RECENSIONE #274 – LA CORTE DI ROSE E SPINE DI SARAH J. MAAS.

BUON POMERIGGIO CARE PARTICELLE LETTRICI!

Eccoci qui. Ci tengo a partire con una premessa. Ci sono state tante discussioni su questo libro e su Instagram si è arrivati anche ad offendere qualcuno perchè questo (che prendo come esempio, poteva essere qualsiasi altro libro) una ragazza lo ha definito trash. Ora, a prescindere dal fatto che uno può pensare e dire ciò che vuole perchè sono opinioni personali, e nonostante io appoggi il fatto che questo sia un libro completamente trash, lettori e lettrici o chiunque voi siate: imparate ad apprezzare le opinioni degli altri e smettetela di credervi chissà chi. 

Ringrazio comunque la Mondadori per avermi permesso la lettura in anteprima  perchè ero curiosa come tutti gli altri nonostante ciò che ne sia uscito fuori. A voi:

978880470317hig-312x480Titolo: La corte di rose e spine
Autore: Sarah J. Maas
Editore: Mondadori
Genere: Fantasy
Data di uscita: 19 Marzo 2019
Link d’acquisto: https://amzn.to/2HmD1gT
Trama: “Un paio di occhi dorati brillavano nella boscaglia accanto a me. La foresta era silenziosa. Il vento non soffiava più. Persino la neve aveva smesso di scendere. Quel lupo era enorme. Il petto mi si strinse fino a farmi male. E in quell’istante mi resi conto che la mia vita dipendeva da una sola domanda: era solo? Afferrai l’arco e tirai indietro la corda. Non potevo permettermi di mancarlo. Non quando avevo una sola freccia con me.” Una volta tornata al suo villaggio dopo aver ucciso quel lupo spaventoso, però, la diciannovenne Feyre riceve la visita di una creatura bestiale che irrompe a casa sua per chiederle conto di ciò che ha appena fatto. L’animale che ha ucciso, infatti, non era un lupo comune ma un Fae e secondo la legge “ogni attacco ingiustificato da parte di un umano a un essere fatato può essere ripagato solo con una vita umana in cambio. Una vita per una vita”. Ma non è la morte il destino di Feyre, bensì l’allontanamento dalla sua famiglia, dal suo villaggio, dal mondo degli umani, per finire nel Regno di Prythian, una terra magica e ingannevole di cui fino a quel momento aveva solamente sentito raccontare nelle leggende. Qui Feyre sarà libera di muoversi ma non di tornare a casa, e vivrà nel castello del suo rapitore, Tamlin, che, come ben presto scoprirà la ragazza, non è un animale mostruoso ma un essere immortale, costretto a nascondere il proprio volto dietro a una maschera. Una creatura nei confronti della quale, dopo la fredda ostilità iniziale, e nonostante i rischi che questo comporta, Feyre inizierà a provare un interesse via via più forte che si trasformerà ben presto in una passione dirompente. Quando poi un’ombra antica si allungherà minacciosa sul regno fatato, la ragazza si troverà di fronte a un bivio drammatico. Se non dovesse trovare il modo di fermarla, sancirà la condanna di Tamlin e del suo mondo…

RECENSIONE

Risultati immagini per court of thorn and rosesLa storia ha inizio nel bosco. Feyre si trova davanti ad una decisione difficile: uccidere il lupo per portare a casa un pasto decente e poter fare qualche soldo con la pelle, oppure starsene lì mentre quest’ultimo uccide un giovane cervo. Il lupo potrebbe essere un Fae, una creatura fatta, ed il Trattato parla chiaro. Una vita per una vita e se lei stesse per uccidere un Fae, potrebbe rimetterci la sua.

Dopo aver ucciso il lupo, preso con se la sua pelle e la carcassa del cervo ed aver fatto diversi soldi al mercato, Feyre e i suoi famigliari ricevono una sgradita sorpresa. Un grosso lupo reclama la vita di Feyre ma, invece di ucciderla, decide soltanto di portarla via con se nel mondo fatato, senza mai poter fare ritorno a casa. 

Cosa succederà a Feyre? Chi è il misterioso lupo che è venuto a prenderla? Cosa succederà ora nella sua vita e quale sarà il suo destino?

