BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!
Eccoci qui bei lettoriiiii! Oggi vi porto una nuova uscita che finalmente giunge anche in Italia e posso parlarvene 😀 Ringrazio la Mondadori per avermi permesso la lettura del volume e l’organizzatrice dell’evento che mi ha permesso di partecipare e diparlarvi di questo volume. Ecco a voi:

Titolo: Fiore di sangue
Genere: Fantasy
Data di uscita: 14 Gennaio 2020
RECENSIONE
La storia ha inizio in Piazza. Aurelia di Renalt è una principessa e non dovrebbe trovarsi lì in compagnia della sua più fidata guardia Kellan. Eppure non ce la fa a non vedere ciò che succede al suo popolo, ciò che succede a chi fa ricorso alla magia, principalmente alle donne. Infatti, Aurelia, dotata di poteri particolari cerca in tutti i modi di nasconderli per rischiare di non essere uccisa dalla legge che vieta l’utilizzo della magia. Il Tribunale, infatti, giustizia chiunque senza scrupoli, accusando chi pratica stregoneria o anche solo pensino l’abbia praticata. In più, per rendere salva la sua vita, è promessa sposa ad un Principe che non conosce del regno di Achlev. Quando il suo segreto è messo a repentaglio, Aurelia è costretta a fuggire.
Cosa succederà alla Principessa di Renalt? Riuscirà a salvare se stessa e il regno che sta per cadere nelle mani del pericoloso Tribunale? Riuscirà a padroneggiare la magia e ad utilizzarla al meglio?
«Perché volete stare qui, Aurelia? Che bene potrà mai farvi?» Non avevo una risposta ragionevole, quindi tacqui. Mi limitai a giocherellare nervosamente con il bracciale-amuleto attorno al polso coperto dal guanto; era l’ultimo dono del mio defunto padre e indossarlo mi aveva sempre dato conforto. Necessitavo di calma, ora che il boia dal cappuccio nero stava arrivando, seguito da un ecclesiastico del Tribunale con l’annuncio che il Gran Magistrato Toris de Lena stava salendo sul palco…
La trama è molto lunga e moolto spoilerosa. Nel senso che poteva dire molto meno ma racconta quasi metà libro. Signori miei, ecco il perchè non leggo quasi mai la trama per intero ma solo le prime righe. Comunque è sicuramente intrigante e incuriosisce spingendo alla lettura.
La copertina è sicuramente particolare ed apprezzo molto il fatto che sia stata lasciata così come l’originale. All’interno, troviamo sicuramente tutto ciò che la storia ci vuole comunicare. C’è il fiore di Sanguifoglia al centro, la corona, il pugnale e il castello, la corona e l’albero, il nastro. Tanti piccoli dettagli che ci lasciano dei segnali riguardanti la storia ma che a vista non ci dicono effettivamente niente. Quindi sicuramente un connubio giusto delle cose che rende tutto curioso e intrigante. Il titolo Blood Leaf, in italiano, sta a significare Foglia di sangue. Nella traduzione quindi non ci siamo distanziati molto e posso dire che, in fin dei conti, sicuramente è stato trovato un compromesso più che giusto. Insieme quindi, copertina e titolo, rispecchiano molto l’originale.
L’ambientazione e l’epoca sono assolutamente di fantasia dell’autrice. Sembra quasi una sottospecie di Medioevo, con il Tribunale che punisce le donne come streghe anche se non la possiedono affatto. Poi ci sono persone che la magia la possiedono davvero ma non vengono punite, come dei personaggi all’interno di questo libro. Per quanto riguarda l’ambientazione ci troviamo in contesa fra due Regni che fra loro adottano due modi di vivere completamente diversi: Renalt e Achlev.
Ero la prima principessa di Renalt da quasi due secoli – quantomeno, la prima di cui non ci si fosse sbarazzati in segreto al momento della nascita. Era mio dovere onorare il patto che aveva posto fine alla guerra secolare tra il nostro paese e Achlev, sposandone l’erede. Per centosettantasei anni il popolo aveva creduto che la mancanza di eredi femmine alla corona fosse il segno che noi non saremmo mai stati sullo stesso piano degli sporchi e licenziosi Achlevani, una prova della nostra superiorità morale. La mia nascita aveva scosso la fede nella monarchia, nei reali che avevano avuto la sfacciataggine non solo di generare una figlia, ma addirittura di tenerla. A volte arrivavo a capirli.
