RECENSIONE #504 – ELBRUS DI MARCO CAPOCASA E GIUSEPPE DI CLEMENTE.

BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!

Oggi eccoci qui con un nuovo libro per voi che spero vi possa interessare. Siete pronti ad immergervi in una storia ricca di fantascienza. Ringrazio tantissimo gli autori per avermi inviato la copia e per avermi permesso la lettura. Ecco che ve ne parlo, qui.

9788868684693_0_0_626_75Titolo: Elbrus
Autore: Marco Capocasa e Giuseppe Di Clemente
Data di uscita: 02 marzo 2021
Pagine: 314
Editore: Armando Curcio Editore
Link d’acquisto: https://amzn.to/3sa3Bh0
Trama: Anno Domini 2113.
La Terra è al collasso. I cambiamenti climatici prodotti dal riscaldamento globale hanno determinato nuovi equilibri geopolitici. Il sovrappopolamento e le migrazioni di massa verso i paesi “non più freddi” sono parte di un problema più esteso: l’imminente scarsità di risorse che permettano il sostentamento del genere umano nel prossimo futuro. L’esplorazione spaziale ha fallito nel suo obiettivo fondamentale, la fondazione di colonie autosufficienti dove l’Uomo del futuro potesse emanciparsi. Gli ostacoli non sono quelli dovuti alle tecnologie disponibili, ma alla natura stessa della specie umana. Ma la soluzione è dietro l’angolo e viene da un altro sistema solare, dalle cui profondità siderali, decine di anni più tardi, un messaggio risveglierà il Viaggiatore e con lui tutti i suoi simili.

RECENSIONE

La storia ha inizio su un cornicione di un palazzo sul quale un uomo, Sokolov, farnetica strane cose e sembra avere delle visioni. Per questo è sul bordo e vuole buttarsi giù, per fare in modo che queste finiscano e tutto possa tornare alla normalità. Dall’altra parte c’è Lubomir, un uomo che si sente molto vicino al caso dello stilista famoso sul cornicione perché anche lui avverte qualcosa, ha delle strane visioni e quant’altro. E ancora c’è Nigul, un giornalista di un’emittente locale che incuriosito dal caso di Sokolov si trova ad investigare per trovare la verità che si nasconde profonda tra l’EASA e la vetta del monte Elbrus dove si studia un modo per la sopravvivenza dell’uomo e lo spazio.

Cosa scoprirà il curioso giornalista? Cosa sta accadendo al pianeta? E cosa sta cambiando in Sokolov e in Lubomir? Cosa nascondono gli scienziati e i studiosi del genoma umano e della vita sul pianeta terra?

Mark si guarda allo specchio nella toilette. Fissa lo sguardo nei propri occhi, gli stessi di sempre, gli stessi dei suoi fratelli coloni. A volte, preso dalla quotidianità, seppellisce in strati di subconscio la sua natura. L’uomo che avvelena il proprio mondo, l’uomo che deve rifugiarsi sottoterra, l’uomo che ha una sola speranza di sopravvivere lasciando la Terra, l’uomo che per fare tutto questo si affida a loro, procreati in via assistita e in modo massivo ma con l’amore che una madre morente, l’Umanità, può donare ai propri figli pronti ad essere esuli e fondatori di nuovi mondi.

La trama la trovo fuorviante per certi versi e troppo articolata. Già dopo aver letto le prime righe ci si chiede cosa ci si aspetta realmente da questa storia e se questa non finisca per essere esclusivamente prolissa e troppo descrittiva. Ve lo premetto, in alcuni punti lo è, ma trovo che l’idea e l’insieme di ciò che ne viene fuori, sia interessante e studiato.

La copertina è originale senza dubbio, visto che non ce ne sono molte con lo spazio con vista terra. Lo spiraglio centrale di colore differente e l’insieme rende il tutto particolare. Ho apprezzato l’insieme anche se finisce per non essere troppo impattante per ciò che la storia realmente comunica. Il titolo di questa storia, non conoscendo il nome del monte Elbrus in Russia e vedendolo a primo impatto sul volume avevo immaginato che fosse stato collegato a qualcosa di spaziale inventato dagli autori data la particolarità del nome stesso. Invece è molto più reale di quello che sembra e la spiegazione vi sarà chiara mano a mano che procederete nel corso della lettura.