Lamentandomi per il peso, afferrai le zampe della cerva e lanciai un’ultima occhiata alla carcassa fumante del lupo. L’occhio dorato che gli restava fissava il cielo carico di neve e, per un istante, desiderai di provare pentimento per la morte di quella creatura. Ma questa era la foresta, ed era inverno.

Risultati immagini per court of thorn and rosesLa trama è ben scritta anche se troppo lunga. Forse avrei abbreviato e reso la cosa più leggera in modo che il lettore avesse modo di scoprire la cosa con calma e in solitaria senza aggiungere troppa carne al fuoco. Infatti la trama racconta quasi metà del libro messa così ed avrei evitato alla grande di scrivere così tanto.

La copertina nella versione italiana ha mantenuto i colori ma è stata leggermente modificata rispetto all’originale. Di sicuro l’originale era molto più carino ma in fin dei conti l’adattamento che ne è stato fatto non è poi così male. Il titolo è stato semplicemente tradotto e non è diventato qualcosa di particolarmente astruso o innominabile per fortuna. Quindi l’edizione è ben fatta e tirando le somme non ci si può lamentare.

L’ambientazione è completamente fantastica, un posto di nome Prythian e l’epoca è indefinita anche se sembra molto a livelli medioevali.

Non era successo. Mi strofinai gli occhi con le dita intorpidite per togliere i fiocchi che si erano depositati sulle mie ciglia. Non c’erano alberi senza corteccia a rivelare il passaggio dei cervi; evidentemente non si erano ancora spostati. Sarebbero rimasti finché non ci fosse stata più scorza, per poi dirigersi a nord, oltre il territorio dei lupi, e magari fino a Prythian, la terra delle fate, dove i mortali non osavano entrare a meno che non desiderassero morire. Sentii un brivido attraversarmi la schiena a quel pensiero, lo ignorai spostando l’attenzione su ciò che mi circondava e sul compito che mi aspettava. Era la sola cosa che mi restava da fare, l’unica che ero stata in grado di svolgere negli anni: pensare a sopravvivere fino alla fine di quella settimana, di quel giorno, o dell’ora successiva.

I personaggi di questa storia non sono poi tantissimi, almeno non quelli principali. Mi soffermerò a parlarvi della protagonista e voce narrante della storia e di chi la circonderà spesso nel corso di questa lettura. 

Feyre è un’umana che viene dalla zona dei mortali. Si è sempre presa cura della sua famiglia dalla morte di sua madre ed ha imparato a fare tante cose tra cui cacciare. E’ un tipo impulsivo a cui non piace sottostare alle regole. E’ impavida e non ha paura di aprire la bocca per rispondere anche quando non dovrebbe. E’ coraggiosa e si butta a capofitto quando si mette in testa qualcosa. Peccato che per due addominali tutto di lei vada miseramente a farsi benedire…

Tamlin è il Signore Supremo della Corte di Primavera. E’ un tipo chiuso, estremamente misterioso che si prende cura della sua Corte e dei suoi abitanti. Il suo amico più fidato è Lucien che si scoprirà figlio minore di un Signore Supremo di un altra Corte, esiliato. I due non possono essere più diversi l’uno dall’altro. Lucien è diretto, pungente e sempre in primo piano, in mostra. Tamlin si gode la scena in secondo piano ma alla fine è lui quello che la ruberà,” conquistando anche il cuore” della giovane Feyre.

Poi Tamlin scosse la testa, un movimento più animale che altro, e mormorò: «Mi dispiace per tua madre». Tentai di evitare una smorfia mentre mi giravo e me ne andavo. Non desideravo e non avevo bisogno delle sue condoglianze, non per mia madre, non quando non mi mancava più da anni. Che Tamlin mi considerasse pure un’umana rozza e maleducata, indegna della sua scrupolosa attenzione. 

Immagine correlataIl perno centrale di questa storia è la vita di Feyre nel mondo fatato delle Corti, credo. Ancora sto cercando di capire quale possa essere il fulcro di questa storia, sono alquanto confusa. (?.?)

Lo stile utilizzato è abbastanza fluido ed il libro si legge in poco tempo nonostante tutto quello che ho riscontrato nel corso della lettura. Mettetevi seduti comodi perchè la questione è lunga.

Ho avuto modo di notare, in giro per il web, che ci sono parecchie recensioni positive riguardo questa saga ma ci sono anche macchie bianche, come me, che hanno trovato questo libro potenzialmente discutibile.

