BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!
Oggi sono qui per portarvi un nuovo evento che porta una recensione in cui avrò molto da dirvi e sarà ricca di contenuti ma che ci terrei particolarmente ci dedicaste i minuti che servono. Insomma spero la leggiate tutta e con attenzione. E’ un libro interessante, non adatto a tutti e spero che per quanto ne siate attratti possiate comprendere ogni minuzia che ho spiegato per voi. Ringrazio l’Oscar Vault Mondadori per avermi permesso la lettura e ringrazio Miriam per aver organizzato l’evento.
Titolo: La guerra dei papaveri
Autore: Formato: Formato Kindle / cartaceo
Prezzo: 9,99 €
Copertina rigida: 22,00 €
Link d’acquisto: https://amzn.to/3ite2Xi
Trama: Orfana, cresciuta in una remota provincia, la giovane Rin ha superato senza battere ciglio il difficile esame per entrare nella più selettiva accademia militare dell’Impero. Per lei significa essere finalmente libera dalla condizione di schiavitù in cui è cresciuta. Ma la aspetta un difficile cammino: dovrà superare le ostilità e i pregiudizi. Ci riuscirà risvegliando il potere dell’antico sciamanesimo, aiutata dai papaveri oppiacei, fino a scoprire di avere un dono potente. Deve solo imparare a usarlo per il giusto scopo…
RECENSIONE
La storia ha inizio un un piccolo luogo sperduto di una remota regione dell’Impero. Runin, che conosceremo come Rin, è un’orfana adottata dalla famiglia Fang che spaccia oppio e nasconde il tutto gestendo un piccolo negozio di cui Rin è costretta a fare la commessa. Trattata come una schiava all’interno della famiglia, i Fang decidono che per lei è giunto il momento di essere venduta come moglie a qualche ricco benestante. Ma Rin non vuole questa vita per se stessa, lei è nata per qualcosa di più grande ed è pronta a dimostrarlo iscrivendosi all’esame per entrare alla più grande accademia militare dell’Impero, la Sinegard. E’ difficile, la strada in salita e tutto per lei si mette difficile quando si deve combattere per cercare di non finire sposa ma in schiavitù; una strada che la porterà a scoprire cose importanti di se stessa e delle persone che la circondano.
Cosa farà Rin? Riuscirà ad evitare il matrimonio ed entrare alla Sinegard? Cosa le succederà durante il suo percorso di crescita?
«Non parla tanto, vero?» chiese Han. «Neanche si presenta. Che coglione.» «Non ne ha bisogno» disse Kitay in tono di scherno. «Tutti sanno chi è.» «Forte e misterioso» disse Venka trasognata, e si mise a ridacchiare con Niang. «Forse non sa parlare» suggerì Nezha. «Lo sapete com’erano gli speerliani. Selvaggi e assetati di sangue. A malapena sapevano cosa fare se non gli si davano ordini.» «Gli speerliani non erano degli idioti» protestò Niang.
La trama è interessante, originale e incuriosisce già a primo impatto. Una storia che coinvolge e cerca di introdurre il lettore in una storia forte, coinvolgente e potente. Tutto ciò che trovate nella trama troverete, ma anche oltre, anche di più, persino più forte.
La copertina è fantastica e sono felicissima che la Mondadori abbia mantenuto l’originale perchè era davvero difficile uguagliarla in alcun modo. Tutto in questa stupenda edizione fa presagire bellezza e dedizione, così com’è la protagonista di questa storia. Il titolo è stato semplicemente tradotto così com’è ed è interessante. Avrei sicuramente preferito il titolo originale ma anche così rende.
L’ambientazione è un punto che gioca molto a favore e sicuramente, il word building è una delle cose con una struttura studiata, precisa e meticolosa. Sarebbe davvero difficile parlarvi di questo mondo, si finirebbe per sminuirlo. Riprende dai tratti nipponici e riporta tutto ciò che di quello si aveva un tempo. Finalmente una storia che ci porta in un luogo che sogno di andare a visitare, con una cultura differente dalla nostra, che rende tutto magico e scenografico.
