BUON POMERIGGIO CARI LETTORI!
Oggi sono a pranzo dalla mia cara amica La lettrice in soffitta ma non mi sono dimenticata di voi! Ecco che per voi quest’oggi abbiamo l’ultima mia tappa del Blogtour di LEGGERE ITALIANO BT.
Ma il BT ancora non è terminato, non temete!!!
Quest’oggi ci sarà l’intervista a Elle Caruso per il suo libro Emerald Gloom.
Ecco qui per voi:
Innanzi tutto ti ringrazio per la disponibilità e la cortesia, adesso parto con le domande.
Sara: “Emerald Gloom” è Tenebra color smeraldo. Probabilmente – di sicuro – la traduzione letterale. Ma ciò che mi sono domandata spesso è il perché della scelta di questo nome così singolare. Da dove hai trovato l’ispirazione per questo nome? E perché?
Elle: Il nome “Emerald Gloom” è nato un po’ per caso, e inizialmente non avevo neanche pensato di utilizzarlo come titolo del romanzo, ma soltanto come nome della band. Cercavo un nome suggestivo da dare al gruppo, un nome che avesse un significato importante, così ho preso ispirazione proprio dalla storia del mio protagonista: per Aaron comporre musica diventa un vero e proprio bisogno nel momento in cui deve riempire il vuoto, la tenebra, lasciata dalla morte della madre, e da qui il termine “gloom”. La scelta poi di associare a questa tenebra il colore smeraldo è nata perché, come spiego anche nel libro, Aaron associa quel colore a quello degli occhi di sua madre. In realtà, però, il nome vuole anche essere un omaggio alla città di Seattle, che è appunto soprannominata “Emerald City”.
Sara: Il tutto gira attorno ad Aaron Clark, la sua forza, le sue paure e la sua musica. Ma tanti sono i personaggi che lo circondano e che sono ben descritti, ben interpretati e ben strutturati, potendo distinguerli definendo ogni rapporto con cura. C’è un personaggio in cui ti identifichi? E perché?
Elle: Ho lavorato tanto su tutti i personaggi perché ci tenevo che avessero un’identità ben definita e non fossero solo delle “comparse” all’interno del romanzo, e devo dire che sono molto soddisfatta del risultato che ho ottenuto. Per quanto mi riguarda, io mi identifico molto in Aaron, anche perché per creare questo personaggio mi sono in parte ispirata a me stessa. La storia ovviamente è del tutto inventata, ma soprattutto per quanto riguarda il carattere Aaron mi somiglia molto: sono anche io abbastanza introversa e chiusa nel mio mondo, sono troppo sensibile e ho l’ossessione dell’ordine e del tempo, oltre che gli stessi gusti musicali. Inoltre ho anche io un mio lato artistico, solo che mi esprimo con la scrittura invece che con la musica.
Sara: Il fatto che i sogni del protagonista fossero quasi un’esistenza parallela mi hanno molto affascinato, è stata una storia davvero sorprendente. Da dove hai preso ispirazione per questa storia così surreale? Cosa ti ha spinto a provare quest’esperienza di scrittura così particolare?
Elle: L’ispirazione è nata quasi dal nulla. Quando mi vengono delle idee per nuove storie da scrivere, di solito mi limito ad appuntarle per poi lavorarci in seguito. La sera in cui ho avuto l’ispirazione per scrivere questo romanzo, però, non riuscivo quasi più a prendere sonno per l’entusiasmo, ero euforica. Naturalmente l’idea sorta in quel momento era allo stato grezzo: un ragazzo incontra una ragazza sconosciuta in un sogno, questi incontri “onirici” si ripetono sempre più spesso finché il ragazzo non decide di cercare questa ragazza anche nella realtà. Tutto il resto, la caratterizzazione dei personaggi, la trama, la musica, l’ambientazione, è venuto in seguito. Sapevo solo che volevo scrivere un romanzo che camminasse su questo doppio filo parallelo di un’esistenza reale e di una onirica. In quel periodo, tra l’altro, stavo ancora lavorando al mio primo romanzo, quindi ho iniziato a scrivere Emerald Gloom solo molti mesi più tardi, ma a quel punto avevo già le idee abbastanza chiare sull’impostazione che volevo dare alla storia.