Mi sento di dover mettere in chiaro passo passo tutti i problemi che ho riscontrato nel corso della lettura che sono alla radice del libro in questione.

Oltre la traduzione di alcuni termini che nelle frasi mi hanno lasciata pressoché perplessa e curiosa di leggere la versione originale per poterle confrontare – non che sia un’esperta, lungi da me ovviamente ma sono curiosa – in questa storia ci sono dei problemi basilari alla radice che penso sia necessario che vengano tenuti presenti.

Il word building fantasy è completamente inesistente. Le corti vengono spiegate quando la protagonista va nella libreria di Tamlin ma per il resto non ci sono cose chiave o descrizioni che lasciano a bocca aperta del luogo che troveremo. La storia delle corti e tutta la struttura fisica poteva avere un potenziale ma è stato completamente tralasciato.La Corte di Primavera è dove vive Tamlin e la sua gente e non c’è un accenno, UNO SOLO, in cui si faccia capire che in quella corte è perennemente primavera. Si parla di boschi  ma non viene accennato nulla, che ne so, alberi in fiore, riferimenti alla temperatura mite o cose simili. Non c’è nulla e le descrizioni della corte sono praticamente inesistenti. Word building, DOVE SEI?

Cosa ancora più assurda sta proprio all’origine di questa storia… Il Trattato dice che se un umano uccide un Fae si paga una vita con una vita. Feyre uccide un Fae, un soldato della corte di Primavera – senza che questo faccia nulla per contrastarla (cioè bello mio, tu sei un soldato e tutto il resto e ti fai uccidere da una così, CERTO… CERTO. Poi oltretutto lei sta lì a rifletterci un bel po’ se ucciderlo o meno. Cara, il Trattato parla chiaro quindi o lo uccidi o no) – e ovviamente invece di reclamare la vita di Feyre come si dovrebbe, Tamlin decide di portarla con se e farla vivere nell’agio più totale. Senza provare nemmeno per un secondo a tenerla come prigioniera. Tesoro mio, ha ucciso uno dei tuoi amici e tu la tieni in casa, la fai mangiare, gli impari a scrivere e… e… vi innamorate pure? (Oltre al fatto che la clemenza di cui Tamlin parla non ha senso, c’è la cara e vecchia sindrome di Stoccolma da parte di Feyre ma tralasciamo i dettagli perchè è già assurdo così.) IO BOH. 

La stupidità delle fate (POSSIBILE? SI). Sono d’accordo che le fate e tutti gli esseri annessi e connessi al mondo in questione debbano essere tutti belli e strafighi, questo non lo metto in dubbio. C’è questo anche nei libri di Holly Black ma tra le storie della Black e questa della Maas ci sta un abisso profondissimo. Sia a livello – come vi ho detto prima – del World Building, sia per quanto riguarda la storia in sé. E su questo posso dire che oltre al fatto che sono potenzialmente belle sono anche terribilmente stupide. Ovviamente Tamlin lascia vagare Feyre come vi ho già detto in precedenza ma oltretutto lui e Lucien (che sanno benissimo che lei cerca di fuggire con annessi e connessi) parlano di un essere che può rispondere a tutte le sue domande e come tentare di catturarlo. E qui ci vorrebbe la classica GIF con la faccia da ebete che non comprende cosa sta accadendo. WHY PEOPLE, WHY?

Il ridicolo di alcune scene. Non dico che il romance non debba esserci ma c’è modo e modo per inserire il romance. QUESTA STORIA PUO’ ESSERE CONSIDERATO ESCLUSIVAMENTE UN ROMANCE, togliendoci proprio il fantasy. Il ridicolo sta ad esempio nel fatto che per un semplice bacio sulla mano da parte di Tamlin, la cara e dolce Feyre si ecciti lì, tra le gambe. Dopo aver letto ‘sta cosa non sapevo se ridere o  piangere. Poi anche per il fatto che per celebrare la Primavera il tipo debba farsi una a caso fra la tipa che lo eccita di più mi sembra davvero una cosa ai limiti dell’assurdo e oltretutto deve farlo anche per forza. Oooooh, allora scusa.