La prima volta fece turbinare delle foglie ai suoi piedi senza muovere un muscolo. Rin pensò che fosse uno scherzo del vento. Poi lui lo fece una seconda volta e una terza, per dimostrarle che ne aveva il totale controllo. (…) «È sovrannaturale.» Jiang aveva un’aria compiaciuta. «La parola sovrannaturale è adatta a definire qualsiasi cosa non rientri nella tua attuale concezione del mondo. È importante che tu sospenda l’incredulità. Ho bisogno che accetti semplicemente che queste cose sono possibili.» «Vi aspettate che io accetti il fatto che siete un dio?» «Non essere sciocca. Non sono un dio» disse lui. «Sono un semplice mortale che si è svegliato e ha scoperto il potere della consapevolezza.»
I personaggi sono davvero i più variegati possibili all’interno della storia. In primo luogo ci ritroviamo a perderci nei panni di Rin e a cercare di capire la sua mentalità, la sua scalata verso ciò che l’aspetta e il modo in cui cerca di conquistare il mondo attorno partendo dal nulla. Ho letto un’intervista dell’autrice in cui “paragona” se così vogliamo definirlo a la vita di Mao Zedong che nasce come un uomo che veniva dal nulla, da una piccola provincia di Hunan ed è diventato un dittore genocida. Ha voluto intraprendere il percorso mentale che lei ha immaginato debba aver intrapreso lui. Dice l’autrice stessa: “Come passi dalle radici che avevano Mao e Rin, a detenere un potere inimmaginabile e causare così tanta sofferenza con esso? Come lo giustifica mentalmente a te stesso?” Insomma voleva scoprire psicologicamente come poteva nascere un dittatore o comunque qualunque potere che venga dal nulla. Quindi prende un personaggio, Rin, e utilizza lo stesso schema mentale partendo dal fatto che Rin voleva salvare i suoi amici e se stessa e come fare per rendere questo possibile se il mondo attorno crolla inesorabilmente? Starete a vedere.
Altri personaggi di cui si circonderà Rin saranno alcuni completamente opposti, come Kitay che è un ragazzo semplice, caparbio e fondamentalmente tranquillo seppur studioso e disciplinato a Nezha irruento, saccente e superbo. Avremo modo di avere molto a che fare con Altan, coloro che tutti chiamano l’ultimo speerliano , dagli occhi rossi e dalla forza mostruosa. Inoltre avrete modo di far entrare nel vostro cuore il Maestro di demologia Jiang che per i suoi modi di insegnamento nel cercare di aprire la mente alle cose che ci circondano mi ha ricordato il mio insegnante di italiano, che spronava a far lo stesso. Sicuramente una varia serie di personaggi interessanti e da scoprire.
«Perché nel Nikan sono contrari all’uso di droghe?» (…) «Perché l’uso di sostanze psichedeliche è associato all’annebbiamento della mente, al potenziale sprecato e al disordine sociale. Perché i tossicodipendenti possono dare poco alla società. Perché è una piaga persistente nel nostro paese, un’eredità della cara Federazione.» Jiang annuì lentamente. «Ben detto. Sei d’accordo?» Rin fece spallucce. A Tikany, nei covi degli oppiomani, ne aveva viste a sufficienza di cose per conoscere gli effetti della dipendenza. Capiva perché le leggi dovessero essere tanto severe. «Ora sì» disse con prudenza. «Ma suppongo che cambierò idea dopo che avrete detto la vostra.»
Lo stile utilizzato è complesso, articolato non particolarmente scorrevole ma coinvolgente. Per quanto sia moralmente ed emotivamente difficile sorreggere questa storia, non posso essere più orgogliosa di avergli dato una possibilità.