L’ambientazione è la Terra ma lo è anche lo spazio. E’ il nostro pianeta e il nostro sistema solare in un’epoca che si aggira diversi anni più avanti rispetto a noi oggi. La storia si aggira su un arco temporale che prende diversi in particolare, l’Anno Domini (A.D) 2155 su cui si concentra più spesso e il 2113 o 2118 da cui tutto sembra aver inizio.

Tutti ascoltarono senza pronunciare nemmeno una parola. Non ce ne fu bisogno. E tutti quei bei ragazzi ebbero la più intensa lezione su [Frehm] a cui avessero potuto sperare di partecipare.

I personaggi di questa storia sono diversi e all’inizio sembra difficile riuscire ad incastrarli tutti ma vi assicuro che il collegamento è rapido e veloce e comprensibilissimo nell’immediato seppur all’inizio confonda il cambio punto di vista. Nella trama vi ho presentato i personaggi che troveremo con maggior ricorrenza seppur Sokolov sia parte del tutto e ci troveremo a seguire le vite di altri personaggi, non solo la loro.

Nigul è un giornalista di un’ente locale con carisma e determinazione. Il suo spirito, assieme ad un piccolo aiuto esterno, lo porteranno sulle tracce della verità, di quanto accaduto nel lontano 2113 e che ora sembra riversarsi su Sokolov così come su Lubomir. E’ un personaggio che ci accompagnerà spesso incuriosendo il lettore facendo da conduttore della curiosità che accompagnerà sia lui come il lettore stesso.

Lubomir è un uomo solo, che ha delle strane visioni ma che non riesce a comprendere da cosa possono derivare, perchè non sono le sue. Il tutto è accaduto improvvisamente e si trova a doversi giustificare persino con la donna che sta cominciando ad amare solo ora. E’ un uomo duro, schivo ma che cerca di ricevere e di ricavare dalle sue visioni qualcosa da scoprire. E’ così che quando sente del caso di Sokolov e ha modo di incontrare Nigul, avrà modo di mettere in discussione tutta la sua vita.

E lì, nel 2113 c’è uno dei scienziati, David, che seguiremo con maggiore interesse. E’ un uomo intrappolato in un matrimonio in crisi dal quale non riesce a uscire e dalla carriera universitaria avanzata, nonostante abbia avuto problemi in passato con l’EASA, una potente organizzazione mondiale. Per ila sua passione e per le sue conoscenze gli viene fatta una proposta che sembra non poter rifiutare seppure non rientri nei suoi standard e minano ulteriormente sia il matrimonio che la sua vita stessa, tutto ciò in cui crede.

Nigul comincia a pensare di dover parlare di nuovo con Lubomir e confrontarsi con lui sui ricordi di Sokolov, sperando che questo possa portare ulteriori sviluppi. Un’indagine lunga e tortuosa come mai nella sua carriera gli era capitato di dovere e, soprattutto, di voler affrontare.

Il perno centrale di questa storia non è solo il fatto che la Terra è al collasso, anzi questo sembra andare in secondo piano quando la storia comincia a prendere piede. Io ritengo che il perno centrale di tutto sia la dimostrazione di quanto a volte l’uomo sia stupido e sfrutti tutto quello che può sfruttare senza pensare alle conseguenze vere che poi ne derivano. Quello che accade ai scienziati di questa storia che li ridicolizzerà anche un po’, portandoli in un punto in cui la morale e l’etica dell’uomo stesso viene messa in discussione.

Lo stile utilizzato dai due autori è singolare. Non so dire esattamente se uno si sia occupato più del lato tecnico e della struttura fisica di strumenti, della materia e della questione genetica e spaziale mentre l’altro si sia concentrato più sull’aspetto della storia, dei legami e della fluidità delle connessioni fra personaggi o se i due abbiano amalgamato la cosa assieme; però posso dire che in alcuni punti è sembrato che il punto di divisione dei due autori sia stato proprio quello. La tecnicità, i dettagli tecnico-scientifici, le spiegazioni fino al minimo dettaglio – a volte esasperandolo anche – e il lato dei personaggi e dei loro legami affettivi o con la storia stessa. O almeno è l’impressione che è arrivata a me.