Faccio decisamente fatica a capire chi ha dato 5 cosa ha trovato di bello in questa storia. Non c’è azione, non c’è fantasy, c’è soltanto tanta confusione e romance incompreso che è ai limiti dell’inverosimile. Ho paura seriamente di come sono gli altri libri perchè non oso immaginare il resto.

Annuii senza parlare. Se i quadri nei corridoi erano splendidi, allora quelli scelti per la galleria dovevano essere al di là della mia immaginazione di umana.«Molto…volentieri.» Restò fermo e mi fece un gran sorriso senza contenersi né esitare. Isaac non mi aveva mai sorriso in quel modo. Isaac non mi aveva mai lasciata quasi senza fiato. Quella sensazione era talmente stupefacente che uscii stringendo il foglio accartocciato in tasca come se in quella maniera potessi trattenere il sorriso che mi spuntava sulle labbra.

Detto questo, non penso che leggerò i seguiti di questa saga. Sono sempre stata curiosa al riguardo ed anche io non vedevo l’ora che arrivasse in Italia. Mi ha sorpreso, in maniera negativa e mi ha lasciata veramente amareggiata.

Sarah J. Maas mi hai completamente deluso. Non che mi aspettassi chissà cosa, non avevo grandi aspettative – per fortuna. Ma ancora mi sto domandando: COSA HO LETTO? 

Il mio voto per questo libro è di: 1 balena.

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Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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Cosa ne pensate? Fatemi sapere vi prego. Ho bisogno di conforto. 

A presto,

Sara ©

11 thoughts on “RECENSIONE #274 – LA CORTE DI ROSE E SPINE DI SARAH J. MAAS.

  1. Che peccato! Avevo molte aspettative per questo libro, anche perché Il trono di ghiaccio mi era piaciuto. Tu lo avevi letto che non ricordo?
    Comunque sì, mi sembra abbastanza trash come storia! Sicuramente lo leggerò prima o poi comunque per farmi un’idea.

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  2. Scusa se te lo chiedo, ma tu il libro lo hai almeno letto? Tutto? O ti sei limitata a dargli una sfogliata per poi scrivere un pugno di frasi e spacciarle per recensione? No, perché nel tuo commento ci sono cose che non sono semplicemente opinioni soggettive, ma vere e proprie falsità.
    Cominciamo dal worldbuilding. Dici di non aver capito che siamo in un’eterna primavera. Bene, vuol dire che hai saltato le righe in tutti i primi trenta capitoli, visto che si ripete in continuazione che il posto è pieno di fiori, che i prati sono verdi, il cielo limpido, la temperatura mite. Ci sono continui paragoni all’inverno che Feyre si è lasciata dietro, e quando si procura i colori è un continuo sottolineare che dipinge i fiori dei giardini. Si chiede addirittura se i Fae che vivono lì non apprezzerebbero un po’ di varietà, invece di quella, cito testualmente, “eterna primavera”. Se tu per ricordare un dettaglio che dopo le prime dieci volte si considera scontato hai bisogno che si scriva in ogni pagina “Feyre si alzò ed era primavera, fece colazione ed era primavera, uscì ed era primavera” il problema è tuo. La prossima volta prendi appunti se non riesci a ricordare le cose.
    Due. Il Trattato, che tu definisci incoerente e ridicolo. La prova che il libro non lo hai letto. Il Trattato reclama una vita umana per quella di un Fae. Vuol dire che la vita di Feyre appartiene a Tamlin. Questo vuol dire reclamare. Lui può farne ciò che vuole, compreso portarsela a casa e falla vivere nell’agio. Trattato che in ogni caso non parla affatto di ciò, viene detto chiaramente che è una bugia e perché Tamlin la imbastisca. Dici che il soldato è stato lì fermo a farsi uccidere. Di nuovo, il libro non lo hai letto, perché viene spiegato chiaramente che il suo ruolo era proprio quello: stare fermo mentre un’umana lo uccideva. Lui VOLEVA che Feyre lo uccidesse senza essere aggredita: sarebbe stato lì fermo anche tutto il giorno.
    Della maledizione che dà un senso a tutto neppure ti parlo, visto che rientra nelle pagine che hai saltato.
    Sindrome di Stoccolma: espressione che alle pseudoblogger pseudofemministe piace tanto, salvo non sapere affatto di cosa si tratta. Sindrome di Stoccolma vuol dire sviluppare sentimenti verso qualcuno che ti fa del male, fisicamente e mentalmente. Tamlin non fa nulla di tutto ciò. La tratta come una principessa, provvede alla famiglia di Feyre, non la tiene prigioniera, anzi, le dice chiaramente che può andarsene quando vuole da casa sua. Feyre lo segue di sua volontà, quindi non viene rapita. Non viene maltrattata. Non viene umiliata. Non ha motivi per non innamorarsi di Tamlin. Quindi, hai buttato lì la Sindrome di Stoccolma giusto così, per darti un tono dà “vedete, io sono una donna moderna ed emancipata, non ci casco”.
    Mi spiace solo che la copia te l’abbiano data gratis per avere in cambio una recensione tanto malfatta.