Il volume si ispira in chiave fantasy al periodo delle guerre sino-giapponesi, nel periodo del massacro di Nanchino, un insieme di crimini di guerra che l’esercito giapponese fece a Nanchino. Infatti è noto come Lo stupro di Nanchino, uno dei periodi più cruenti e crudeli di quel periodo. Oltretutto riprende in piccola parte anche le guerre dell’Oppio. La storia storicamente si divide in queste due fasce storiche, giocandoci molto e mettendoci molto fantasy che renderà la lettura ancor più interessante.
La scelta del personaggio di Rin è stata assolutamente focale e originale. E’ una ragazza determinata, che si spinge oltre il limite pur di non subire abusi. Arriva a farsi del male verso se stessa pur di non sacrificarsi agli altri e non essere succube di nessuno. E’ determinata a conquistarsi le sue libertà seppur sia particolarmente ottusa in determinati contesti. E questa suo essere ottuso la porterà a scontrarsi in diversi contesti che la metteranno alla prova: la rabbia che non riesce ad incanalare e che sfoga verso chi ha tentato di sottometterla, i ragionamenti profondi con un insegnante misteriosamente ridicolo ma potente e pieno di segreti, una scelta di assumere qualcosa che la cambiasse per sempre e non le permettesse una determinata cosa, e tanto altro.
In particolar modo quest’ultima cosa che non ho volutamente detto ma che scoprirete solo leggendo può lasciare il lettore sconcertato seppur non vi sia alcun obbligo che perché sia donna allora tutto deve essere scritto che debba andare in un determinato modo. Credo che sia stata una delle scelte più coraggiose e audaci da parte dell’autrice degli ultimi tempi, una scelta azzardata ma che personalmente piace e da un valore in più alla forza che Rin cerca di mettere in ciò che fa e in ciò che vuole diventare in futuro.
Le atrocità della guerra sono reali, vive, si riesce a sentire tutto sulla propria pelle. Si riesce a percepire l’angoscia, i risentimenti, la vendetta, la rabbia di un popolo messo alla gogna e la speranza di riprendere in mano quel poco che resta nonostante anche i più vicini siano quelli da temere di più. Rin si farà strada in un mondo crudele, che vuole vederla sconfitta e perdente, che preferisce vederla morta.
Ho apprezzato il fatto che non vi fosse alcuna storia d’amore. [FINALMENTEEEEEEE!] Basta tutte ste storie latte e miele, non ci servono o almeno ci stanno ma non sempre. A volte il libro è bello anche senza storie d’amore, no? C’è tantissima amicizia, c’è rispetto, rivalità e timore, scoperta di se stessi, interrogativi, paure, sangue e tanto altro. Dimenticate l’amore fru fru insomma. E sinceramente, ringrazio l’autrice di non aver inserito niente al riguardo se non qualche timido e fugace sguardo di Rin nei confronti di Altan. E per fortuna si limita solo a questo. E – per quanto si vocifera ci sono anche personaggi asex!!!! Sono felice che non si riduca all’amore, alla storia sentimentale per salvare il mondo. MEEEWH _._ Finalmente una storia – perdonatemi il francesismo – con i controcoglioni sotto tanti e differenti aspetti.
Altro punto importante nella storia sono l’uso di oppio e droghe e lo sciamanesimo. Le droghe sono viste come un mal nell’abuso ma allo stesso tempo anche un aiuto per la magia, per raggiungere gli Dei che possono aiutare la protagonista e altri personaggi a far fuoriuscire il potere, a connettersi con il mondo. Sicuramente è un punto di vista curioso e originale ma non colpisce a pieno. Perchè dargli potere se poi, in alcuni casi devono dipendere da questo? La frase di Rin sotto riflessione sull’uso delle droghe mi ha colpito – tant’è che ve l’ho riportato anche qui, nella striscia in alto; la risposta di Jiang spiazza ma rende ciò che l’autrice cerca di trasmettere tra il connubio di utilizzo e non (non c’è citata quindi dovrete scovarla nel libro se volete saperne di più). Il lato sciamanico è interessante ed è il primo libro in cui mi trovo a sentirne parlare. Ho apprezzato Jiang e il suo ruolo all’interno di questo, il modo in cui si arriva a parlare di sciamanesimo e in cui esso esce all’esterno.