Sara: Per Aaron Clark, Florence è salvezza, dolcezza e amore ma anche insicurezza, fragilità, scoperta e delusione. Tante cose assieme che rendono Aaron a tratti instabile e insicuro. Ma per te cosa ha significato la figura di Florence?
Elle: Florence è esattamente ciò che appare nel corso del romanzo: un’incognita, un mistero, proprio come lo è a volte l’amore. Aaron ha paura di innamorarsi proprio perché crede che l’amore renda più fragili, più esposti al pericolo di farsi male emotivamente, ma quando incontra Florence si rende conto che nell’amore c’è molto di più, salvezza (come tu ben dici), consolazione e persino felicità. Ecco, la figura di Florence per me è un po’ l’emblema di questa doppia natura non solo dell’amore, ma anche dei sentimenti in generale. Inoltre c’è da dire che nonostante questa ragazza sia tutt’altro che perfetta, perché commette errori come chiunque altro, perché ha mille debolezze e sta vivendo un momento di completo smarrimento, tuttavia Florence risulta perfetta per Aaron, per il suo modo di essere e di vivere, forse altrettanto imperfetto. Questa coppia è il mio modo di affermare che anche se non esistono persone perfette in generale, forse esistono persone perfette le une per le altre, ecco.
Sara: La musica è l’elemento centrale del romanzo oltre che per la vita del protagonista Aaron Clark. La scelta è stata alquanto singolare nei gusti e in tutti i particolari utilizzati all’interno del romanzo stesso. Riflette un gusto personale dell’autrice? Hai dato al personaggio i tuoi tratti musicali o è del tutto indipendente da te?
Sì, la scelta della musica che accompagna il romanzo rispecchia assolutamente i miei gusti personali, e anche i tratti musicali dei personaggi ricalcano i miei. Sono molto appassionata di musica grunge, rock e metal e, naturalmente, amo i Nirvana: sono il mio gruppo preferito e ho una vera e propria adorazione per Kurt Cobain, e questo spiega anche perché nel libro ci siano così tanti riferimenti a questa band e perché Cobain sia il modello di Aaron.
Sara: Salinger è stata una figura molto importante per il protagonista. E questo richiede l’uso della “scienza onirica” se così si definisce. E’ una passione che coltivi o hai dovuto informarti e studiare per scendere in determinati particolari?
Elle: Ho da sempre un interesse particolare per la psicologia (da adolescente avevo persino deciso di studiarla all’università, poi ho malauguratamente cambiato idea) e ho letto diversi libri di Freud che mi hanno aiutata con il personaggio di Salinger. Per quanto riguarda la “scienza onirica”, soprattutto sull’onironautica, ho letto molto e fatto un sacco di ricerche, ma trattandosi pur sempre di una pseudoscienza per alcuni argomenti mi sono anche basata su delle ipotesi.
Sara: Il romanzo non ha momenti salienti particolari. Hai mantenuto una longilinea storia per tutto il tempo mentre molte storie tendono ad avere più eventi salienti. E’ raro trovarne di questo genere che non cadano poi nel noioso o nel banale. Ma non è stato questo il tuo caso. E’ stata una scelta voluta non manifestare eventi o cambiamenti troppo repentini? E’ stato difficile affrontare tutto questo?
Elle: Sì, dare al romanzo questa impostazione è stata una mia scelta, dettata principalmente da due motivi. Innanzitutto volevo che il mistero legato a Florence apparisse come una sorta di puzzle, in cui i pezzi vanno man mano aggiungendosi fino a formare un quadro finale completo. Il secondo motivo, nonché il più importante, è che nel corso dell’intero romanzo si assiste a una trasformazione graduale, ma al contempo drastica, del personaggio di Aaron, che intraprende un vero e proprio percorso di crescita personale ed emotiva. In realtà, valutando l’Aaron che troviamo all’inizio del romanzo con quello della fine, si nota che il cambiamento è avvenuto eccome, e che è stato impercettibile ma tuttavia molto profondo. Sinceramente non so dirti se sia stato difficile, perché mi sono basata molto sull’istinto per decidere come procedere. Più che altro, vista la complessità della trama, la cosa che mi preoccupava di più era che ciò che stessi scrivendo avesse una logica e fosse coerente con tutto il resto.