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    • Sinceramente, questo sembra il copione del perfetto fan di Acotar. Che tu ci creda o no il libro l’ho letto e credo che il discorso costruttivo e rispettoso sia alla base di tutto, piuttosto che attaccare le persone.
      Meno male che ho scritto l’incipit iniziale. Se scrivo recensioni tanto malefatte non passare a leggerle.
      Me ne farò una ragione.

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  3. Sono una grandissima scettica quando vedo lettori, booktubers e blogger lodare a dismisura qualche libro, il più delle volte so già che le mie aspettative verranno deluse.
    Questa serie è sempre stata tanto chiacchierata prima ancora di giungere in Italia quindi sono ancora adesso indecisa sul da farsi, la curiosità di leggerla e la sensazione che non faccia per me.
    Da quel che dici, non mi sembra promettere bene soprattutto per determinati fatti: il lupo che non punisce la protagonista secondo la legge, l’innamoramento, la faccenda della celebrazione di primavera. Ahia.
    Non penso di voler spendere €16 e passa per un libro simile…nel dubbio metto a freno la curiosità in attesa di soluzioni più economiche e se poi mi ricrederò, vedrò di recuperarlo!

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    • Ciao Monica,
      Puoi sempre provare a leggerlo e farti una tua idea. Ci sono pareri discordanti su questo libro, per la maggiore sono positivi ma alla fine non è detto che a te non possa piacere.
      Fammi sapere se lo leggerai cosa ne pensi!
      A presto 😉

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      • Sono completamente d’accordo con il commento lasciato sotto, questa recensione è oltre che assurda, totalmente ridicola e inveritiera.
        Forse, e che i miei toni non vengano fraintesi, un libro bisognerebbe leggerlo fino alla fine prima di definirlo “senza senso” come hai brillantemente scritto tu.
        Prima che tu possa dire anche a me che sono una fan accanita venuta qui solo per il gusto di difendere la propria eroina, ti dico: evita. Questo commento è lasciato puramente per l’assoluta e indefessa discordanza tra quello che hai scritto tu e quello che sono i fatti reali del racconto.
        La storia non mi è neanche piaciuta tanto, ma questa recensione è talmente grottesca che non ho potuto non commentare!
        Tutta la storia ruota attorno alla maledizione che ha colpito le corti, c’hai presente? No perché non sembra.
        È proprio ciò che Feyre deve scoprire, perché unica mortale in grado di spezzarla, ergo non vedo come la cosa abbia potuto scandalizzarti visto che è perfettamente spiegato in un discorso ben esaustivo di cinque pagine. C’è un intero capitolo a riguardo, ma no, sicuramente è il libro che non ha un senso.
        Il lupo, Andras, mandato al di là del muro come sacrificio [sacrificio, ci siamo?] si lascia volutamente uccidere da lei, come voleva la profezia per rompere la maledizione.
        Più chiaro di così non so, forse te lo doveva mettere in stampatello… ma con tanto di sberleffi tu scrivi “È un guerriero e si fa uccidere da una così. CERTO” .
        Senza parole.
        Lucien e Tamlin, che sono vincolati al non poter rivelare nulla, le suggeriscono di cercare risposte da qualcuno che può dargliele, e non di certo perché “la cosa non ha senso” ma perché lei, come ribadito settecento volte, doveva scoprire la maledizione da sé, così da poterla spezzare.
        Ma poi… non c’e azione? Ma le ultime cinquanta – CINQUANTA – pagine le hai date al cane, oppure le hai semplicemente date per lette? Feyre affronta tre prove sanguinose, di cui una caccia all’ultimo sangue in un labirinto di fango, una grata incandescente che per poco non ammazza Lucien con lei e la pugnalata a due creature innocenti, e tu te ne salti fuori che non c’è azione?
        Già il fatto che tu abbia sollevato queste perplessità fa dubitare persino che tu il libro lo abbia letto. Se poi dici che l’autrice in questione ti ha deluso quando questo è il tuo modo di leggere e valutare un testo, saltando i pezzi fondamentali e avendo pure il coraggio di lamentarti perché non comprendi le dinamiche, andiamo proprio bene…
        E ripeto… che io sono tutto tranne che una fan accanita: a me questo libro è piaciuto il giusto, ma questa recensione è davvero troppo.
        E lasciami anche dire che scrivere un incipit iniziale solo per poi giustificare un atteggiamento di perculo nei confronti di qualcosa che ha l’unica colpa di essere stato letto così male, è desolante e lascia il tempo che trova.
        La tua opinione è un conto, il raffazzonare balle a caso e pretendere pure di avere ragione è ben altro.

