dai personaggi. I sentimenti e le emozioni sono quelle con le quali ho fatto più difficoltà ad avvicinarmi così come ai personaggi stessi che tendono a tenere un profilo basso; infatti, gli unici a cui mi sono sentita vicina sono stati Moretti e Barbara e sono gli unici sul quale l’autore sembra essersi sbottonato un po’ e sul quale sembra aver puntato leggermente più degli altri. La struttura narrativa e la storia generale così come la trama sono buone, il giallo vale ma non arriva come dovrebbe, sembra sempre manchi un pizzico di qualcosa e questa mancanza ci fa desiderare un qualcosa in più. Ho fatto fatica ad entrare in connessione con ognuno di loro e la storia, a lungo andare finisce per risultare quasi piatta anche se a livello di tensione e pathos per la scoperta dell’omicida non è mancata.
Probabile che la cosa sia dovuta dal fatto che non ho letto i precedenti e che non conoscevo il contorno del Commissario e dei vari personaggi? Può darsi ma essendo comunque un libro che può essere letto anche come standalone (da solo) mi ha lasciato sospesa in un limbo strano e indefinito, che tutt’ora non saprei descrivervi.
«Non ricordi?» «No». «Sai, ogni tanto mi chiedo che fine facciano i ricordi. Se c’è un posto dove vanno a finire quando non li ricordiamo più»
Il libro resta, ad ogni modo, un buon giallo. Mi sento di consigliare questo libro agli amanti di libri di genere, di storie di omicidi e di serie con un commissario sulle quali si potranno leggere una serie di volumi a lui dedicati. Da leggere quando si ha voglia di una lettura tensiva ma allo stesso tempo senza particolari pretese.
Valerio Marra è uno scrittore da tenere in memoria per le prossime letture. Un giallo che vi lascerà sospesi in un vortice che si divide su tre fronti e dal quale dovremo cercare di uscire nel migliore modo possibile. Com’è morto davvero, Angelo Donati?
Il mio voto per questo libro è di: 3 balene.
Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
Seguite anche le altre recensioni, mi raccomando! Ecco a voi:
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Cosa ve ne pare? Potrebbe piacervi questo volume? Fatemi sapere, che io come sempre vi aspetto a braccia aperte!
A presto,
Sara ©
Interessante, grazie Sara! 😉 Buona giornata! 😉
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Grazie a te per essere passato Luke!
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interessante. Bella serata
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