I personaggi di questa storia non sono molti ma sono sicuramente ben delineati quelli che ci vengono mostrati. Soprattutto, da subito, avremo modo di notare le peculiarità che contraddistinguono la Principessa Aurelia.
Aurelia è una ragazza che non emergeva di certo per il suo status sociale. Principessa femmina dopo oltre 500 anni, si dedica a sua madre dopo la morte del re e a suo fratello Conrad, prossimo erede al trono. Kellan, la sua guardia personale è anche il suo unico amico e primo amore di sempre. Aurelia ha un potere antico e inestimabile, il potere del sangue, forse derivante dal fiore di sanguifoglia, che la rende una persona sicuramente pericolosa agli occhi del regno se dovesse essere scoperta.
Zan, dall’altro lato, è un personaggio misterioso e ambiguo. Aurelia lo conoscerà ad Achlev e sarà un altro personaggio chiave di questa storia che aiuterà la nostra protagonista. Un personaggio di cui non posso parlarvi molto ma che apprezzerete, ne sono sicura.
«Sei molto odiata dal tuo popolo, principessa. Dovresti approfittare di ogni gentilezza ti venga offerta. È la tua unica possibilità.» «Il mio popolo mi odia perché voi gli avete detto che può farlo. Che deve farlo. Voi e il vostro dannato Tribunale.»
Il perno centrale di questa storia è il Tribunale. È quest’ultimo che condanna la magia e conduce quasi come una caccia alle streghe. Aurelia stessa utilizza la magia ed è in pericolo nella sua stessa terra pur essendo la Principessa. Anzi, proprio per questo rischia molyo più di altri.
Lo stile utilizzato dall’autrice è piuttosto semplice oltre che estremamente fluido. Infatti, si legge nel giro di qualche ora e sicuramente non è una lettura che annoia.
La storia è originale sotto il punto di vista del potere di Aurelia, la magia del sangue e tutto ciò che ne deriva. Per quanto riguarda il resto, invece, il libro sa già di visto. La Principessa che scappa, la solitudine, il personaggio misterioso in soccorso che è comunque un personaggio importante all’interno del volume, la storia d’amore (per fortuna marginale!), il salviamo le nostre chiappette e quelle del regno. Insomma, niente di nuovo e se cercate qualcosa di originale di certo la storia non brilla per questo.
Il world building ed i personaggi sono sicuramente i punti forti di questa storia. Il personaggio di Aurelia e quello di Zan oltre tutti coloro che circondano questa storia sono strutturati molto bene e la storia del regno di Achlev come quello di Renalt e gli Empyreani è assai ben studiata. Sicuramente un punto a favore.
Nonostante questo, consiglio sicuramente la lettura e aspetto il secondo volume con molta curiosità. Il finale qui sembra essere abbastanza chiuso ma ci sarà una seconda storia che si legherà evidentemente alle vicende del primo volume.
Il fantasma di Gilroy fece un gestaccio dalla gabbia sopra di noi.«Oh, be’» disse Ray. «Almeno, con Gilroy nei paraggi, nessuno cerca di sconfinare nel mio territorio. Ed è un buon promemoria.» Avevo ancora la mano davanti al naso. «Di cosa?» «Della fragilità dell’esistenza, naturalmente. E del fatto che re Domhnall è un bastardo che quando perde al gioco prima fa giustiziare chi vince e subito dopo emana un decreto per abolire le carte.»
Il libro è stato senza alcun dubbio una lettura piacevole, anche se non brilla particolarmente di originalità. Una lettura che, nonostante tutto, mi sento di consigliare. Un retelling fantasy decisamente particolare.
Crystal Smith ci porta all’interno di un viaggio attraverso due regni che si contendono un potere molto più grande di quanto credono. Una storia di potere, sovversione e riscatto verso se stessi e verso gli altri.
Il mio voto per questo libro è di: 3 balene e mezzo.
Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
Seguite le altre recensioni, mi raccomando! Se ci leggete, ci fa davvero piacere:
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Che ne pensate allora? Pensate possa fare per voi? Io, nel frattempo, vi aspetto!
A presto,
Sara ©