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  4. E sei pregata di smetterla di cancellare la risposta per evitare che altri si rendano conto che hai scritto un mucchio di fesserie per coprire il fatto che il libro non lo hai letto. Ribadisco che le case editrici dovrebbero scegliere con più attenzione a quali pseudoblogger mandare i libri gratis. Perché se basta questo, può farlo anche mia cugina che ha 4 anni.

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    • Cara, non ho cancellato nulla. I commenti erano finiti in moderazione e non li guardo quasi mai, infatti ho risposto ad un tuo vecchio commento, forse il primo che hai scritto. Comunque non vedo l’utilità di offendere ne di fare un continuo copia e incolla del vecchio commento, non dipende da me ma da WordPress.
      Se sono una pseudoblogger, non seguirmi o non commentarmi. Mi dispiace che non soddisfo i tuoi requisiti. A presto 😉

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  5. Ciao, ho letto qualche tempo fa questo libro e sono d’accordissimo con te, è imbarazzante e brutto. Solo vorrei correggere un po’ di cose se me lo permetti, spero che non ti offendi o arrabbi. Il Trattato in verità non esiste o almeno non dice che un umano che uccide un Fae debba morire o essere deportato alle Corti, è solo una menzogna detta da Tamlin per ingannare Feyre. Il lupo invece si lascia uccidere perché quello era il suo compito, cioè sacrificarsi in modo da trovare la ragazza che può spezzare la maledizione. Inoltre non credo sia Sindrome di Stoccolma perché se non vado errata questa sindrome si ha verso un carceriere che utilizza le maniere forti ed è crudele nei tuoi confronti, un esempio possono essere Rapunzel e Quasi odo della Disney che anche se trattati male e con superficialità “amano” i loro carcerieri e restano con loro. Per il resto sono d’accordo con te, io avevo delle altissime aspettative su questo libro e sono state brutalmente deluse.

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    • Ciao Varda,
      perchè dovrei arrabbiarmi, anzi, mi fa piacere ricevere commenti di qualsiasi tipo, purché siano con fatti in tranquillità e nel rispetto delle idee e delle opinioni di tutti. Non ho alcun tipo di problema, figuriamoci. Per Trattato, che sia un inganno mi sembra evidente nel proseguire nel volume ma ovviamente lo chiamo così come viene nominato all’interno del volume niente di più o di meno. E non viene menzionato solo da me così, sempre se non ricordo male, visto che ne ho letti diversi dopo questo quindi ricordarsi troppi dettagli è anche abbastanza improbabile.
      Per quanto riguarda la Sindrome di Stoccolma è uno stato di dipendenza psicologica che viene a manifestarsi lì dove c’è una violenza fisica, verbale o psicologica. Ok, magari Fayre non è del tutto succube ma comincia a provare dei sentimenti per questi soggetti che la ricattano e la tengono in casa con loro e ricordo il “se non stai qui e torni a casa la tua famiglia muore”, più o meno. Il ricatto c’è e il fatto della violenza psicologica pure. Per non continuare sul fatto che viene a crearsi nella corte al solstizio. Comunque, che si chiami sindrome di Stoccolma o altro non è un nome a definire questo. Resta il semplice fatto che continua a rimanere, per me ovviamente, un libro veramente poco significativo. Poi non metto in dubbio che ad altri possa piacere, ci mancherebbe. Ognuno ha i suoi gusti.

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