Scritto in terza persona da ogni protagonista di questa storia, trovo che la connessione e l’introspezione dei personaggi sia esclusiva, originale e assolutamente incredibile. E’ stato proprio questo a spingermi avanti con la lettura spingendomi a voler capire come andasse a finire seppur in determinate occasioni abbia davvero fatto fatica a proseguire per via dei troppi dettagli, troppa artificiosità, mettiamola così. In alcuni punti la storia scorre bene, fluida e pregna di sentimenti e di emozioni che trascinano il lettore sentendosi vicino ai protagonisti e a quanto accade loro, dall’altra rallenta tantissimo e si fa fatica sugli aspetti scientifici – che sono importanti nella stessa maniera, così come le descrizioni – ma fin troppo specifici rendendo persino difficile proseguire. Questa la trovo una cosa da dover calibrare per un futuro lavoro che magari i due vorranno ancora intraprendere assieme. Devo dire però, che il contrasto è stato altalenante quindi non ha pesato tantissimo ai fini della storia… ma c’è stato.

Ho trovato, invece, i personaggi e l’idea di questa storia davvero buona. I collegamenti temporali giusti, le connessioni fra i vari personaggi sorprendente e illuminante la tematica trattata che riporta un futuro prossimo che potrebbe essere il nostro, chissà o forse quello di un universo parallelo. Specialmente per alcuni personaggi si mette in discussione la morale e l’etica, il modo di vivere e il dover mettere in discussione i valori di una vita. L’equilibrio stabilito dai due autori è sorprendente e determinata a dare il giusto effetto che fuoriesce in tutta la sua integrità e originalità. Ho trovato la storia ben scritta, mai banale e si sente, una volta chiuso il libro, il duro lavoro che i due autori hanno affrontato assieme mettendolo su carta. Ho apprezzato molto questa storia di fantascienza e spero che possa colpire anche voi.

“E’ così difficile affrontare l’ultima fase della propria esistenza?”, chiede con franchezza Sirje. David distoglie lo sguardo. Una ridda di pensieri confusi gli turbinano nella testa e nessuno di essi è del tutto chiaro. Ma ugualmente la tormentano. “Dipende da quale esistenza hai condotto”.

Il libro è una vera chicca per gli amanti dello spazio, della scienza, e della fantascienza oltre che degli alieni. Magari non si realizzerà mai il fatto degli alieni, o forse si ma quanto detto prima non è molto lontano dalla realtà e siamo delle creature su un pianeta con risorse limitate, che prima o poi finiranno. Cosa resterà? Se vi ritrovate in tutto ciò e siete curiosi di saperne di più, questa storia fa per voi. Consiglio.

Marco Capocasa e Giuseppe Di Clemente uniscono scienza e sentimenti in una storia che parla di un futuro che potrebbe colpire ciascuno di noi o le generazioni future. Una storia che ci porta nello spazio ma che ci fa sentire anche a casa, sulla Terra in cui viviamo tutti i giorni. Una lettura originale.

Il mio voto per questo libro è di: 4 balene e mezzo.

quattro e mezzo

Si ringraziano gli autori per la copia omaggio

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Cosa ne pensate? Fatemi sapere ovviamente e se amate la fantascienza questo è un libro che fa per voi. Vi aspetto per vostre opinioni!

A presto,

Sara ©

8 thoughts on “RECENSIONE #504 – ELBRUS DI MARCO CAPOCASA E GIUSEPPE DI CLEMENTE.

  1. Desideriamo ringraziare Sara per la bella recensione e per lo spazio dedicato al nostro romanzo. Per chi volesse discutere con noi di Elbrus, sarà un piacere per noi farlo direttamente qui oppure nelle pagine Fb, Medium e Goodreads dedicate al libro.

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  2. Pingback: SEGNALAZIONE #200 – ELBRUS DI GIUSEPPE DI CLEMENTE E MARCO CAPOCASA. | Milioni di Particelle

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