Nonostante questo libro sia grande, potente e assolutamente incredibile non riesco a dare il massimo dei voti perché dopo si esce dai schemi dell’Accademia, in special modo quando Altan prende una parte importante all’interno della situazione, le cose cominciano a diventare ripetitive, pesanti e quasi ridondanti. Infatti per un terzo il volume scorre e la storia si concentra all’interno della struttura scolastica in cui il solo compito di Rin sembra quello di restare, quello di battere l’antagonista del momento, Nezha. Si concentra molto sull’utilizzo dei suoi poteri e tutto il resto che cerca di apprendere da Jiang, il suo insegnante di demologia. Quello che succede successivamente però, porta Rin completamente alla deriva, in cui non si riconosce più e sembra aver perso i binari di ciò che voleva diventare. Comincia a seguire consigli di altri e non ragiona più con la sua testa. Insomma, Rin finisce completamente alla deriva per via della trama ricca di avvenimenti che finiscono per concentrarsi su tutt’altro e lasciandola allo scoperto. Forse anche troppo. Quindi non riesco davvero a comprendere la scelta di Rin di continuare a seguire quello che ormai è solo un folle piuttosto che i principi che aveva coltivato fino a quel tempo. Perché continuare a cercare vendetta per un principio che non sentiva così forte, che non sentiva così suo? E’ una spiegazione che non riesco a darmi effettivamente.
«No, intendo, a chi somigliano?» chiese Kitay. «Ai nikariani? Tutti gli abitanti della Federazione provengono dal continente orientale. Se non sono come gli esperiani, allora devono avere una faccia in qualche modo normale.» Rin non capiva che importanza potesse avere. «E cosa c’entra?» «Non vuoi vedere che faccia ha il nemico?» chiese Kitay. «No, non voglio» rispose lei. «Perché in quel caso potrei considerarli umani. Ma non lo sono. Stiamo parlando della gente che durante l’ultima invasione dava l’oppio ai bambini di due anni. Della gente che ha massacrato gli speerliani.» (…) «Che importanza ha adesso? Stanno arrivando, noi invece stiamo qua ad aspettarli e alla fine della giornata saranno vivi solo i vincitori. La guerra non determina chi ha ragione. La guerra determina chi resta.»
Sicuramente non è un libro per tutti e vi invito a leggerlo solo se esclusivamente curiosi, amanti del genere e delle storie cruenti, forti, decise e pericolose. Un fantasy originale, che vi consiglio, nonostante una parte sia stato più pesante delle altre.
R. F. Kuang scrive una storia coinvolgente, che ci trascina in una scuola, nella crudeltà della vita e nella forza di spirito per cercare di costruirsi un futuro come per quanto riguarda se stessi. Un primo volume di una trilogia che apre le porte a un mondo denso di minacce, poteri e crudeltà. Una storia che non vi deluderà.
Il mio voto per questo libro: 4 balene.
Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
Seguite le altre recensioni, mi raccomando. Le trovate in questi altri blog:
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Che ve ne pare? Siete curiosi di scoprire questo nuovo volume tutto da leggere? 🙂
A presto,
Francesco ©
copertina davvero bella. Credo che anche il testo lo sia, leggendoti tra le righe
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Si il volume è di un impatto sicuramente considerevole. 🙂 Un caro saluto
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un sorriso
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Mi trovo pienamente d’accordo col tuo giudizio. Credo, comunque, lo stile e la lunghezza dell’autrice in qualche modo penalizzino la storia. Come hai detto tu, non è particolarmente scorrevole. Sembra un libro scritto quaranta o cinquant’anni fa come stile letterario. Però è molto originale e quindi lo si apprezza comunque.
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Grazie per essere passato. Mi fa piacere. Si credo di sì però resta comunque un buon libro, valido e forte.
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