Sara: I tatuaggi sono un altro elemento importante che unisce tutti i personaggi. Aaron, Nate, Chandler, persino sua sorella Ally. C’è un tatuaggio che unisce anche te a tutto questo? Uno che hai o che vorresti avere?
Elle: I tatuaggi sono un’altra delle mie grandi passioni che ho inserito all’interno del romanzo, per questo ho dato loro così tanta rilevanza (avrai notato che anche in copertina ne compare uno!). E sì, anche io ho un tatuaggio in qualche modo legato al libro. Si tratta di un verso della canzone Dumb dei Nirvana, che è anche la prima canzone che compare nel romanzo: “The sun is gone but I have a light”. Ho attribuito a questa frase un significato personale, legato in generale alla mia passione per la scrittura e in particolar modo a questo romanzo al quale sono molto legata.
Sara: Ed ora siamo giunti al termine: Il perno centrale è la musica, I Nirvana e gli Emerald Gloom, la passione, il grunge che culla la storia e la rende speciale. Ma c’è un’altra cosa su cui ruota tutto il romanzo. Il passato, il rimorso e il dolore. La madre di Aaron era una figura importante per lui e la vede molto più simile a sua sorella che a sé. Potresti descrivercela?
Elle: Nel libro noi conosciamo Grace soltanto attraverso gli occhi di Aaron. Di lei sappiamo che era una madre amorevole, una donna vivace e piena di vita, devota alla sua famiglia e appassionata del suo lavoro. Come ho anche detto nella precedente intervista, però, la sua figura resta sempre volutamente sfocata, quasi inavvicinabile, per via del fatto che nei ricordi di Aaron lei appare come una persona priva di difetti, quasi un essere perfetto. Allo stesso modo Aaron idealizza un po’ anche l’immagine della sorella, che per lui è sempre quella che fa la cosa giusta, quella più forte, “la metà buona del suo cuore”, come lui stesso la definisce nel libro.
Sara: Con questo termino le mie domande e ti ringrazio per la disponibilità e cortesia. Sarei curiosa se ci sarà mai un continuo o qualche altro tuo lavoro.
Elle: Sono io che ringrazio te per la collaborazione e per la bella intervista, le tue domande mi sono piaciute un sacco e mi hanno dato la possibilità di approfondire meglio alcuni aspetti del libro. Posso dirti con certezza che Emerald Gloom non avrà un seguito, perché il romanzo è concluso così com’è e qualunque aggiunta mi sembrerebbe di troppo. In compenso sto scrivendo altri due romanzi, un fantasy young adult e un romance contemporaneo molto particolare. Confido che uno dei due riesca a vedere la luce entro la prima metà del prossimo anno. Ti abbraccio, alla prossima!
Sara: Un abbraccio, Sara.
Vi è piaciuto? Cosa ne pensate? Io l’ho trovata interessante e creativa. Succulenta di risposte e piena di cose belle da scoprire, no?
Potete trovare la recensione del libro QUI e il relativo Giveaway Qui.
Con questo vi saluto e vi auguro una buona domenica!
Alla prossima,
Sara. ©
Bella intervista, Sara. Brava! Buona domenica! 😉
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Grazie Luca!!
Buona domenica anche a te!
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Grazie Sara!
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Bella intervista!
Mi piace molto questo libro!
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E’ sempre molto interessante leggere le interviste agli autori perché si ha un’immagine più completa della storia e dei personaggi che hanno creato.
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Infatti. É stato bello anche lavorare su questo perché provi cose diverse ed è sempre bello.
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Decisamente un’intervista meravigliosa. Ha dato la possibilità di scoprire tante belle cose e di suscitare molte curiosità.
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Molte, ed è stato carino e bello poter partecipare.
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Mi piace molto l’intervista ed è interessante scoprire alcuni aspetti del libro e dei personaggi !!
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Infatti. Grazie mille per aver letto l’intervista!
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